San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 14 marzo 2023

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta mattutina 14 marzo 2023

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 13 – 17 MARZO

MARTEDÌ 14 MARZO – Mattina

Al primo appello questa mattina in Aula per la ripresa dei lavori consiliari manca il numero legale. Sono infatti presenti 28 consiglieri e i Capitani reggenti sospendono la seduta. Tutto liscio, invece, al secondo appello: con 44 consiglieri presenti i lavori ripartono, dal comma Comunicazioni. Tra i temi toccati dagli interventi dei consiglieri e dei segretari di Stato si spazia dall’accordo di associazione con l’Unione europea al caso del ciclista Antonio Tiberi, dalla sanità al bilancio fino agli asset su cui investire per lo sviluppo della Repubblica. Prettamente politico, invece, l’intervento del segretario di Stato per il Turismo Federico Pedini Amati che, confermando il sostegno agli interventi importanti che sta portando avanti il governo, avverte: “Se la pre-campagna elettorale è partita il mio partito non starà certo ferma”.

Concluso il comma Comunicazioni, il segretario di Stato per la Sanità Roberto Ciavatta legge la risposta scritta all’interpellanza presentata da Libera in merito ai servizi erogati dall’Iss, sia per quanto riguarda la Medicina di Base, sia le liste d’attesa e sia i servizi specialistici. Dopodiché si passa a una serie di nomine: per quanto riguarda le dimissioni di Andrea Zafferani da membro della commissione consiliare sul Fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata, Repubblica futura propone come sostituta Sara Conti, ma la nomina non va in porto perché non raggiunge la necessaria maggioranza assoluta di 30 voti, fermandosi a 28. Esito diverso per la sostituzione di Zafferani, sempre con Conti, all’interno del Gruppo nazionale della
Repubblica di San Marino presso l’Unione interparlamentare: in questo caso i voti a favore sono 34.

I partiti di maggioranza interessati decidono di soprassedere sulle tre nomine seguenti previste ai commi 4, 5 e 6: quella di un membro in seno al Collegio dei sindaci revisori dell’Iss; del Segretario generale dell’Autorità per l’Aviazione civile, la Navigazione marittima e l’Omologazione della Repubblica di San Marino; di un membro del Consiglio direttivo della Banca centrale della Repubblica di San Marino a seguito di non accettazione dell’incarico da parte di Giacomo Volpinari.

Nel primo caso, dopo l’accertata incompatibilità di Daniela Mina, Rete soprassiede alla nomina e, come spiega il consigliere Gloria Arcangeloni, “non si tratta di una non accettazione dell’incarico, il curriculum di Mina non era aggiornato al momento della nomina che faremo entro la prossima seduta di Consiglio grande e generale”. Non ci sta Matteo Ciacci di Libera: “Da troppo tempo la nomina è in ballo- replica- si parla dell’Iss e di un ospedale in forte difficoltà. Per cui è necessario far sì che gli organismi di controllo siano al più presto ricomposti integralmente”.

Ad annunciare il rinvio della nomina del segretario generale dell’Aviazione civile, è, in sostituzione del collega alle Finanze Marco Gatti, il segretario di Stato per il Lavoro Teodoro Lonfernini; mentre sulla mancata nomina in Banca centrale annunciata da Rete si apre un breve dibattito durante il quale Libera e Repubblica futura chiedono conto della scelta di Rete. Come spiega il consigliere Gian Matteo Zeppa, Bcsm è “un organismo importante e non dobbiamo avere il fuoco sulla coda. In coerenza anche con il percorso approvato da tutto il Consiglio grande e generale che prevede una serie di step e di non mettere persone a caso”.

Si passa così alle dimissioni di Wilson Renzi da membro della Commissione sammarinese per l’attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, con la proposta delle organizzazioni sindacali di sostituirlo con Marinella Chiaruzzi, proposta accolta con 28 voti favorevoli e due non voto.

L’ultimo atto della mattinata prevede la ratifica di 19 tra decreti legge e decreti delegati. I Capitani reggenti sospendono temporaneamente la seduta: alla ripresa vengono presentati da governo e maggioranza emendamenti su una serie di decreti e l’opposizione chiede lo scorporo anche di tutti gli altri stigmatizzando a più voci il ricorso eccessivo alla decretazione.

Dopo un dibattito generale la seduta termina e riprenderà alle 15  dall’analisi dei primi decreti.

