San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 15 marzo 2024

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 15 marzo 2024

Consiglio Grande e Generale, sessione dell’11-12-13-14-15-18 marzo 2024
venerdì 15 marzo 2024, seduta del pomeriggio

Nel pomeriggio continua il dibattito sul Comma 8 “Presentazione del Documento Programmatico relativo all’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Sulle implicazioni sanitarie legate al perfezionamento dell’Accordo interviene il Segretario di Stato Mariella Mularoni. A cominciare dal “rilascio della tessera europea di assicurazione-malattia. Questo consentirà di ricevere l’assicurazione sanitaria senza ulteriori polizze assicurative”. Sarà tuttavia necessario “un ragionevole arco temporale per predisporre l’amministrazione alla corretta gestione dell’accordo”. “Stiamo lavorando – conclude – affinché le sfide vinte durante la pandemia siano nuove opportunità per un sistema sanitario pubblico al servizio dei cittadini”.

Maria Luisa Berti (Npr) evidenzia l’importanza di “favorire la diffusione dei contenuti”, soprattutto nei riguardi di chi “ha ancora sentimenti di ritrosia verso l’accordo”.

“Dobbiamo – dice Alessandro Scarano (Pdcs) – dotare la nostra Amministrazione di risorse capaci e preparate per supportare la Repubblica di San Marino in questo percorso. Altro aspetto importante lo avrà certamente il legislatore che dovrà essere in grado di adottare tutte quelle riforme che sono necessarie”.

“Condivisione” è una delle parole che ricorre più frequentemente nel dibattito. Per Sandra Giardi (Gruppo misto) “tutta la parte economica che sorregge il Paese deve partecipare alle scelte e alla gestione di questo accordo”.

“Noi – afferma Mirko Dolcini (Domani Motus Liberi) – siamo a favore del referendum prima della ratifica”. “Assai pericoloso” sarebbe pensare di farlo “dopo due o tre anni dalla ratifica”.

Andrea Zafferani (Rf) chiede “una modalità diversa per il reperimento di figure provenienti dal settore privato che diano una mano su argomenti tecnici legati al recepimento delle normative: che ci sia una procedura più trasparente e aperta. Non affidiamoci agli amici degli amici”.

Gian Matteo Zeppa (Rete) rimette prepotentemente al centro del dibattito la crisi della maggioranza e lo spettro della chiusura della legislatura. “Mi dovete spiegare come è possibile che a fronte di un Governo che sta cadendo e che comunque cadrà nei prossimi giorni, come facciamo noi a impegnare la politica con una cambiale in bianco ad un Segretario di Stato, senza sapere quanta vita avrà ancora politicamente parlando. E’ una opzione veramente cervellotica per mettere le bandierine. Con quale autorità la maggioranza propone un Odg basandosi su date?”. Marica Montemaggi (Libera) parla di “opportunismo da parte di alcune forze di maggioranza” sul tema del referendum. “Spero vivamente che la prossima campagna elettorale non si svolga sul tema dell’Europa”.

Per Manuel Ciavatta (Pdcs) le opzioni sono due: “o rimanere fermi e aspettare oppure iniziare a creare tutti quei meccanismi e tutte quelle strutture che possano aiutare a continuare la negoziazione nei vari aspetti tecnici, ma anche la comunicazione interna ed esterna. Così da farci trovare pronti e fare in modo che il prossimo Governo abbia già delle proposte da vagliare e attuare”.

Viene dunque data lettura di un ordine del giorno condiviso da tutte le forze politiche (eccetto il Gruppo misto). Attraverso di esso il Consiglio Grande e Generale concorda “sulla volontà condivisa di dare rapido avvio alle linee programmatiche di cui al documento Strategia di Implementazione per l’Accordo di associazione” e sulla “opportunità di una strategia finalizzata ad adeguare il sistema fmanziario sammarinese al nuovo scenario di integrazione nel più breve tempo possibile”. Si ritiene poi necessario “garantire il funzionamento dei lavori della Commissione Mista anche nel periodo di transizione verso la nuova legislatura e garantire le opportune attività informative della cittadinanza”. Inoltre si condivide “l’opportunità di istituire, in collaborazione con l’UNIRSM, enti ed associazioni, una Task Force capace di coadiuvare la presenza di enti e aziende sammarinesi ai progetti finanziati dall’Unione Europea”.

“I contenuti e gli aspetti chiave di questo accordo li stiamo condividendo a tutti i livelli da mesi” chiarisce il Segretario di Stato Luca Beccari, in replica. “Non torniamo sempre indietro sul tema della non condivisione e della non informazione. Le persone sono molto più informate di quello che pensate”. Sul referendum, si “valuterà quando ci sarà un atto: non possiamo farlo sull’emotività, come avvenuto nel 2013, piuttosto che sui contenuti”.

