San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta di martedì 27 settembre 2022

San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta di martedì 27 settembre 2022

Il secondo  giorno di Consiglio Grande e Generale riparte dal dibattito sul  Progetto di legge “Riforma delle norme relative all’occupazione”, presentato dal Segretario di Stato per il Lavoro Teodoro Lonfernini.

Nel dibattito emerge una “posizione sospesa” espressa dai consiglieri di Libera, a causa dei numerosi rinvii contenuti nel testo a decreti delegati, mentre i consiglieri di Repubblica futura si dicono non contrari aprioristicamente al Pdl, di cui evidenziano però “luci ed ombre”. Dalla maggioranza invece, gli interventi sottolineano la rilevanza della seconda riforma strutturale portata all’attenzione del Consiglio e del lungo confronto avuto con categorie e sindacati, confronto che proseguirà, come assicura lo stesso Segretario di Stato Lonfenini in replica, sui punti nodali del provvedimento evidenziati nel corso del dibattito.

I lavori consiliari si concludono in anticipo, in giornata, con la ratifica dei decreti delegati e decreti legge e la votazione degli ordini del giorno presentati ieri in comma Comunicazione.  In particolare, viene respinto l’Odg presentato da Libera con 29 voti contrari e 9 a favore, per richiedere, sostanzialmente, di rinviare la convocazione della Commissione IV per l’esame della riforma pensionistica e avere più tempo per un approfondimento. L’orientamento del governo, cui si associa la maggioranza, è contrario all’Odg di Libera, come spiega il Sds per gli Affari interni, Elena Tonnini: “Questa proposta arriva nel momento in cui il governo sta valutando se rinviare la convocazione della commissione- spiega- sono valutazioni che stiamo facendo e ad oggi non siamo nelle condizioni di votare un odg”.
Viene infine approvato l’Ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi con un non votante e 37 voti a favore, che condanna il governo iraniano per le violenze perpetrate contro i manifestanti pacifici che in tutto il Paese scendono in piazza dopo la morte dei Mahsa Amini, ragazza curda arrestata perché indossava male il velo, e poi torturata in prigione.  In particolare l’Odg“dà mandato alla segreteria di Stato per gli Affari Esteri affinché agisca adottando ogni sforzo e ogni azione possibile in tutte le sedi internazionali per esprimere una posizione di ferma condanna per il mancato rispetto dei diritti umani e di ogni violazione della libertà individuale, per proteggere le donne iraniane”. “Noi faremo sentire la nostra voce- assicura il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, dando parere favorevole all’Odg da parte del governo- e forniremo gli strumenti a nostra disposizione per dare il massimo appoggio al Commissario per la difesa dei diritti umani dell’Onu”.

La sessione consiliare si conclude infine con il Saluto di commiato della Reggenza al termine del proprio mandato.

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 4. Progetto di legge “Riforma delle norme relative all’occupazione” (presentato dalla Segreteria di Stato per il Lavoro) (I lettura)

Luca Boschi, Libera
Nel progetto di legge riteniamo positiva la diminuzione del tempo massimo di lavoro a tempo determinato, mentre potremo fare la proposta di aumentare il tempo di preavviso, nel caso di non conferma del lavoratore a tempo determinato. Perché la cosa che dà più problemi a chi non viene rinnovato il contratto, è che lo viene a sapere anche solo a una settimana dalla scadenza. Portare questo tempo a tre mesi, per esempio, favorirebbe il lavoratore, che potrebbe attivarsi per un nuovo lavoro, e non darebbe problemi all’imprenditore. Ci sono anche elementi nel Pdl che invece guardiamo con occhio critico- e poi in Commissione e in seconda lettura avremo modo di analizzarli bene- il principale è l’introduzione del lavoro interinale. Non comprendiamo bene la ratio in un momento in cui, dal punto di vista occupazionale, il nostro Paese sta bene, la disoccupazione è fisiologica. Poi ci sono rischi nel lavoro interinale legati ad interessi particolari e che non mettono i cittadini tutti sullo stesso piano. Altro elemento carente è la formazione che è fondamentale sia continuativa e mirata, in previsione dei posti di lavoro che si vanno a liberare nelle aziende. E ancora, il combinato disposto tra la nuova composizione della commissione del lavoro, cui è stata tolta tutta la parte di nomina consiliare, con il fatto che questa legge rimanda ad almeno 12 decreti delegati, fa sì che questa legge sia molto verticistica e aumenti notevolmente la discrezionalità del congresso di Stato. E’ chiaro che in un tema come quello dell’occupazione, andare a impostare una norma a carattere verticistico per noi è pericoloso e i 12 decreti delegati fanno sì che il giudizio su questa legge debba essere sospeso. Noi diamo massima disponibilità in commissione e in seconda lettura a migliorare questa legge.
