Caso Siri a San Marino, patteggia uno dei tre imputati

Caso Siri a San Marino, patteggia uno dei tre imputati

“Caso Siri” in Aula… Ma senza Siri: tre a giudizio, uno patteggia. Rinvio a giudizio per ex direttore, ex vice e funzionario di Bac per amministrazione infedele e ostacolo alla vigilanza

ANTONIO FABBRI – La vicenda entrata ieri in Tribunale per la prima udienza, è legata alle indagini per il cosiddetto “caso Siri”… ma senza Siri. L’indagine prese avvio da una verifica di Aif per un mutuo concesso al senatore della Repubblica Italiana e all’epoca sottosegretario al ministero delle infrastrutture, Armando Siri, appunto, che non è imputato nel processo e la cui posizione è stata archiviata in istruttoria.

I capi di imputazione Il mutuo da 761.600 euro, oggetto del primo capo di imputazione, venne richiesto dal senatore Siri e concesso per l’acquisto di una palazzina situata nei pressi della stazione di Rogoredo, a Milano, immobile destinato alla figlia dello stesso Siri. Per la concessione di questo mutuo, che secondo quanto emerso è ad oggi regolarmente onorato, erano accusati di amministrazione infedele ai danni della Bac-Ibs, il direttore Marco Perotti, difeso dall’avvocato Alessandro Cardelli, e il vice-direttore Tiberio Serafini, difeso dagli avvocati Alessandro Petrillo, Nowacki Jacub e Alessandro Stolfi. Per l’accusa i due avrebbero erogato il credito in violazione delle regole di sana e prudente gestione concedendo il mutuo in assenza di adeguata istruttoria, di adeguate garanzie, nonostante il richiedente avesse a suo carico procedimenti penali aperti e nonostante fossero a conoscenza che l’immobile per cui veniva richiesto il finanziamento sarebbe stato intestato a soggetto terzo rispetto al richiedente. Sempre amministrazione infedele viene contestata agli stessi direttore e vice-direttore, relativamente ad un secondo finanziamento, per complessivi 600.000 euro (somma poi ridimensionata), a favore della TF Holding srl, società presentata alla banca dal capo segreteria di Siri, Marco Luca Perini, a sua volta presentato da Domenica Ferragù, vicina al direttore Perotti. Per quanto riguarda il secondo capo di imputazione, la contestazione è, invece, di ostacolo alla funzione di vigilanza di Banca Centrale. Di questo devono rispondere il vice direttore Tiberio Serafini e Flavia Astolfi, responsbile corporate identity, difesa dagli avvocati Gloria Giardi e Gianluca Giordani.

Secondo l’accusa avrebbero chiesto di eliminare riferimenti di conoscenza dei titolari della TF Holding srl da parte della direzione di Bac e di modificare alcuni passaggi non favorevoli del parere espresso sull’erogazione da parte del funzionario preposto della banca.

La prima udienza del processo Su questi fatti contestati, risalenti al periodo tra il 15 e 28 maggio 2019, nell’udienza di ieri davanti al commissario della legge Simon Luca Morsiani, hanno chiesto la costituzione di parte civile la Bac, tramite l’avvocato Alberto Selva, e la Banca Centrale rappresentata dall’avvocato Francesco Mazza. Richieste cui si è opposto l’avvocato Gloria Giardi, alle cui considerazioni si sono associate le altre difese. L’avvocato Giardi ha sottolineato come era partita l’indagine, prendendo le mosse da una ipotesi di corruzione riguardante la proprietà della banca nei confronti del senatore Siri, legata alla fornitura di gas. Ipotesi poi ar- chiviata che vide l’impugnazione della Procura fiscale che chiedeva maggiori indagini. Indagini che vennero svolte e portarono comunque all’archiviazione per quella ipotesi di reato. Circostanza, questa, richiamata comunque dall’avvocato Giardi per contrastare la costituzione di parte civile di Bac, considerato che i finanziamenti contestati vennero concessi anche per “opportunità istituzionale” della banca, secondo quanto risulta da una dichiarazione del direttore dell’epoca, richiamata ieri in aula. Il giudice Morsiani ha comunque ammesso la costituzione delle due parti civili, limitando tuttavia quella di Bcsm al solo capo di imputazione relativo all’ostacolo alla funzione di vigilanza.

Il patteggiamento L’avvocato Alessandro Cardelli, per conto del suo assistito, l’ex direttore di Bac, Marco Perotti, ha proposto il patteggiamento. Richiesta accolta dal procuratore del fisco Roberto Cesarini che, rilevando gli estremi di legge, ha dato il proprio parere positivo. Il commissario della legge Morsiani ha quindi esaminato la proposta di patteggiamento e il parere del pf, accogliendola. Ha quindi emesso sentenza, condannando l’ex direttore a 900 euro di multa a giorni, concedendo il beneficio della non menzione e compensando le spese di costituzione di parte civile, come acconsentito anche dalla stessa parte che tuttavia si è riservata le azioni di risarcimento del danno da espletare in sede civile. Stralciata la posizione di Perotti, l’ex direttore è uscito dal processo.

Le questioni preliminari Diverse le questioni premininari sollevate dagli avvocati Giordani e Giardi. La prima per la violazione dell’articolo 4 della Cedu, sottolineando che la loro assistita è stata già sottoposta a una sanzione amministrativa e il procedimento penale duplicherebbe in maniera sproporzionata le pene inflitte. Di qui la richiesta di non luogo a procedere. L’avvocato Giardi ha dal canto suo sottolineato la nullità del capo di imputazione. In primis perché viene contesto alla propria assistita un articolo di legge che non era in vigore all’epoca dei fatti. Quindi ha chiesto di dichiarare subito la non punibilità e la nullità del capo di imputazione. L’avvocato Giardi ha parlato di vizi molto gravi del rinvio a giudizio: “Non sappiamo neanche quale sia la fattispecie astratta di cui si deve rispondere”, ha detto. Poi ha aggiunto che la sua assistita è stata interrogata come testimone senza le garanzie dovute; quindi ha parlato di lunghi interrogatori con verbali sbagliati, in cui la prevenuta è stata per stanchezza indotta a confermare cose non corrette. “Una pressione sulla signora Astolfi insopportabile, anche per il timore di perdita del posto di lavoro”. Anche per questo viene chiesta ala nullità del capo di imputazione ma anche dei verbali entrati indebitamente nel fascicolo, secondo la difesa.

La discussione delle questioni preliminari proseguirà il 21 giugno.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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