L’Odg viene approvato con 43 voti favorevoli al pari del Documento Programmatico oggetto del Comma 8.

Alle 19.30 i lavori vengono interrotti. Riprenderanno lunedì 18 marzo con l’esame del Comma 9.

Comma 8 – Presentazione del Documento Programmatico relativo all’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea

Aida Maria Adele Selva (Pdcs): Il percorso è giunto a conclusione a dimostrazione della volontà della maggioranza di giungere al perfezionamento dell’accordo. Mi preme sottolineare questo aspetto. Questo accordo rappresenta una vera opportunità per la nostra Repubblica. Basti pensare alle opportunità per i nostri giovani. Ovvio che ogni scelta determina dei pro e contro, ma i vantaggi sono notevoli. Lo dimostrano le dichiarazioni di tutte le associazioni di categoria e sindacali. Sulle pensioni. Se le nostre aziende non possono essere competitive a livello economico, e decidessero di dislocare la loro sede fuori territorio, con diminuzione di posti di lavoro e contributi… con cosa andremo a pagare le pensioni? Tale accordo è un’opportunità positiva, ma anche una scelta dalla quale non si può prescindere.

Segretario di Stato Mariella Mularoni: Molto contenta e orgogliosa di intervenire in questo dibattito. Un ringraziamento al Segretario Beccari e tutto il dipartimento. Tengo a precisare che il sistema di sicurezza sociale già si ispira ai principi dell’Unione. I sammarinesi potranno spostarsi nel territorio europeo con la garanzia di vedersi riconosciuti gli stessi diritti dei cittadini dell’Ue. Previsto anche il rilascio della tessera europea di assicurazione malattia. Questo consentirà di ricevere l’assicurazione sanitaria senza ulteriori polizze assicurative. I sistemi sanitari dovranno rifarsi ad un insieme di valori condivisi in tutta l’Unione. Viste le ridotte dimensioni territoriali, sarà necessario un ragionevole arco temporale per predisporre l’amministrazione alla corretta gestione dell’accordo. Ristrutturazione degli uffici preposti. Siamo in linea con molti punti grazie ai rapporti di cooperazione su molti ambiti sanitari già operativi. Siamo consapevoli delle difficoltà dei sistemi sanitari pubblici in tutto il mondo. Stiamo lavorando affinché le sfide vinte durante la pandemia siano nuove opportunità per un sistema sanitario pubblico al servizio dei cittadini. Soli e senza cambiamenti saranno possibili solo piccole cose che non porteranno il nostro Paese ad essere competitivo.

Fernando Bindi (Rf): Occorre cambiare una mentalità che dovrà avere un orizzonte più ampio e renderci ugualmente sammarinesi ma nell’ambito europeo. Il nostro Paese ha bisogno di essere consapevole del suo essere stato e allo stesso tempo pronto ad essere presente e attivo in una dimensione molto più grande. Ci dobbiamo preparare ragionando non in termini elettorali. Il nostro gruppo continuerà su questa strada fiducioso che il modo di approccio non sia quello muscolare tra le parti politiche ma operativo e collaborativo.

Vittorio Brigliadori (Pdcs): Questo percorso implica un adeguamento e un cambio di passo e metodo. Entriamo in una dimensione europea. Serve una capacità di incrementare rapporti e creare nuove relazioni. Per crescere in un contesto globale. Un percorso chiaro che coinvolga le istituzioni e la cittadinanza. Il fatto di pianificare un percorso che ci vede non solo spettatori passivi ma attivi deve coinvolgere la politica in tutte le sue forme. Un percorso che sappia declinare un’esigenza diventata imprescindibile e improcrastinabile. Un contesto europeo che offre grandi possibilità a patto che si sappia tradurre un’esigenza che non nasce dall’improvvisazione.

Maria Luisa Berti (Npr): Abbiamo sempre evidenziato la necessità di favorire la diffusione dei contenuti. Un grande veicolo è il documento che contiene gli elementi informativi essenziali. In particolar modo per quanto riguarda le differenze tra adesione e associazione. Documento che andrebbe veicolato a chi ha ancora sentimenti di ritrosia verso l’accordo. Non saremo membri delle istituzioni europee, non dovremo partecipare alle politiche di sicurezza e immigrazione. Benissimo potenziare l’apparato statale però su questo fronte sarà necessario avere come protagonista tutto il sistema Paese non solo la parte degli alti funzionari della PA.

Paola Barbara Gozzi (Pdcs): E’ importante precisare che San Marino non avrà oneri economici nei confronti dell’Unione Europea. Non dovrà partecipare alle politiche di sicurezza. Finora sono state attuate forme di comunicazione e sensibilizzazione per favorire la consapevolezza delle opportunità legate all’accordo. E’ stata una scelta coraggiosa e consapevole merito di tutti coloro che vi hanno partecipato nel corso degli anni.