Matteo Rossi, Npr
La riforma del mercato del lavoro è un tema cardine nella vita e nella vita di un Paese. Ero nel 2014 alla Segreteria al Lavoro, guidata da Iro Belluzzi, e avevamo iniziato a pensare a formulare una riforma del mercato del lavoro principalmente intorno ad alcuni temi su cui è impostato il progetto che oggi è in prima lettura. bene la riorganizzazione in un testo unico.  Ai tempi c’erano altri problemi, l’economia del Paese non era così florida, livelli di disoccupazione erano altissimi, si ragionava nell’ottica di attirare nuovi investitori per portare lavoro a San Marino. A distanza di 8 anni la situazione è molto cambiata, i recenti dati economici ci parlano di un’economia in crescita, ci sono dati importanti sulla monofase e anche i numeri di licenze rilasciate è in costante aumento e anche la disoccupazione è a livelli che non si vedevano dagli anni ‘90. Ci sono poi sfortunatamente ancora nicchie di disoccupazione e la nota della Csu a riguardo è chiara e condivisibile. C’è il problema dei ragazzi con disabilità che come legislatori dobbiamo affrontare per agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Fatta questa panoramica, la mia riflessione verterà su qualità vita dei lavoratori che mi piacerebbe fosse trattata in questo ambito di riforma.
Il principio cardine di una riforma in questo settore ritengo debba essere collegata alla qualità della vita dei lavoratori. Anche se questi aspetti non fanno parte della riforma in senso stretto, il mio auspicio è che presto si arrivi a ciò. E perché allora non iniziamo a parlare in quest’Aula il tema della settimana lavorativa corta? In molti paesi sta prendendo piede e i dati stanno dimostrando che la produttività delle persone diminuisce con l’aumentare delle ore lavorative e, di contro, aumenta la produttività al diminuire delle ore lavorative, per il semplice fatto che le condizioni in cui si lavora sono migliori. Perché non iniziamo a parlare anche qui di diminuzione dell’orario di lavoro a parità salariale? Mi rendo conto serva uno scatto culturale un po’ difficile da parte di tutti, lavoratori, datori di lavoro, sindacati e politica. E’ una maturazione che non arriverà domani, ma è ora che iniziamo ad affrontarla. E’ una sfida e nei paesi in cui è realtà sta venendo a galla che, a fronte di meno ore di lavoro in ufficio, aumenta la produttività perché migliora la salute mentale del lavoratore e si evita così il burnout, lo stress sul lavoro. La mia è una provocazione culturale che mi sento di lanciare in quest’aula e spero nel prossimo futuro si inizia ad approfondire.