 

Di seguito un riassunto dei lavori

 

Comma 1: Comunicazioni

Pasquale Valentini, Partito democratico cristiano sammarinese: dell’orgoglio democristiano tirato in ballo non ci si deve vergognare, ma non voglio intervenire con una logica di contrapposizione. Ho difficoltà a riconoscermi nella modalità con cui viviamo il comma comunicazioni e il Consiglio in generale. Mi muove la responsabilità nei confronti del ruolo e guida che abbiamo. Il Paese deve sapere cosa la politica intende fare. Non voglio dare lezioni a nessuno, ma quando vedo certe cose voglio mettere in guardia a non commettere errori già fatti, quando si intraprendono vie virtuose e un po’ alla volta le abbandoniamo senza completare i percorsi. Quando è stato annunciato il percorso di associazione, l’Ambasciata tedesca, la Germania aveva la presidenza, organizzò a Roma un ricevimento con tutte le Ambasciate per fare presente il percorso che San Marino voleva fare. Siamo stati tempestati di domande e a una dobbiamo rispondere ancora: come fate a sostenervi? La domanda sulla sostenibilità economica è diventata ancora più impellente, perché capisaldi come segreto bancario e anonimato societario sono venuti meno. Quali sono allora gli asset su cui abbiamo sostenuto la nostra sensibilità, non solo economici, anche culturali, che riguardano l’identità del Paese, la capacità di solidarietà e la compatibilità con i percorsi di integrazione europea. Due passaggi di Clara Boscaglia di 40 anni fa sono ancora validi: questo tema della sostenibilità è quanto mai attuale e l’Fmi ha riconosciuto che la nostra economia ha assetti positivi. Ma domandiamoci a cosa è dovuto, a fattori che possiamo propagandare o ancora di cui non possiamo adeguatamente parlare? È una domanda che ci dobbiamo porre, abbiamo elogiato la lectio magistralis di Barbero che ha detto due cose importanti: il Medioevo non è stato un buco nero ma un’epoca piena risorse, dopo le pesti e i guai economici è emersa una capacità di reazione straordinaria che oggi non c’è. Chiediamoci in che direzione vogliamo andare, la direzione di tutto il Paese.

Emanuele Santi, Rete: il caso del ciclista Antonio Tiberi ispira due considerazioni: da una parte occorre fare un ragionamento vero su come e a chi sono vendute le armi a San Marino. Il tema da diversi anni non viene trattato. E servono pene più severe per chi uccide animali. Sempre sull’attualità politica, nel campo giustizia, in Tribunale, c’è una sorta di senso di impunità che ha regnato per tanti anni nella popolazione, ma se si vedono i processi ora è meno forte. Quanto messo in campo da maggioranza e governo, con gli strumenti giusti, è da sottolineare, se si sono costituite molte parti civile lo dobbiamo anche all’azione di governo. La speranza è di arrivare fino in fondo e riprendere il maltolto da chi ce l’ha sottratto. Dagli articoli del sindacato emerge l’incremento dei debitori verso lo Stato, come governo e maggioranza dobbiamo migliorare. Dalla commissione Antimafia sono emersi elementi di criticità, in certi settori, sempre gli stessi, ci sono personaggi che aprono e chiudono società e lasciano buchi milionari. Dobbiamo fare di più. Sappiano nomi e cognomi, sono sempre gi stessi. E i buchi che lasciano nelle casse dello Stato sono sempre maggiori, servono maggiori controlli preventivi e sui settori a rischio. In commissione Sanità l’Iss ha messo in luce tutta una serie di azioni messe in campo per risolvere annosi problemi. Nell’audizione, al di là delle polemiche, acclarata la volontà di risolvere i problemi, siamo ancora in fase embrionale e cose sono tante. Però non si può continuare la campagna mediatica di denigrazione dell’ospedale che è una struttura appetibile con fori di professionisti. c’è da risolvere la questione della Medicina di base e c’è un nuovo progetto, ma basta demagogia