Oscar Mina (Pdcs): Il futuro accordo di associazione porterà alla costituzione di un Comitato Misto con varie funzioni. La partecipazione comporterà non solo l’impegno di risorse, ma una organizzazione funzionale della Pa per favorire un flusso di informazioni e garantire lo svolgimento delle attività conseguenti. La nostra Repubblica si trova ad affrontare una sfida molto complessa. Si va verso il superamento di quello status di Paese terzo che è un limite allo sviluppo.

Alessandro Scarano (Pdcs): Il dibattito in quest’Aula dimostra l’attenzione dell’intera classe politica su questo tema. Un ruolo fondamentale lo avrà la nostra amministrazione che dovrà essere capace di dare attuazione all’accordo medesimo. Dobbiamo dotare la nostra Amministrazione di risorse capaci e preparate per supportare la Repubblica di San Marino in questo percorso. Altro aspetto importante lo avrà certamente il legislatore che dovrà essere in grado di adottare tutte quelle riforme che sono necessarie per andare poi concretamente a recepire l’accordo medesimo. Non mi sembra eccessivo parlare di svolta epocale. L’accordo è uno spartiacque tra un prima e un dopo per quanto riguarda la nostra Repubblica. Sono tante le opportunità nei diversi ambiti. Dobbiamo assolutamente essere capaci come classe politica e intero Paese di saper cogliere le varie opportunità che questo percorso sarà in grado di porre in essere.

Gerardo Giovagnoli (Npr): E’ necessario parlare di quella che è la novità più grande e ha a che fare con la strutturale interazione istituzionale con un organismo diverso e fuori dalla nostra Repubblica. Adeguarsi richiede uno sforzo e una mentalità diversi da quelli portati avanti finora. Dovremo avere degli organi in più che siano in grado costantemente di interagire ed avere a che fare con Bruxelles costantemente. Da qui in avanti fare una legge in base ai principi europei diventerà una costante. Servirà più preparazione. Una generazione di professionisti e di competenze che vengono incarnate e siano in grado di far funzionare al meglio questo adeguamento nelle leggi e nel modo di far funzionare la Repubblica. Le opportunità che vengono offerte devono essere subito implementate.

Sandra Giardi (Gruppo misto): Ho sentito da diversi consiglieri sollevare la questione che siamo rimasti per anni chiusi nei nostri confini. Il confronto doveva avvenire in maniera più delicata invece ci troviamo di fronte ad una situazione in cui molti degli apparati del nostro Paese non sono in grado di sostenere un passo così importante. Tutta la parte economica che sorregge il Paese deve partecipare alle scelte e alla gestione di questo accordo. Considerando anche la nostra struttura odierna credo sia necessario mettersi attorno ad un tavolo e condividere le scelte. Il referendum non deve essere completamente rinnegato.

Mirko Dolcini (Domani Motus Liberi): Noi siamo a favore del referendum prima della ratifica. Nel corso di questi mesi in maniera trasversale è emersa un’idea che è quella di farlo dopo due o tre anni dalla ratifica. Questo sarebbe assai pericoloso. Vi immaginate investire in attività economiche o in produzione normativa di adeguamento? E poi dopo tre o quattro anni affrontare un referendum ed eventualmente vedersi bocciato l’accordo?

Andrea Zafferani (RF): L’altra volta, Segretario, avevate prodotto schede di sintesi dell’Accordo. Oggi c’è una strategia di implementazione che credo sarebbe bene rendere nota al Paese. Vedo bene la creazione di una Segreteria di Stato con delega agli affari europei che si occupi della gestione di quelle politiche e si occupi dell’attività di coordinamento. Poi c’è il tema della riforma dei requisiti di accesso alla Funzione pubblica. E anche una modalità diversa per il reperimento di figure provenienti dal settore privato che diano una mano su argomenti tecnici legati al recepimento delle normative: che non le scelgano discrezionalmente il Congresso di Stato, ma che ci sia una procedura più trasparente e aperta. Non affidiamoci agli amici degli amici.