Gaetano Troina, Dml
E’ una prima lettura,ed è  bene si proceda oggi con l’esame di questo testo, perché occorrono interventi urgenti per correggere storture applicative emerse nel tempo. Allo stesso modo dobbiamo tenere ben presente che, se l’obiettivo è favorire lo sviluppo e portare nel nostro paese maggiori investimenti, non dobbiamo creare problematiche nuove. Di seguito ecco alcune segnalazioni sul testo che abbiamo oggi in esame che richiedono ulteriore confronto. L’articolo che riduce il lavoro a tempo parziale da 18 a 12 mesi: ciò comporta per molte società una difficoltà gestionale importante, in più il comma 7 impedisce ogni flessibilità di turni e orari per i lavoratori assunti a tempo parziale. Sull’articolo 25 non è prevista alcuna semplificazione per il distacco di figure apicali nelle aziende, come era nella normativa previgente. Il che potrebbe complicare la gestione dei gruppi societari. Sull’Articolo 28 occorre ragionare in maniera approfondita: si prevede in pratica di fare un contratto di collaborazione con retribuzione di minimo 5° livello per l’amministratore eventualmente socio- unico di una società senza dipendenti. Se invece lo si vuole assumere, si deve necessariamente assumere  con inquadramento a livello dirigenziale, con conseguente costo per l’azienda molto rilevante. Suggeriamo la possibilità di valutare di non applicare questo articolo per aziende con ridotta attività gestionale. Le aziende si troverebbero un aggravio di costi che in altri ordinamenti non esiste. Infine, all’articolo 29 sono previsti appesantimenti di costi per i soci che intendono lavorare in un’azienda, limitando l’iniziativa economica, è quello che ci sta più a cuore segnalare. Nel momento in cui un investitore decide di investire sulla sua azienda, non ci sembra giusto che si incida in maniera così gravosa sulla libertà di decidere cosa fare sul patrimonio investito. In generale, fatte queste segnalazioni, riteniamo importante intervenire sulle norme in questione, perché negli anni sono emerse diverse criticità cui porre rimedio, cosa che la proposta di legge in altri punti fa efficacemente.
Lorenzo Bugli, Pdcs
Oggi più che mai questo tema ha necessità di essere chiarito. Con questa sessione consiliare si chiude il mandato delle Loro Eccellenze che ringrazio per loro impegno concreto e si chiude un periodo storico estremamente complesso e di enorme instabilità, dove va riconosciuto al nostro governo di essere stato fedele all’impegno preso sulle riforme. Prova ne è che oggi siamo a discutere la riforma del mercato del lavoro e nella precedente sessione è stata discussa la riforma sulle pensioni. Il mio auspicio è che nelle rispettive commissioni prevalga un clima di condivisione  e riflessione il più possibile, mando un ulteriore augurio ai Segretari, che sappiano spiegare e condividere in maniera semplice e onesta alla popolazione l’origine delle riforme e come potrebbero cambiare negli anni il sistema che conosciamo oggi. Riformare richiede la capacità di sapere essere esempio di condivisione e chiarezza con chi ci ha dato questo mandato e sdoganare chi vuole usare l’opacità per strumentalizzare la mobilitazione su semplici slogan.
Voglio complimentarmi con il Sds Lonfenini per la riforma in cui ha saputo cogliere sfide di novità in chiave e in ottica europea. Nostro compito è quello di cercare di creare le condizioni affinché la richiesta tra domanda e offerta sia equa, snella e supportata dalla formazione, mettendo al centro la persona. In questo Pdl sono presenti diversi punti che possono aprire opportunità di affiancare  la funzione pubblica: nell’articolo 3- che elogio- finalmente si gettano le basi per un primo assaggio di lavoro interinale concesso ad associazioni di categoria e lavoratori autonomi che possono essere di supporto e da sprono alla stessa formazione pubblica. Altro passaggio fondamentale è l’articolo 31, sul caregiver che introduce il contratto di collaborazione che permette a un lavoratore di assistere in modo professionale un proprio famigliare.  L’articolo 26 riguarda la silver economy, si rimette al centro la persona, in questo caso il pensionato, normando la possibilità di lavorare anche per lui. E’ una legge che mette al centro la persona, dai giovani agli anziani, formando i primi e considerando i secondi come risorsa.
Marica Montemaggi, Libera
Sono sicuramente temi molto importante quelli del lavoro e la necessità di normarlo al meglio. Effettivamente in questo provvedimento ci sono degli aspetti positivi, oggi viviamo anche una fase positiva del mercato del lavoro, questo provvedimento vuole incentivare e riorganizzare in modo coordinato i vari provvedimenti del passato ed è positivo. Le criticità sollevate le ritrovo nelle tendenze di questo governo: nell’ottica di avere procedure più veloci, si tende a concentrare nelle mani del congresso di Stato molte decisioni. Mi riferisco nella commissione del lavoro che viene spogliata dalle nomine politiche e rimane la presenza del segretario di Stato, con un margine di discrezionalità che non ci vede contenti. Così come il continuo rimando a molti decreti delegati. Quello su cui dobbiamo interrogarci è la dignità del lavoro e come riusciamo a garantirla. A riguardo, la possibilità anche di introdurre il lavoro interinale e lo spogliare di competenze gli uffici preposti, anziché valorizzarli e potenziarli, per demandarle in capo ad agenzie private lo riteniamo molto pericoloso.   