Andrea Zafferani, Repubblica futura: in questo Consiglio, come in alcuni precedenti, di argomenti sostanziali ce ne sono ben pochi. Sembra di essere a fine Legislatura, ma non lo siamo e sono un po’ preoccupato se andiamo avanti così per un anno e mezzo. Il segretario di Stato Beccari ha sottolineato il miglioramento dei conti pubblici, ci sta, ma mi auguro che oltre alla propaganda sia chiaro il quadro della situazione e gli interventi da mettere in campo. Le certificazioni degli organismi internazionali sono andate all’ingiù e anche l’Fmi ha mostrato diverse criticità dalle pensioni all’Igr, dalle banche al debito da ricollocare. Due situazioni devono preoccupare: le entrate dello Stato sono sostenute solamente dall’nflazione. Le imposte dirette, depurate dall’inflazione, sono calate dell’1,46% e le previsioni per il 2023 mostrano un calo del 13%. Stesso trend per le altri voci di entrate. Poi c’è il debito da rinnovare con i tassi che si stanno alzando. Il sistema economico va forte ed è la nostra forza, con una grande mole di investimenti delle aziende fatti nel 2017-2019 che ha permesso oggi di ripartire. Ma vanno sostenuti con leggi e mi pare che non vanno più così bene. È un problema per i prossimi anni. Come pensate di sostenerli? Ci sono diverse criticità da affrontare, siamo in una situazione di bilancio molto problematica, bisogna guardare più in là di domani ma mi sembra che siano interessi alieni all’Aula.

Massimo Andrea Ugolini, seg di Stato per la Giustizia: si pubblicizzano tutte le inefficienze del governo ma ricordo che ci sono fatti tangibili. Quando il governo si è insediato la liquidità era ai minimi storici, e la segreteria di Stato per le Finanza ha diversificato il debito e messo in campo una gestione prudenziale della liquidità. C’erano interventi economici e riforme da fare e il governo con 1.000 difficoltà ha fatto le riforme della giustizia, del lavoro e delle pensioni, è intervenuto per le famiglie, ha messo in piedi l’accordo storico con l’Ue storico. Il tutto senza supporto esterno. Abbiamo investito sul lavoro, anche con la pandemia da gestire, sulle aziende, perché il sistema non crollasse. Ora sii lavora sulla riforma Ir. Dunque dire che non siamo intervenuti sulle riforme non è vero. Anche la raccolta bancaria ha un trend diverso. E senza sacrifici per la popolazione. La Dc è unita, ha un dibattito interno anche acceso perché se vengono portati dei documenti vanno approfonditi, ma c’è una linea netta di demarcazione, come ha dimostrato l’esposto alla Reggenza sul sistema bancario e gli eventi che oggi emergono dalla cronaca. Una linea netta che alle elezioni ha portato a escludere Repubblica futura e per me la linea politica rimarrà quella.

Gaetano Troina, Domani Morus Liberi: la questione delle truffe si differenzia dai controlli, servono interventi specifici per il consumatore e c’è un progetto di legge di tutela che prevede per esempio la class action. Sui debitori dello Stato non penso che il problema si risolva con controlli preventivi. Si deve potenziare la normativa tributaria in ambito di accertamento e recupero, individuare una soglia rilevante e intervenire immediatamente al raggiungimento. Servono sistemi di monitoraggio. Va potenziato l’Ufficio tributario, senza impedire la crescita di chi lavora onestamente. Alla collettività sono stati offerti sevizi importanti come garantirne la sostenibilità è la domanda. Sono d’accordo che serve pianificare per individuare gli asset su cui il Paese vuole investire e farlo nella consapevolezza della trattativa con l’Ue. San Marino è un piccolo Stato e se recepisce tutte le normative Ue perde ogni sua potenzialità e prerogativa. Occorre valutare insieme le prerogative di cui non fare a meno. Sui mutui e acquisto prima casa sono contento che se ne sia parlato e sono sicuro che il governo ci lavori anche se è complicato. Occorre garantire che i cittadini riescano a pagare le rate del mutuo, altrimenti si rischia che le eccezioni diventino costanti. Presenteremo diverse proposte e c’è l’intenzione di intervenire.

Federico Pedini Amati, segretario di Stato per il Turismo: sul caso Tiberi, occorre rivedere le pene e la vendita di armo, ma c’è anche il tema del mantenimento delle residenze atipiche. Dal punto di vista politico è inutile fare finta che non sia partita una pre-campagna elettorale, purtroppo nell’anno del percorso di associazione europea, conosco questi giochini. Un po’ tutti i partiti di maggioranza hanno preso le distanze da un certo modo di fare politica di Repubblica futura. Il Psd non l’ha fatta partire ma non si può stare fermi. Occorre ragionare con tutti sul futuro senza escludere chi è avallato o no da qualcuno. Non starò a guardare perché non mi va bene come è partita la pre-campagna, la cartina di tornasole arriverà. Se andiamo verso un debito pubblico esistente e l’accordo di associazione europea servono garanzie di gestione e non credo le possa garantire un partito con i cespugli. Se il Psd parla con qualcuno è il più cattivo, se gli altri lo fanno va tutto bene. Decidiamoci. Il mio partito è stato bistrattato ed è stato l’unico a non fare mosse politiche, ora non ho intenzione di stare fermo. Garantirò l’apporto sull’accordo di associazione, sul debito e altre cose importanti, però non pensate che qualcuno si può muovere e gli altri stanno fermi.

