San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeridiana 22 dicembre 2022

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeridiana 22 dicembre 2022

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 14– 23 DICEMBRE

– GIOVEDÌ 22 DICEMBRE – Seduta del pomeriggio

Nella giornata odierna va avanti l’esame dell’articolato della Legge di Bilancio 2023, affrontando  gli ultimi pacchetti di emendamenti dei gruppi consiliari, in particolare di Libera e Domani Motus Liberi. Viene accolto all’unanimità un emendamento proposto da Libera e poi riformulato e concordato da tutti i gruppi consiliari relativo “Mutuo prima casa”. Respinti tutti gli altri.

Si riparte dalla serie di emendamenti di Libera aggiuntivi all’articolo 5, in particolare dall’emendamento di un Articolo 5-novies (Bonus Bollette), il cui esame era già iniziato ieri notte. La proposta di Libera mira a ridurre l’effetto dei rincari delle utenze, attraverso l’istituto di un bonus, applicato mediante uno sconto percentuale in bolletta, di cui possono beneficiarne “famiglie in stato di bisogno accertato dall’Icee”, per uno stanziamento complessivo  previsto di 1 milione di euro. Marica Montemaggi, Libera, chiarisce che la cifra dello stanziamento da 1 mln di euro è “simbolica, c’è infatti la disponibilità di valutare insieme a governo e maggioranza le possibilità”. Intento del gruppo proponente è che “non siano solo le famiglie a dover pagare sempre e comunque i rincari per le necessità dello Stato- sottolinea- il governo non ha previsto aiuti in questo senso, mentre è un tema che tutti i Paesi stanno affrontando”. Alessandro Bevitori, Libera, chiede al Segretario per le Finanze a che punto è l’Icee: “Sono tre anni che si fanno delle  ‘prove’- lamenta- forse è il caso di intervenire”. Dal gruppo Misto- Mis, Denise Bronzetti anticipa il suo sostegno all’emendamento che “smuove le coscienze” e “si propone di non lasciare indietro le persone in difficoltà”. “I soldi del debito dove pensate di metterli- manda a dire Matteo Ciacci, Libera- se non aiutando famiglie e imprese? Ancora non avete fatto nulla per sostenerle in questa emergenza contingente”. L’emendamento viene infine respinto.

Libera ritira alcuni degli emendamenti aggiuntivi, alla luce dell’accordo per concludere l’esame della Finanziaria con la maggioranza, ma si discute  dell’Articolo 5-undecies “Lavoro prestato dagli amministratori”, respinto, e per seguire dell’articolo 5-terdeciesAvvio di imprese” e di quello in subordine  articolo 5-quaterdecies con cui Libera propone di vincolare gli istituti di credito sammarinesi all’instaurazione del nuovo rapporto bancario in favore di società di diritto sammarinese, per consentire il versamento, previsto per legge, del capitale sociale. In subordine: si chiede che il versamento possa essere fatto in istituti del circuito Sepa.