Giovanni Zonzini, Rete
Spesso noi stessi come cittadini ci siamo abituati a guardare alla parola ‘riforma’ con terrore e sembra strano, perché questa è una riforma che non dovrebbe creare nessun tremore. Siamo di fronte qui a una riforma che va nella direzione di migliorare la reperibilità di forza lavoro. Ci sono alcuni interventi in questa riforma estremamente qualificanti: penso alla riduzione da 18 a 12 mesi del tempo di prova oltre il quale si deve essere stabilizzati, è senz’altro positivo per i lavoratori. In tal senso bisognerà ragionare su coloro i quali si trovano in questi mesi, tra il 12° e il 18° mese, al momento dell’entrata in vigore della legge, si deve trovare il modo di armonizzare la loro situazione con la nuova norma. Poi c’è un aspetto che i sindacati hanno richiamato che è il tema dei controlli che per me andrebbero potenziati. Gli incentivi devono essere presi da aziende e lavoratori meritevoli e va contrastato il lavoro irregolare. Noi abbiamo risolto il problema quantitativo della disoccupazione, ma  non quello qualitativo: nel piccolo numero di disoccupati infatti vi sono persone che per motivi più vari- per disabilità,età o altri fattori- non riescono a rientrare nel mercato del lavoro. Si dovrà ricalibrare in qualche modo gli incentivi all’occupazione, mirandoli su determinate categorie. E sarebbe fondamentale inserire questo punto nel testo. Come fondamentale è anche fare un ragionamento sulla liberalizzazione delle assunzioni fuori territorio, con un meccanismo automatico che metta un blocco quando la disoccupazione interna sale, e lo allenti quando la disoccupazione scende a livello fisiologico, sarebbe una misura importante. Si permette così al nostro mercato di lavoro di autobilanciarsi in base alle sue esigenze
Alice Mina, Pdcs
Dopo la riforma previdenziale, oggi approda in Consiglio il pdl di riforma delle norme sull’occupazione, tema di rilevanza perché tocca la vita delle persone e la loro piena soddisfazione professionale. Sono due norme connesse: la riforma del lavoro dovrà dare slancio allo sviluppo economico e, per quanto di competenza, dovrà sostenere anche il sistema previdenziale. Sono due riforme su cui si sta lavorando da mesi, in un percorso di confronto che dovrà continuare nelle prossime settimane, anche alla luce delle recenti osservazioni fornite dai sindacati, questo nella logica di voler portare una riforma che possa rispondere alle esigenze di sviluppo del Paese.
Il Pdl di oggi in prima lettura nasce dalla volontà di riorganizzare la disciplina dei rapporti di lavoro, in ottica di semplificazione e armonizzazione. Il pdl si occupa prettamente di aspetti legati all’entrata nel mondo del lavoro. I decreti delegati n.130 del 2021 e il n.105 del 2022 su lavoro occasionale , incentivi, formazione politiche attive… hanno dato una preliminare risposta agli obiettivi principali del programma di governo e ora, con la presente proposta di legge, si aggiunge ulteriore concretezza aL percorso intrapreso. I punti del nostro programma di governo verso cui tende questa riforma sono: maggiore flessibilità, senza aprire a forme deregolamentate, il miglioramento del sistema di collocamento, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in ottica di mercato, superando impostazioni antistoriche, pianificazione del turn over generazionale in ottica strategica, e ancora riformulazione delle politiche di incentivazione, il superamento dei problemi relativi alle prestazioni di lavoro dei familiari.  Ritengo inoltre sia importante lavorare su politiche inclusive più efficaci per il collocamento soggetti diversamente abili e per il sostegno all’occupazione femminile e giovanile. L’aumento dell’occupazione è l’obiettivo più importante, i dati al 30 giugno 2022 sono positivi,  con laforza lavoro a +640 unità, il 2,7% in più, in discesa il numero dei disoccupati, 170 in meno in un anno, per un tasso di disoccupazione del 2,9%, mentre un anno fa era del 4,4%. La riforma pensionistica ela  riforma del mercato del lavoro, più la riforma Igr e lo stesso Prg sono passaggi fondamentali per conservare la sostenibilità del nostro sistema a livello economico.