 

Comma 6 Nomina di un membro del Consiglio Direttivo della Banca Centrale della Repubblica di San Marino a seguito di non accettazione dell’incarico

Alessandro Bevitori, Libera: è superfluo ricordare il ruolo di Bcsm eppure dallo scorso anno ci barcameniamo per arrivare ancora a oggi a soprassedere su questa nomina. E dopo la pantomima  sulle dimissioni. Paese e Istituzione sono in imbarazzo ma questo pare essere il modus operandi di una maggioranza che se ha già decretato il rompete le fila non mi interessa. Bcsm non va tratta così, manca progettualità e si naviga a vista.

Nicola Renzi, Repubblica futura: all’inizio la mancanza del nuero legale, ora queste nomine non fatte. Sono tutti in pre-campagna e cercano nuovi voti. Ma la politica ha il compito di farsi capire da chi ascolta fuori e in molti non lo assolvono. C’è un distacco totale tra l’Aula e la popolazione, parliamo di cespugli e alleanze, l’assurdità più totale. Faccio due valutazioni sulla mancato nomina: o Rete non trova una persona da mettere nel cda di Bcsm, e non può essere. Volpinari si dimette con una lettera che lascia intendere che qualcosa non va, Rete prova a rinnovarlo e Aula lo vota. Lui non accetta e per due volte la sostituzione non va a fondo, troppe cose non tornano. Cosa sta succedendo? Perché l’Aula non ha un nome? C’è una logica che porta Rete a non effettuare la nomina. Perché? I cittadini lo devono sapere. Non punto il dito, può essere che nella logica di Rete ci sia qualcosa di buono, ma le motivazioni vanno esplicitate.

Matteo Ciacci, Libera: questa nomina è diventata particolarmente strategica. Rete, legittimamente, aveva deciso di avviare un’azione di discontinuità in Bcsm, con tanto di lettera rovente di Volpinari. Questa battaglia legittima mi pare sia stata frenata da esigenze politiche: tanto è vero che non si trova il nuovo membro. Cosa vuole fare Rete di questa Bcsm e del presidente che andrà in scadenza a maggio? Non c’è stato un chiarimento interno sulla pulizia in Bcsm e Volpjnari non ha potuto accettare l’incarico. Rete deve sciogliere il nodo e l’Aula deve interrogarsi su Bcsm che va ingaggiata sulle questioni fondamentali come Ue, debito e memorandum con Banca d’Italia.

Gian Matteo Zeppa, Rete: un odg dell’opposizione su Bcsm è stato condiviso e approvato, e impegna il governo a presentare entro giugno il progetto di legge di modifica dello statuto di Bcsm. Capisco si faccia scandalismo su nomina del genere, ma trovare una persona della stessa rettitudine di Giacomo Volpinari non è semplice. Se volevamo essere leggeri avremmo fatto un nome qualsiasi. La responsabilità anche per un percorso condiviso va apprezzata, è un organismo importante e non dobbiamo avere il fuoco sulla coda. In coerenza anche con il percorso approvato da tutto il Consiglio grande e generale che prevede una serie di step e non mettere persone a caso: la coerenza paga, serve un’analisi seria in commissione sul futuro di Banca centrale. E si dovrebbe tacere sulle deposizioni in tribunale.

 

Comma 8 Ratifica decreti legge e decreti delegati

Guerrino Zanotti, Libera: La seduta è stata sospesa per i tanti emendamenti presentati e non concordati neanche in maggioranza. Da lungo tempo si legifera per decreto e questa è solo una minima parte. Per cui programmare di diluirli in più sedute è inutile. Si trattano argomenti importanti, si modificano in alcuni casi leggi appena approvate, alcune volte in maniera radicale, senza nessun confronto e con deleghe in bianco su decine di leggi. Per questo chiedo lo scorporo di tutti i decreti.

Matteo Ciacci, Libera: chiediamo di scorporare tutti i decreti anche per stigmatizzare la modalità filogovernativa e filodecreto del governo che fa e disfa. È svilente per la discussione istituzionale e per il ruolo delle commissioni e del Consiglio, la cui centralità era nel programma di governo. C’è una sfilza di decreti, il modus operandi non è congruo. Il metodo non ci piace e continua da tempo, vogliamo dare un messaggio forte; basta con la decretazione, lavoriamo a livello di attività normativa e legislativa non con le 1.000 deleghe e gli emendamenti all’ultimo. Ridiamo centralità al Consiglio come sostenuto nel programma di governo, Libera vuole discutere qua dei problemi del Paese.