Rossano Fabbri (Npr): E’ l’argomento per cui è valsa la pena mettere impegno nel proseguire questa legislatura. San Marino non ha aderito all’Unione Europea: questo va ribadito e spiegato perché c’è ancora molta incertezza. San Marino non ha nemmeno aderito allo spazio economico europeo. La vera sfida è l’attuazione e l’esecuzione dei principi che il percorso impone. San Marino non dovrà partecipare alle politiche di sicurezza e sull’immigrazione. Non parteciperà alla politica estera. Dovrà adattare il proprio impianto istituzionale a quello dell’UE? No, non lo dovrà fare. Mi limito solo a evidenziare alcuni aspetti basilari. Non appena arriverà la ratifica, i tassi di interesse verranno immediatamente un eguagliamento a quelli degli Stati membri. Vi invito a pensare cosa sarebbe stata la Repubblica di San Marino se, dopo la crisi del sistema finanziario, se non avesse ad oggi un accordo con l’Ue rispetto allo scambio merci.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Non so quanto sia opportuno fare questo dibattito con una situazione politica che lascia a desiderare. Mi dovete spiegare come è possibile che a fronte di un Governo che sta cadendo e che comunque cadrà nei prossimi giorni, come facciamo noi a impegnare la politica con una cambiale in bianco ad un Segretario di Stato, senza sapere quanta vita avrà ancora politicamente parlando. E’ una opzione veramente cervellotica per mettere le bandierine. C’è il rischio serio che quella discussione possa avere una valenza zero. Il Governo non è caduto perché il Psd tende a mantenere le briglie, ma come si fa a impegnare l’Aula se non attraverso la chiarificazione che questa legislatura è terminata? Con quale autorità la maggioranza propone un Odg basandosi su date? E’ stata palesata la volontà di convocare le Commissioni in ordinaria amministrazione.

Marica Montemaggi (Libera): Ho letto delle posizioni di opportunismo per esempio sul referendum. Mi chiedo, visto che il referendum potrebbe essere un tema che verrà sollevato nel 2024, il perché delle posizioni divergenti sentite prima anche da parte delle forze politiche di maggioranza. Come Libera riteniamo a questo punto meglio farlo dopo per fare capire quali sono gli effetti del referendum. Spero vivamente che la prossima campagna elettorale non si svolga sul tema dell’Europa. Non possiamo permetterci di rimanere fermi. Non abbiamo date, non sappiamo cosa succederà. Voteremo un Odg che non sappiamo quale Congresso di Stato impegnerà. Non possiamo avere una posizione passiva nei confronti del settore finanziario e bancario. Dovremo sollecitare questo cambiamento e il raggiungimento della competitività.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Questo Governo è arrivato alla chiusura dell’accordo e alla prossima firma e alla ratifica. Ciò che può accadere è: o rimanere fermi e aspettare oppure iniziare a creare tutti quei meccanismi e tutte quelle strutture che possano aiutare a continuare la negoziazione nei vari aspetti tecnici, ma anche la comunicazione interna ed esterna. Così che ci possiamo far trovare pronti e fare in modo che il prossimo Governo abbia già delle proposte da vagliare e attuare. Spero che l’attuazione diventi il punto centrale del programma di ogni forza politica o coalizione. Ciò consentirà al prossimo Governo di trovare quella sintesi ampia per fare in modo che l’accordo non sia una cosa di pochi ma di tutta la collettività. Spero che le forze politiche abbiano chiaro che il nostro Paese deve continuare ad andare in quella direzione. L’auspicio è che la firma e la ratifica dell’accordo avvengano il prima possibile. L’aula ha concordato un ordine del giorno.

Segretario di Stato Luca Beccari (replica): Devo dire che talvolta in questo dibattito si viaggia un po’ in superficie rispetto ai contenuti proposti. Ammesso che non si arrivi all’accordo di associazione, non è che il nostro sistema finanziario non ha bisogno di adeguarsi alle normative europee. Non dimentichiamoci che siamo un Paese che per mille motivi ha bisogno di forme di allineamento che sono imprescindibili. E’ ovvio che non si faranno leggi e scelte radicali, ma è ovvio che gli interventi proposti nel documento non si fanno in tre o quattro mesi ma richiederanno del tempo. Sarebbe un errore rimanere fermi. Il processo decisionale prenderà vita nel momento in cui i provvedimenti arriveranno. Penso di aver sempre mantenuto un atteggiamento di massima disponibilità su questo tema. Non ho mai fatto assunzioni di paternità. Le velate provocazioni mi scivolano addosso. Sono molto tranquillo dell’approccio che abbiamo ottenuto. Le cose che produciamo e richiedono tempo per essere fatte sono cose che andrebbero talvolta lette. I contenuti e gli aspetti chiave di questo accordo li stiamo condividendo a tutti i livelli da mesi. Non torniamo sempre indietro sul tema della non condivisione e della non informazione. Le persone sono molto più informate di quello che pensate. Sul referendum. Si valuterà quando ci sarà un atto che eventualmente sarà referendabile. Su cosa lo facciamo oggi? Non possiamo farlo sull’emotività, come avvenuto nel 2013, piuttosto che sui contenuti. Non stiamo svelando nessun tipo di segreto. Sono mesi e mesi che la stessa maggioranza sta dicendo che è pronta ad anticipare le elezioni rispetto alla scadenza naturale.

 

Askanews

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