Iro Belluzzi, Libera
E’ bello parlare di riforma del mercato di lavoro, un indirizzo e un percorso che porta alle semplificazioni delle norme. Sono state inserite, per fortuna, dopo tanto tempo che se ne parlava, degli elementi interessanti, d’altra parte è merito del Sds Lonfernini e demerito di chi c’era prima. Per esempio, la solidarietà familiare all’interno delle imprese, il lavoro dei pensionati, anche se non capisco il forte innalzamento dei loro contributi. Altro elemento interessante sono le semplificazioni e la decretazione che servono per entrare nello specifico delle articolazioni, quindi è pienamente comprensibile, non è comprensibile invece per me, e penso anche per le associazioni sindacali, l’inserimento del lavoro interinale, o comunque della privatizzazione delle agenzie che fanno collocamento. Infine sono contrario all’introduzione della forma della somministrazione del lavoro.
Michele Muratori, Libera
Devo cogliere favorevolmente il fatto che su questa riforma si è affrontato un dibattito anche dai banchi di maggioranza, anche se facendo dei proseliti sulla riforma, ovviamente. Colgo la provocazione intellettuale di Zonzini, dicendo che non bisogna preoccuparsi delle riforme che non sono così drammatiche. Ma  con le riforme si introducono degli elementi di positività e negatività e in questa riforma ci sono anche alcuni passi indietro. L’introduzione del lavoro interinale non lo vedo assolutamente necessario in questa fase in cui non vi sono dati negativi sull’occupazione. Abbiamo poi notato l’immissione di almeno 12-13 decreti delegati. Faccio infine mio l’appello dei sindacati che hanno chiesto maggiore condivisione.
Alessandro Bevitori, Libera
Ci sono alcuni interventi che portano all’accentramento del congresso di Stato e vanno a scavalcare il Consiglio con l’immissione di svariati decreti delegati. Vorremmo una legge che non scavalchi il Consiglio grande e generale, invece con tutti questi rimandi il governo diventa centrale. E lo è anche per quanto riguarda la commissione del lavoro: non è che c’è la politica oggi nella commissione e che questa legga la tolga. Noi oggi nominiamo dei referenti. Toglierli significa depotenziare l’attività della politica. Se ci togliamo questi riferimento che possono portare dei feedback utili, ci togliamo i nostri punti di riferimento. E questo vale non solo per l’opposizione. Mi piacerebbe poi lavorare più sulla formazione per il lavoro.
Francesco Biordi, Pdcs
E’ un provvedimento alquanto importante, perché si occupa di lavoro e occupazione e arriva in concomitanza con la riforma pensionistica. Invito l’Aula perché si proceda con celerità perché i due provvedimenti abbiano esito positivo per la cittadinanza. Ho sentito dai due Segretari presentatori la volontà di proseguire un confronto proficuo con le organizzazioni datoriali e sindacali e lo reputo importante. Il riordino delle norme è fondamentale poi per chi vuole venire a investire in Repubblica. Rispetto a chi dice che è una norma non prioritaria perché i dati sull’occupazione sono buoni: se per una volta si interviene prima che di essere di fronte alle difficoltà, ora come ora che l’occupazione è in una buona fase, lo reputo una nota positiva piuttosto che rincorrere l’emergenza.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
C’era bisogno di un riordino delle norme, ma non ravvisiamo dai proponenti la volontà esplicita a migliorare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro, che si esplicita inuna  maggiore conoscenza e formazione che invece la legge dovrebbe comunque tenere presente. Non ravvisando questa esplicita direzione, che poteva essere il nervo di una riforma di questa natura, notiamo, come unica proposta che potrebbe semplificare le procedure, quella di inserire all’interno del Collocamento un elemento di privatizzazione molto, ma molto preoccupante. Non mi sembra che siano arrivate sollecitazioni di questa natura da parte dell’Europa o delle organizzazioni internazionali. La  necessità di privatizzare questo settore non è una ‘linea rossa’ di cui si è parlato in Commissione esteri. Pensiamo sia una retrocessione enorme sotto il profilo sociale e su questo vorremmo focalizzare l’attenzione.