Nicola Renzi, Repubblica futura: è un questione politica. Il giochino di chi è all’opposizione che si lamenta dei decreti e il governo lo fa è vecchio di anni. Ma oggi c’è una novità. Uno spettacolino squalificante per la maggioranza: si interrompe la seduta perché sono stati depositati emendamenti e non è richiesto dalle opposizioni. Non erano pronti alle modifiche sui decreti, dunque non c’è stato confronto efficace e rimangono posizioni antitetiche. Su scelte strategiche ci sono visioni diverse. Così è difficile valutare nel merito. Ci sono vari emendamenti presentati da singole forze politiche della maggioranza, si deve tirare la conclusione politica. Se l’indirizzo politico non è sostenuto, delle valutazioni ulteriori vanno fatte. Le leggi, tolte quelle semplici, si contano sulle dita di due mani, il nostro sistema va sempre più con la modalità dei decreti. Il problema è la funzionalità della democrazia rappresentativa e del ruolo del Coniglio grande e generale, la riflessione non è più rinviabile.

Michele Muratori, Libera: è giusto denunciare una modalità che ha una potenziale deriva pericolosa. Già ai tempi del bilancio abbiamo stigmatizzato l’utilizzo eccessivo della decretazione. Non si può eliminarla del tutto, ma sul legiferare con questo sistema si è passato il limite. Un progetto di legge ha un iter ben identificato per dare l’opportunità di intervenire e riflettere. A 10 minuti dal comma vengono invece presentati gli emendamenti. Stiamo esautorando la funzione dei consiglieri e il potere esecutivo dei segretari di Stato fa il bello e il cattivo tempo, dobbiamo difendere questa democrazia e denunciare che spesso in Aula si arriva alla votazione e alla discussione senza conoscere le modifiche al decreto.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: la decretazione delegata per essere ammessa deve avere una specifica delega e molto spesso i decreti sono fintamente delegati. E dovrebbe essere illegittima la loro ammissione.  Inoltre le deleghe dovrebbero indicare una modalità di attuazione, non entrare nel merito e modificare le leggi. Il governo cambia le leggi con uno strumento che ha gradazione inferiore rispetto alle norme ordinarie, il decreto. Siamo al paradosso di una maggioranza che all’opposizione ha sempre criticato gli abusi sulla decretazione, il governo non fa leggi ma decreti ed è grave perché strozza il dibattito e non permette l’approfondimento. Fare tutto questo è illegittimo. Ci sarebbe da chiedere il parere di esperti. Non possiamo procedere in questa maniera è prodromo a un sistema che annulla i presupposti della democrazia. Alcuni decreti presentati sono talmente complicati da rendere non chiara l’applicazione delle norme. Oggi facciamo una protesta formale. Chiederemo sempre che tutti i decreti vengano scorporati.

Grazia Zafferani, Gruppo misto: è una battaglia politica contro la decretazione senza limiti. Sono uscita dalla maggioranza anche per la discussione sul decreto per promuovere il distretto economico-sociale. Ma è solo un esempio, le responsabilità sono del Consiglio grande e generale, e di una maggioranza che in Finanziaria ha concesso 38 deleghe al Congresso di Stato per elaborare decreti. E si toccano la sicurezza del Paese, il lavoro, le politiche sociali. Magari in maggioranza non siete d’accordo con i decreti, ma comunque si incide sulla vita delle persone e veniamo da tre anni di emergenza. Risolviamo i problemi con i decreti? Sapendo che si muovono le alleanze per un nuovo governo? Fate cadere il governo e si riscriva il programma elettorale. I ruoli nell’ordinamento sono chiari.

 

Andrea Zafferani, Repubblica futura: con i decreti almeno c’è qualche provvedimento in Aula, ma dal punto di vista del metodo la questione è delicata e complessa. La semplificazione normativa rimane un miraggio. Vista la mole di decreti ed emendamenti, un po’ di tempo per analizzarli sarebbe utile. Anche perché forse neanche la maggioranza li ha visti. La lettera dei sindacati arrivata ieri, per esempio, critica emendamenti che non conosco. Rete osteggiava questa modalità prima di andare al governo e dovrebbe combatterla se vuole essere coerente. Inoltre alcune forze di maggioranza presentano emendamenti ai decreti, poi il 90% vene bocciato e non succede niente. È un atteggiamento discutibile.

 

San Marino News Agency

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