Obiettivo, spiega Alessandro Bevitori, Libera, è “consentire il versamento del capitale sociale e facilitarlo a chi ha tutti i requisiti per sviluppare la propria azienda, però si trova spesso limitato, perché oggi la banca può dire ‘ a me quel settore merceologico non interessa’”, e selezionare così chi può aprire un conto presso di essa, “ma se tutte le banche ragionassero così- prosegue Bevitori- non possiamo più lavorare”.  Eva Guidi, Libera, motiva l’emendamento: “E’ positivo che le aziende di credito siano diventate più selettive- spiega- le banche possono anche seguire certi criteri, è pure vero che agli imprenditori deve essere data la possibilità di potersi appoggiare a strumenti di tipo bancario”. Francesco Mussoni, Pdcs, riconosce l’esistenza del problema: “L’obbligo del versamento di capitale sociale può determinare una sorta di nulla osta e discrezionalità delle banche, il fenomeno un po’ esiste e questo articolo apre una discussione sul tema, ma non vedo la soluzione- conclude- forse aprire un ragionamento nei modi più giusti ci può stare”. Anche il Segretario di Stato Gatti riconosce il problema per società che fanno fatica ad adempiere al versamento del capitale sociale, ma non condivide le proposte avanzate da Libera. Nella prima “vedo un rischio reputazionale e l’antiriciclaggio tutto in capo alla banca- spiega- questa soluzione è problematica”, mentre con la seconda soluzione, volta ad aprire al circuito esterno, “vedo il problema che San Marino poi non ha la possibilità di verificare che quel versamento è stato fatto o meno- chiarisce- perché lo scambio di informazione è consentito per accertamenti fiscali non a fini civilistici”. La soluzione praticabile piuttosto, suggerisce, potrebbe essere seguire le modalità italiane del versamento, da parte dei promotori della società, ‘preventivo’ dei tre decimi di capitale sociale, per instaurare un rapporto bancario prima che il soggetto giuridico venga istituito.”Ma è una soluzione che va approfondita”, chiosa. Bevitori infine auspica che si dia la risposta agli imprenditori prima possibile.I due emendamenti sono quindi respinti.

Si torna a parlare della vicenda dei correntisti ex Banca Cis all’emendamento Articolo 5 vicies,  “Ccr allargato per soluzioni a problematiche correntisti ex Banca Cis”. “Le vicende della banca sono note come è emerso dalla relazione commissione di inchiesta – spiega michele Muratori, Libera- si è capita la genesi di tutti i problemi di quella banca e gli unici che stanno pagando veramente sono tutti quei cittadini che hanno investito lì i loro soldi e oggi si ritrovano con il cerino in mano, con dei titoli a scadenza tra 20 anni”. Muratori esorta quindi tutta la classe politica a “fare qualcosa” e “da qui nasce l’appello di dare mandato al Sds Gatti di convocare una seduta del Comitato credito risparmio- spiega- anche per trovare una soluzione celere e per dare risposta a tutte quelle famiglie che si vedono bloccati i loro risparmi creando situazione anche molto complesse”.  Il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, replica ricordando che se lo Stato non fosse intervenuto “i correntisti  avrebbero perso tutti i loro soldi”. E sollecita piuttosto a convocare un’audizione in Commissione consiliare Finanze sul tema con i soggetti che si reputano più idonei.  L’emendamento viene respinto.

Esito diverso per l’ultimo emendamento della “batteria” di Libera, aggiuntivo Articolo 5 vicies bis “Mutuo prima casa” su cui si raggiunge un accordo con la maggioranza e il capogruppo di Libera Matteo Ciacci annuncia il ritiro della versione originaria, per dare lettura di una nuova versione, sottoscritta da tutte le forze presenti in Aula.  Lo illustra Matteo Ciacci. “Alla luce dei rialzi dei tassi di interesse sui mutui e del caro vita, riteniamo opportuno alzare il tetto sui redditi previsti come requisito e alziamo i limiti da 35 a 45 mila euro per reddito familiare, e da 25 a 35 mila per il reddito pro capite del nucleo di almeno 2 persone”. Inoltre “c’è la specifica per interpretare il terzo membro- in genere il figlio- di solito conteggiato 10 mila euro pro capite, per evitare- chiarisce- le distorsioni, quella cifra deve essere intesa come massimale. Se ci sono poi redditi ulteriori non devono essere conteggiati”. 

L’emendamento concordato viene approvato infine all’unanimità con 39 voti favorevoli su 39 presenti.

Dopo l’approvazione dell’Articolo 6, segue la presentazione di un pacchetto di emendamenti proposti da Domani Motus Liberi. Si parte dell’emendamento aggiuntivo Articolo 6 bis “Società di professionisti”.   La finalità è quella di “stimolare una riflessione sui testi di due riforme importanti, approvate di recente- spiega Gaetano Troina-  anche a fronte di segnalazioni emerse da parte di categorie e cittadini”. “E’ normale- prosegue- che quando si affronta un tema complesso come una riforma, nel breve periodo emergano difficoltà applicative e la necessità di correzioni sui testi”. Nel dettaglio, l’emendamento è la proposta di abrogazione dell’articolo 30 della riforma pensionistica e la riproposizione della formulazione originale della normativa sulle società  di professionisti. “Sono numerose le segnalazioni pervenute dagli ordini professionali- motiva il consigliere- su problematiche applicative del testo che andrà in vigore a gennaio”.
Il Sds per la Sanità, Roberto Ciavatta, conferma l’orientamento contrario alla proposta, già avuto su questo tema in fase di discussione della riforma. “La volontà è quella di creare condizioni uguali- sottolinea- e di equiparare con questa norma la società di professionisti ad altre società, riportando i lavoratori sullo stesso piano”. Troina replica infine che l’emendamento voleva essere un invito “per far tornare la normativa interessante per i professionisti, in modo che possa essere effettivamente fruita”. L’emendamento viene respinto.

Dml ritira poi l’Emendamento aggiuntivo di un articolo 6-ter  “Lavoro agile”, riservandosi di presentare un Ordine del giorno in un prossimo Consiglio, per l’apertura di un tavolo di lavoro per arrivare a una soluzione per potenziare questo strumento. Viene ritirato anche l’emendamento successivo, mentre si apre un dibattito articolato sull’emendamento aggiuntivo di un articolo 6-quinquies “Studente – Atleta”, con cui si prevede una delega per arrivare a un decreto che porti ad un “percorso di didattica sperimentale per la scuola media inferiore, superiore e Cfp” per gli studenti che svolgano attività sportiva agonistica-professionale.

“La proposta riguarda una migliore e possibile tutela di giovani e giovanissimi che si impegnano in un’attività sportiva- spiega Michela Pelliccioni, Dml- in modo che possano coniugare al meglio le difficoltà nel sostenere attività a livello agonistico e professionistico, con gli obblighi collegati  all’impegno scolastico”. Esiste, spiega, una disciplina quadro legata all’istruzione che permette già di disciplinare la materia, ma “è importante un confronto su questo argomento”, chiosa. “Non bastano i permessi scolastici- suggerisce poi Pelliccioni- vanno contemperate necessità come la regolamentazione di orari predefiniti per le interrogazioni, nel caso ci siamo impegni sportivi nel fine settimana, o modalità di partecipazione on line”.

Denise Bronzetti, Mis- Gruppo misto, anticipa l’accordo sull’emendamento e suggerisce di declinare quanto già esiste in Italia a riguardo: “Potremmo anche mutuare questo tipo di accordo e farlo in fretta”.  Nicola Renzi, Rf, reputa la proposta interessane e chiede in particolare se la richiesta riguardi un curriculum ‘semplificato’ per gli studenti-atleti. Per Francesco Mussoni, Pdcs, il tema sollevato è “interessante, ma inadeguato per una Finanziaria”. E suggerisce di aprire il tema piuttosto nella commissione consiliare preposta. Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete, sottolinea come carente l’emendamento, perché non include studenti dediti, per esempio, ad attività artistiche, al Conservatorio, o anche al volontariato.  Per Mariella Mularoni, Pdcs, docenti e scuola sono già molto sensibili alle esigenze degli studenti atleti, nel calendarizzare le prove. “E’ un tema che dovremo affrontare- riconosce-  con il coinvolgimento delle Segreterie competenti e del mondo scuola, ma non è questa la sede per approvare un emendamento di questo tipo”.

Gian Nicola Berti, Npr, non si esprime sull’opportunità di approvare l’emendamento, ma ringrazia i proponenti perché è “un argomento su cui è bene che la Segreteria allo Sport e quella alla Cultura aprissero un focus deputato a creare innovazione e a dare risposte alle necessità dei nostri studenti-atleti”. Mirco Dolcini, Dml, risponde a chi sostiene il tema sia inadeguato in Finanziaria: “Mi sembra si utilizzino due pesi su due misure- manda a dire- il tema sarebbe inadeguato se facessimo Finanziarie in cui si parla solo di temi finanziari, invece a volte passa di tutto”.

Infine, interviene il Sds con delega allo Sport Lonfernini: “E’ un emendamento che poco centra con la logica di una legge di bilancio che dobbiamo cercare di mantenere il più possibile tecnica”. Ma è un principio, assicura, che può sicuramente essere incluso nell’aggiornamento della Legge sullo Sport, su cui si inizierà a lavorare e a confrontarsi da gennaio. L’emendamento viene infine respinto.  

Con il ritiro dell’ultimo emendamento di Dml, inizia l’esame dell’Articolo 7, uno dei più criticati dall’opposizione, “Deleghe del congresso di Stato”, con cui sono previste 18 deleghe per l’esecutivo, per approvare appositi decreti delegati entro 31 dicembre 2023 in diversi ambiti: dall’adeguamento alle disposizioni europee nel settore radioamatoriale o per erogare contributi a privati per la realizzazione di eventi e manifestazioni turistico-culturali e sportive, o ancora per disciplinare agevolazioni per riqualificare alberghi o ristoranti, per favorire l’efficentamento energetico degli edifici…

Sull’articolo 7 vi è un emendamento tecnico del governo, mentre Libera annuncia il ritiro di un numero corposo di emendamenti per l’accordo raggiunto con la maggioranza. Si sviluppa così un dibattito in cui l’opposizione esprime tutta la sua contrarietà all’articolo e c’è chi lo addita come incostituzionale. Punta il dito sul metodo del congresso, Nicola Renzi, Rf: presentando l’articolo 7, il governo “non ha idea di cosa voglia fare- stigmatizza- dice ‘mi apro mille deleghe e poi vediamo’, non è accettabile, così spoglia il ruolo dei consiglieri e ci trasforma tutti in spingi- bottoni. E’ inconcepibile e su questo sì che bisognerebbe fare ostruzionismo”.

Per Eva Guidi, Libera, l’articolo è “una cosa vergognosa”. In primis per il metodo: “E’ questo il modo- manda a dire- di portare il dibattito anche su argomenti di importanza fondamentale per un paese come il nostro?”. E rileva: “Ci sono deleghe per correggere leggi emanate appena10 giorni fa o sulla cittadinanza, non va a snellire niente”.

Dalla maggioranza, anche Pasquale Valentini, Pdcs parla di un metodo di produzione di decreti che “sta degenerando”. E fa notare: “Stiamo creando la situazione in cui l’assetto normativo non è più chiaro, ovvero ci sono materie non regolamentate rispetto cui diciamo che verranno regolamentate per delega”. Marica Montemaggi di Libera, chiede la verifica di costituzionalità dell’articolo. Replica Gian Nicola Berti, Npr: “Forse il Sds alle Finanze ha commesso la colpa di aver scritto tutte le deleghe in un unico articolo,e  le colpe sono tutte le sue- rileva- ma non si può parlare con toni di incostituzionalità di un norma limpidamente costituzionale”.

Francesco Mussoni, Pdcs, cerca di placare “l’emotività”: “E’ un metodo condiviso dalla maggioranza- evidenzia- e se ci sono approfondimenti da fare, li faremo, ma stiamo semplicemente concentrando in un articolo quello che facevamo in 10-12 articoli”.  Per Paolo Rondelli, Rete, infine il Segretario Gatti ha avuto il pregio di “mettere nero su bianco le deleghe, piuttosto che nasconderle in vari articoli”. Ben venga la sua responsabilità, anche se “emerge pure una situazione di metodo da migliorare- ammette- perché obiettivamente è questa una prassi consolidata da molte legislature e va migliorata con un’azione normativa più parlamentare e meno governativa”. Infine, “non vedo soluzioni a breve- conclude- se non appoggiare questo articolo che fa emergere chiaramente un problema”.

La seduta termina, il dibattito sull’articolo 7 proseguirà nella seduta notturna che, molto probabilmente, per consentire la conclusione dell’esame del bilancio entro domani, si protrarrà oltre le 24.  

San Marino News Agency

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