Andrea Zafferani, Rf
E’ sempre positivo quando si vuole aggiornare il mondo del lavoro inserendo nuove forme contrattuali, sempre cercando di non arrivare a situazioni poco tutelanti. Riscontro cose positive e negative, nella norma mancano due cose: la riforma del sistema dei controlli che obiettivamente necessita di una revisionata e di risorse umane per l’ufficio e manca totalmente il tema delle politiche attive del lavoro, tema strategico anche per la riconversione professionale. E così siamo destinati alla Cassa integrazione. Poi priorità doveva essere anche il reinserimento professionale degli ultracinquantenni, di donne e lavoratori fragili, qui c’è un rimando a decreti, sono solo questioni enunciate. Credo che- e possiamo lavorarci in commissione- un passaggio importante era il rivedere la disciplina del lavoro occasionale, per prevedere anche forme di lavoro che non hanno necessità di dipendenza, ma anche forme di lavoro autonomo per quanto svolto per terzi, un esempio sono il procacciatore di affari e chi vende per terzi, ora con il web sono attività sempre più frequenti per chi vuole ‘arrotondare’ . Le cose buone: trovo molto utile che abbiate normato il lavoro dell’amministratore operativo. Bene la norma sul lavoro familiare, positivo il lavoro dei pensionati,. In definitiva, luci e ombre, ma un lavoro su cui si possono fare dei miglioramenti.
Michela Pelliccioni, Dml
E’ una legge importante e l’auspicio è per un confronto essenziale da parte dei colleghi e che possa portare ad approfondimenti. Credo questo testo sia un primo importante passo finalizzato a risolvere nodi storici del mercato del lavoro, soprattutto per regolamentare flessibilità e forme di abuso. In linea generale mi piacerebbe fossimo più coraggiosi nella disciplina del lavoro per famiglie, per le lavoratrici madri non abbiamo individuato forme di tutela. Nell’articolo 18 sul part-time sarebbe interessante valutare un approfondimento e inserire un vero e proprio obbligo relativo alla concessione del part time per madri con figli piccoli. Capisco ci sono interessi contrastanti per gli imprenditori, ma questo è un paese che non fa figli e  bisogna fare scelte coraggiose. Ultimo spunto sull’articolo 3, su servizi pubblici e mercato del lavoro, concordo che l’introduzione del privato potrebbe agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ci sarà tempo in commissione di contemperare le esigenze per definire il miglior testo possibile.
Denise Bronzetti, Mis
E’ un annosissimo problema per noi quello della riforma del mercato del lavoro, per il fatto che riordinare un mercato del lavoro che viaggia alla velocità della luce è cosa non semplice per qualunque Stato, ma lo è ancora di più per uno Stato come il nostro, soggetto a un mercato del lavoro ‘viziato’ anche dalla presenza dei frontalieri. In questo senso, il richiamo che si fa nella relazione e in alcuni passaggi delle norme all’armonizzazione con le direttive europee e con il quadro normativo europeo, forse possono segnare il tempo che trovano, proprio perché il nostro mercato del lavoro è un unicum. La invito anche Segretario a verificare l’articolo sui dist<cchi dei lavoratori, al momento disciplinati dall’accordo bilaterale con l’Italia e non credo che fare riferimento a norme europee possa valere, nel momento in cui non siamo neanche parte dell’Europa. E’ certamente un provvedimento atteso, voglio focalizzarmi anche io sulle decisioni politiche che stanno facendo discutere l’aula. Posto che chi vi parla -e lo dico già- si asterrà anche nella votazione – anche se non c’è incompatibilità formale, ma lo faccio quando ci saranno articoli relativi all’ufficio in cui lavoro- la scelta politica di provare a privatizzare la funzione, oggi pubblica, dell’ufficio del lavoro, per quanto riguarda il matching tra domanda e offerta di lavoro- viene presentata in questa proposta di legge in maniera ‘soft’, però pone comunque degli interrogativi. Si può fare tutto, ma siamo una piccolissima realtà e si deve prestare più attenzione sull’elusione di norme. Siamo in un momento di disoccupazione fisiologica praticamente a “zero”, che senso ha quindi la privatizzazione dell’incrocio domanda- offerta di lavoro? Non è che l’unico interesse che avranno eventualmente le agenzie private del lavoro siano unicamente rivolte al collocamento dei lavoratori frontalieri? Va da sé la risposta, non penso servano agenzie del lavoro per collocare quei 100 lavoratori sammarinesi o residenti all’anno, ma che l’interesse del mercato si sposti sui lavoratori frontalieri. Le chiedo quindi Segretario un’attenzione particolare sull’introduzione del lavoro interinale.
Nicola Renzi, Rf
Certamente è un tema molto delicato. Il lavoro consiste in una revisione di quello che era già presente con alcune innovazioni, alcune valutate positivamente, altre negativamente. Il problema però secondo noi è più generale, su come il governo sta affrontando le ‘riforme’. Abbiamo sentito dei richiami delle organizzazioni sindacali,  sulla riforma delle pensioni che chiedono più tempo, e poi sul mercato del lavoro hanno assunto una posizione che anche noi abbiamo esplicitato. Quello che ci sembra manchi è la cabina di regia, ovvero il congresso di Stato dovrebbe cercare di tracciare una linea con le priorità da portare avanti, invece oggi vediamo come voglia di arrivare al traguardo, sacrificando questioni di merito e di contenuto. E ci dispiace perché parlare di riforma del lavoro significa anche avere in mente ain quale direzione si vuole che il paese vada. Noi oggi abbiamo tanti giovani i quali dopo un percorso formativo di tutto rispetto, dopo aver studiato all’estero, non possono tornare nel loro paese, perché il loro paese non offre professionalità in grado di cogliere la loro preparazione e questo ci deve far interrogare. Capisco per qualcuno sia un aspetto marginale della riforma del lavoro, mentre io credo sia un aspetto sostanziale e non si risolve solo con la riforma del lavoro, ma con una visione del paese sostanziale. Vediamo cose per cui ci siamo battuti, come il lavoro dei pensionati, Ci sono dunque pregi e difetti su questa riforma che non bocciamo aprioristicamente.
Emanuele Santi, Rete
M
olti dicono non sia una riforma necessaria in questo momento, in cui i dati sull’occupazioni sono buoni, ma questa è una norma per mettere ordine e per correggere alcune storture  Sulla liberalizzazione del mercato del lavoro: ritengo importante mantenere una clausola di salvaguardia e la priorità per gli interni, se c’è elemento di preoccupazione per mancanza lavoro. Poi abbiamo incentivi alla disoccupazione che secondo me dovrebbero essere indicizzati  e vanno destinarli a chi, in questo momento, ha veramente problemi a trovare un lavoro, mi riferisco ai 50-55 enni e persone con disabilità. Questo dovrebbe essere uno dei ragionamenti. Molto bene di abbassare da 18 a 12 mesi il periodo di prova per il rapporto a tempo indeterminato. Poi l’introduzione della figura dell’amministratore operativo. Rimane importante anche andare a definire-  e viene fatto agli articoli 26-27- la solidarietà famigliare e la possibilità di dare un contributo al lavoro dei figli da parte dei pensionati. Su altri temi ci sarà modo di confrontarsi in commissione.
Guerrino Zanotti, Libera
Comprendiamo le ragioni che hanno portato il Sds Lonfernini a questo pdl di revisione del mondo del lavoro, condivisibile dare strumenti di maggiori flessibilità e competitività alle imprese, anche se in questo momento con la liberalizzazione del mercato del lavoro non ci sono problemi di disoccupazione e di domanda di lavoro. Sono sicuramente motivi, oltre quello di aver accorpato una serie di norme sparse in vari decreti e leggi passate, per giudicarla un’attività meritevole. Però ci si deve fare a monte una domanda su quella che è la portata di questo Pdl: i lavoratori, oltre al fatto che le aziende usufruiranno di interventi sulla flessibilità, da questo pdl escono con maggiori o minori tutele? Il giudizio resta sospeso. Parliamo di una riforma del mercato del lavoro che contiene, al di là di aspetti positivi, almeno 12-13 decreti delegati che rinviano decisioni senza scadenza. Di sicuro con l’introduzione della somministratore del lavoro le tutele per i lavoratori non saranno maggiori e siamo convinti non sia una scelta che ci avvicina all’Europa. Ci sono aspetti positivi: la diminuzione da 18 a 12 del tempo determinato, la solidarietà familiare con una resa maggiore per lo Stato, l’emersione del lavoro degli amministratori… Mentre tra i negativi: la somministrazione del lavoro, ma anche criticità sulla nuova struttura della commissione del lavoro, per il fatto che sia estromessa la parte nominata dal Consiglio, rischia di perdere parte di quella autonomia che anche l’Oil richiama. Anche su questo credo si possa fare un buon lavoro in Commissione.  

replica Teodoro Lonferini, Sds per il Lavoro

Ringrazio tutti i consiglieri intervenuti nel dibattito in prima lettura sul Pdl di riforma sull’occupazione, credo siano state dette alcune considerazioni corrette, in buona parte, su cui sicuramente lavoreremo e volontà mia sarà di confrontarmi con voi con quello che avete portato all’Attenzione dell’Aula, sui punti salienti del Pdl. Ci tengo a fare una considerazione di partenza: avete sostenuto in alcuni passaggi un leit motiv presente nella parte sindacale, ovvero che non sia un intervento necessario quando le cose a livello occupazionale vanno bene, come sta andando bene ora, con dati che migliorano quelli del 2008, e i dati della ripartenza post pandemica. Ma attenzione, è un grande specchietto per le allodole se interpreteremo questo quadro attuale solo come fattore positivo e non modificabile nel tempo. Proprio perché le situazioni possono cambiare velocissimamente, ritengo sia necessario un punto di partenza su cui lavorare: i cambiamenti migliori, ciò che si osa con i cambiamenti, si fanno proprio nelle epoche in cui le cose stanno andando bene e non affrontando le emergenze. Riprendo così il discorso di Biordi. Quindi una riforma che parte dal riordino delle norme sul mercato del lavoro, che si sono succedute per decenni nel paese. è stato uno dei punti di partenza di questo corposo lavoro. Da lì chiaramente si può fare tanto di più e migliorare aspetti relativi all’assistenza per il lavoratore, migliorare e rendere più adeguato il nostro sistema l’interinale, ma non continuando a vederlo come tabù, piuttosto aprendoci a considerarlo una opportunità parallela a chi cerca e offre lavoro. Nel 2022 non credo che dobbiamo avere questi timori in un mercato aperto. Unico timore che dovremmo avere è che qualora le condizioni cambiassero, non dobbiamo farci trovare impreparati e dobbiamo avere qui gli strumenti per affrontarle. Credo abbiamo condiviso tutti l’aspetto di sensibilità non indifferente rispetto al tema del lavoro a tempo determinato. Abbiamo visto come dopo quei 18 mesi troppe persone rimanessero a casa.  Abbiamo lavorato con la riduzione dei tempi per concedere maggiore stabilità al lavoratore. Abbiamo normato aspetti che non erano mai stati normati. Non solo il lavoro dei pensionati, ma anche il lavoro degli amministratori. Abbiamo norme che non consente agli stessi amministratori di entrare nel ciclo produttivo dell’azienda che amministrano, ecco perché abbiamo tracciato un percorso binario. Vogliamo svolgere un lavoro proiettato verso il mondo cui stiamo andando, un mondo globale, europeo, che comunque ci condizionerà e ci darà le linee guida, in particolare per quanto riguarda la libera circolazione di persone e servizi. Quello che abbiamo presentato lo riteniamo sia tendente alla San Marino di domani.

 

Repubblica di San Marino,  27 Settembre 2022/01

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy