San Marino. Commissione Affari Interni, resoconto seduta 22 settembre 2022 pomeriggio

San Marino. Commissione Affari Interni, resoconto seduta 22 settembre 2022 pomeriggio

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI COSTITUZIONALI E ISTITUZIONALI; PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, AFFARI INTERNI, PROTEZIONE CIVILE, RAPPORTI CON LE GIUNTE DI CASTELLO; GIUSTIZIA; ISTRUZIONE; CULTURA; BENI CULTURALI, UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA

 

– GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE– Seduta del pomeriggio

 

            La manutenzione degli edifici scolastici, la querelle tra il Sds Canti e l’Ateneo sammarinese, il futuro del Cfp e ancora, i problemi derivati dall’accorpamento dei plessi di Murata e Città, i nuovi curricula delle scuole: sono i temi sollevati in comma comunicazioni dai consiglieri di opposizione, nel primo giorno di lavori della Commissione consiliare riunita oggi a Palazzo Pubblico. Per le risposte alle domande e richieste di chiarimento bisognerà attendere però il rientro del Segretario di Stato per l’Istruzione, Andrea Belluzzi, dalla missione a New York, previsto solo in serata. Su proposta del presidente Pasquale Valentini, Pdcs, infatti, al Segretario di Stato Belluzzi verrà data la possibilità di intervenire all’apertura degli ultimi due comma previsti all’ordine del giorno, relativi a due progetti di legge di sua competenza.  

            Al centro dei lavori del pomeriggio invece è l’esame del progetto di legge “Riforma delle norme di disciplina per i dipendenti pubblici”, presentato da Elena Tonnini, Segretario di Stato per gli Affari Interni. Come riporta la relazione illustrativa del Pdl, la riforma presentata “introduce una profonda revisione delle procedure e dei contenuti delle disposizioni in materia, superando la legge n.106/2009 in vigore”. E non si limita alla modifica degli organi preposti alla gestione delle procedure disciplinari, bensì “rappresenta una riforma complessiva che tiene conto delle esperienze medio tempore intercorse e anche di sentenze del collegio Garante della Costituzionalità delle Norme”, in particolare relative alle norme su licenziamento e sospensione cautelare. Il segretario di Stato Tonnini sottolinea poi come il testo presentato sia il risultato di “un ampio e fattivo confronto con le organizzazioni sindacali, portato avanti allo scopo di trovare un punto di equilibrio fra l’esigenza di disporre di un sistema di regole più efficace, preciso e rapido, e quella di salvaguardare i principi di tutela, di difesa e di contradditorio in ogni fase del procedimento”. 

Nel dibattito emerge la sostanziale condivisione di larga parte del testo da parte dei commissari, ad eccezione della nuova composizione della Commissione disciplinare. E’ sul relativo articolo, il n.13, che sono espresse le principali critiche dall’opposizione, in particolare per il ruolo di presidente, assegnato al direttore della Funzione pubblica, e sulla nomina dei tre membri-dirigenti dell’amministrazione in capo al congresso di Stato. Rf e Libera annunciano emendamenti per giungere a un testo maggiormente condiviso. A riguardo, la stessa Sds Tonnini, in replica,  manifesta disponibilità per attribuire la nomina dei tre dirigenti al Consiglio grande e generale piuttosto che all’Esecutivo. 

 

La seduta del pomeriggio si conclude con l’avvio dell’esame dell’articolato che proseguirà in seduta notturna (dall’articolo 13).

 

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

 

Comma 1. Comunicazioni

Guerrino Zanotti, Libera

Volevamo riferire alcune considerazioni all’indirizzo del segretario di Stato Belluzzi, spiace non sia presente, visto che proprio lui è sempre prodigo di critiche per chi ha ricoperto ruoli da Segretario di Stato nel precedente governo. In questi giorni parliamo di diversi argomenti che lo riguardano, parlo della querelle scatenata dal Segretario Canti per le critiche rivolte all’Università- uscite davvero fuori luogo- quando ha comunicato che ha rotto ogni collaborazione rispetto le tecnologie di asfaltatura stradale, perché si è rivolto al Politecnico di Milano. E  nel frattempo invece l’università di San Marino ha stretto collaborazioni con almeno 4 amministrazioni locali italiane, a conferma della bontà della ricerca svolta su questa materia. Abbiamo chiesto sulla base di quali decisioni il nostro segretario di Stato ordina e dispone, ma non è arrivata nessuna risposta, vale di più la compattezza del governo.

Altro argomento utile al Segretario Belluzzi riguarda  le “non verità”, per non dire bugie, che si raccontano sulla mancata programmazione di interventi di normale manutenzione sugli edifici scolastici nella precedente legislatura. Niente di più falso. E ci chiediamo piuttosto come mai adesso interventi strutturali per  la scuola di Cailungo sono stati rinviati. Se aggiungiamo a questo, la gestione della scuola con chiusura dei plessi e la retromarcia che ha dovuto fare il Segretario su chiusure ulteriori. Interventi strutturali inoltre permetterebbero di dare ulteriore dignità anche al Cfp e agli studenti che lo frequentano.

Al Segretario di Stato Tonnini invece chiedo a cosa riferisce il candidato alle elezioni italiane Elia Rossi, quando ringrazia le istituzioni sammarinesi per una non meglio specificata collaborazione. A cosa si riferisce? Abbiamo anche visto due segretari di Stato accogliere il candidato Salvini quando è venuto in visita ad un’azienda sammarinese. Chiedevo cosa ci fosse di più oltre alla presenza già fuori luogo di quegli incontri.

Elena Tonnini, Segretario di Stato per gli Affari Interni

Io non sono a conoscenza di collaborazioni di tipo istituzionale, al momento non mi risultano, posso fare verifiche e riferire poi.       

Pasquale Valentini, Pdcs, presidente

So che sul Segretario di Stato Belluzzi sta rientrando dalla missione di New York e che sarà presente sicuramente domani. Mi impegno a  trasferire al Segretario le questioni poste oggi.

Nicola Renzi, Rf

Mi chiedo cosa veniamo fare in queste commissioni. Il fatto è che delle volte non siamo neanche chiamati a ratificare delle cose. Ho appreso solo dai giornali che il Sds Belluzzi sta facendo tutti i nuovi curricula delle scuole ed è andato persino a illustrarle all’Onu. Mi fa piacere. So che alla scuola sono stati creati gruppi di lavoro appositi…ma io vorrei sapere in questa Commissione se è stato fatto un lavoro partendo da una valutazione: perché bisogna cambiare i curricula scolastici?

I gruppi di lavoro ancora non si sono riuniti, ma sono basito dal sentire dai giornali che il Segretario di Stato sia andato all’Onu a spiegare i nuovi curricula della scuola. Mi chiedo se per voi è tutto normale. A me piacerebbe sapere perché i curricula devono essere cambiati.

Poi ci sono i Plessi di Città e Murata che sono stati accorpati e ci sono difficoltà per la mancanza di  spazi per la refezione, sono state necessarie le turnazioni.. non muore nessuno, ma non capiamo la ragioni di comportamenti illogici e confusi. Il Cfp è un altro tema da affrontare con estrema delicatezza, forse l’istanza non poteva essere approvata così, ma è annosa la questione di dove inserirlo, istruzione o lavoro. Pensare che ci sono ragazzi che stanno nelle scuole e fanno formazione- e per quello che viene chiamata ‘alternanza scuola-lavoro’ rischiano la vita, senza fare neanche più gli stage, è un modello che io non vorrei. Quella cosa lì non vorrei farla, vorrei un Cfp che lavora bene con inquadramento e dignità.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

Su Cfp: non possiamo permetterci di creare emarginazione, questi ragazzi hanno tutti i diritti di avere una formazione e una istruzione secondo il modello offerto agli altri ragazzi della loro età, è un elemento cruciale in territorio, e per fare questo, quella scuola deve avere pari dignità delle altre scuole superiori.

Evidenzio poi che i lavori della Commissione congiunta, la nostra e quella del Senato italiano, presieduta dall’On. Nencini, ha generato spunti interessanti su cui sarebbe opportuno riprendere le fila per non perdere le opportunità generate in quell’incontro. Mi riferisco alle famose vie che acquisiscono valore culturale, e possono collegare la Repubblica di San Marino alla Repubblica italiana.  L’idea era di riferirsi al percorso garibaldino per attivare sinergie tra i territori e poter elaborare congiuntamente un progetto in legge che in Senato è in fase già avanzata e potrebbe avere la dinamica di essere approvato in due Stati in modo contemporaneo. Se è necessario abbiamo raccolto molto materiale sullo scampo garibaldino a San Marino e lo metteremo a  disposizione della  Commissione e magari può essere inviato all’On. Nencini.

La seconda cosa discussa in Commissione congiunta era la possibilità di verificare percorsi alternativi alla chiusura delle scuole elementari e per l’infanzia che soffrono, da noi come in Italia, il problema del calo demografico. In quell’occasione l’idea era di lavorare su scuole che abbiano come base il discorso delle classi aperte. E’ un discorso innovativo, che è stato ripreso a Reggio Emilia, e l’On. Nencini ci ha dato la possibilità di esaminare una di queste sperimentazioni per orientare anche i nostri tecnici e ‘gruppi di lavoro’.

Pasquale Valentini, Pdcs, presidente

I commissari dovrebbero aver ricevuto tutti il materiale inviato dopo l’incontro delle due commissioni, relativi a secondo tema citato. Sul tema delle vie culturali c’è un Pdl che il parlamento italiano sta portando avanti. Credo che in una riunione dedicata è possibile riprendere i contenuti della Commissione congiunta, nella consapevolezza di dover riprendere il dialogo con una nuova commissione italiana, a seguito delle imminenti elezioni. Al commissario Renzi vorrei rispondere- in riferimento alla richiesta se in Commissione si è parlato di curricula- no, non c’è mai stata una commissione in cui si è parlato di questo.

Maria Katia Savoretti, Rf

Anche io sono rammaricata per l’assenza del Sds Belluzzi. L’ultimo incontro fatto con lui risale a prima dell’estate. In vista dell’apertura della scuola, sarebbe stato necessario un nuovo incontro.

Riceviamo invece notizie solo dai giornali, ci spiace tanto. Abbiamo affrontato nell’ultimo Consiglio una istanza che chiedeva attenzione al Cfp, attenzione che gli è stata negata. È una scuola che merita pari dignità delle altre scuole superiori e poteva essere l’occasione per ragionare su cosa poter fare. Invece l’istanza è stata bocciata senza approfondire da parte del governo. Altra questione, non si può leggere dai giornali quello che è successo sull’università. Dovremmo essere tutti orgogliosi del nostro ateneo, dovremo essere bravi ad approfittare di quello che abbiamo in territorio, ma no lo stiamo facendo. La questione delle manutenzioni: fa sorridere leggere un Segretario che rimprovera un governo precedente, dicendo che le manutenzioni non sono state fatte.

Sull’accorpamento Città – Murata, io sento i disagi dai genitori, disagi che si sarebbero dovuti affrontare prima dell’inizio dell’anno scolastico e ci eravamo raccomandati.

Pasquale Valentini, Pdcs, presidente

Mi prendo le responsabilità per l’assenza del Sds Belluzzi, purtroppo non era possibile rinviare la commissione, tra il prossimo Consiglio e gli altri impegni previsti dell’Aula. E  nell’ordine dei comma, ne abbiamo tenuto conto. Avete tutti i diritti di esporre problematiche, ma uscirei dal dire ‘il Segretario non vuole rispondere’. Domani, come presidente, nel momento in cui si introdurranno i commi relativi alle sue competenze, gli lascerei la parola.

Matteo Rossi, Npr

Mi viene raccontato, sul discorso della manutenzione della scuola, che la carenza relativa alla passata gestione è che ogni cosa era affrontata come emergenza, difettava un discorso di programmazione.  Sulla polemica che si vuole instaurare tra scuola e territorio, mi fa sorridere detta da lei, commissario Renzi, Ricordo che nella scorsa legislatura sugli strali dell’ex Sds per le Finanze sui magistrati lei non proferì parola.

Nel congresso di Stato credo ci sia libertà di pensiero ed espressione di ogni singolo Segretario, credo tutti stiano collaborando con la nostra Università. Non entro in polemica, ascolterò i chiarimenti e le spiegazioni che il Sds Belluzzi ci darà un po’ a tutti.  Ma alcune cose mi sono sembrate un po’ stonate.

Marica Montemaggi, Libera

Il comma comunicazioni si chiuderà tra poco, bene se poi domani affronteremo i commi del Segretario Belluzzi, tra l’altro c’è stata anche una richiesta di un deferimento ed e’ chiaro che i tempi si stringono. Pazienza per l’assenza del Segretario, ma ci sono i consiglieri con cui è possibile avere un dibattito, visto che siamo una commissione deputata anche ai temi dell’istruzione.

Sul Cfp dobbiamo fare uno scatto superiore, dobbiamo evolvere nelle qualifiche un centro in cui si andava a fare formazione professionale. Andiamo verso un discorso europeo e si discute ancora se parificare le qualifiche. Non ci può più essere solo il liceo o due anni di istituto tecnico industriale e due anni di formazione professionale: questa offerta non ci basta più, se no il rischio di abbandono scolastico è troppo alto. Dobbiamo fare uno sforzo in più, ragionare al di là delle posizioni di governo, maggioranza e opposizione. Dobbiamo solo stare al passo con i tempi.

Sulla scuola elementare di Murata: se dobbiamo discutere del modello organizzativo dobbiamo essere consci delle scelte che facciamo e dei loro risvolti, per non dovere poi metterci le pezze.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete

L’ultimo intervento è stato propositivo, quanto sostenuto da consigliere Montemaggi è in larga parte condivisibile, il fatto che San Marino si deve evolvere e migliorare i suoi indirizzi e ampliare. Abbiamo un’offerta formativa di ottimo livello, dall’asilo in avanti, ma sono d’accordo che l’offerta vada ampliata per non continuare a incentivare l’andare fuori dei nostri studenti. Ritengo sia necessario su questo un tavolo tecnico, questa è una commissione legislativa non una ‘commissione scuola’. Personalmente, mi manca la competenza per sapere cosa serva alla scuola di San Marino. Detto questo, rilevo una polemica molto sterile sull’assenza del Segretario Belluzzi. Sono convito anche io serva una riflessione profonda sull’evoluzione della scuola, ma ci vuole sempre una giusta tara.

Nicola Renzi, Rf

Rossi ha detto che io non ho preso le distanze quando l’ex Segretario Celli aveva attaccato la magistratura. Ci tengo a precisare che all’indomani di quelle dichiarazioni, sono intervenuto a Rtv per confermare la piena fiducia nei giudici sammarinesi.  Sulla distinzione tra funzione politica- professionalità: spero di avere tutti i diritti di intervenire sulla scuola in commissione, se così non è, ditemelo, interverrò solo sui giornali.

Pasquale Valentini, Pdcs, presidente

Siamo qui, ognuno con le sue competenze. La Commissione in quanto tale ha competenze date dal regolamento. Quando parliamo qui siamo obbligati a entrare anche negli aspetti tecnici, ognuno di noi, cercando di informarsi a prescindere dalle proprie competenze di origine.
Sulla questione del Cfp, l’istanza chiedeva la trasformazione in istituto professionale. Questa non è la valorizzazione del Cfp. E’ la trasformazione in istituto di scuola superiore. E su questo credo si debba discutere. Magari se fosse stata approvata, avremmo eliminato il Cfp. Ma il tema è aperto.

Il Sds Belluzzi mi riferisce che potrebbe essere qui anche questa sera. Il comma comunicazioni si chiude, ma se alle domande emerse c’è davvero interesse per avere risposte, penso sia doveroso lasciagli la possibilità di dare queste comunicazioni. Chiedo questa disponibilità. Non è vero che questa commissione non ha parlato di scuola. E’ stato uno degli argomenti prevalenti dei nostri lavori. Ce n’è bisogno ancora per le trasformazioni in atto.

Sandra Giardi, Gruppo misto

Le istanze delle opposizioni hanno dei fondamenti, però valutiamo all’arrivo del Segretario. Non vorrei si parlasse solo di questo, alla fine magari è meglio convocare una commissione specifica sulla scuola.

Comma 4. Esame in sede referente del progetto di legge “Riforma delle norme di disciplina per i dipendenti pubblici” (presentato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni)

Elena Tonnini, Sds per gli Affari interni
E’ un passaggio importante, una legge che non solo dà attuazione alla delega contenuta nell’articolo 43 della legge n.188 del 2011, per andare a coordinare quella che è tutt’oggi la vecchia normativa del 2009 sulla disciplina dei dipendenti pubblici, anche rispetto le competenze. Si definiva con delega chi doveva subentrare al capo del personale e chiarire chi dovesse o meno promuovere ed erogare la sanzione. Si affronta poi il tema della commissione di disciplina, viene indicata una nuova composizione in modo che fosse paritetica tra sindacati e amministrazione pubblica. Si è preferito, invece di rispettare pienamente la delega, piuttosto che con decreto, seguire l’iter del progetto di legge, per trattare in modo organico l’argomento e avere una vera e propria riforma della legge del 2009. Si è avuto ampio confronto con le organizzazioni sindacali per arrivare alla nuova legge. Obiettivi: riuscire a creare un unico procedimento disciplinare, dal momento che oggi si parte da due procedimenti. Uno che riguarda il pubblico, con una commissione presieduta da un giudice e procedure simili a una udienza, poi il sistema privatistico che segue norme del diritto privato puro, più snello nelle procedure, e con una contestazione interna di soli 5 giorni. Quindi la legge presentata riguarda un unico procedimento indipendentemente dal rapporto di lavoro pubblico o privatistico. Viene definita una nuova commissione più di tipo datoriale che permette di raggiungere la riduzione delle tempistiche, scandite in modo preciso, garantendo tutti i diritti del dipendente. Si è trovato un punto di equilibrio nell’avere un sistema di regole più efficiente e rapido e salvaguardando i principi del contraddittorio. Questi temi sono stati al centro del confronto con le organizzazioni sindacali. Ai tempi ridotti dell’esercizio dell’azione disciplinare si accompagna una regolamentazione diversa della gestione della fase dei ricorsi, con il ripristino primo e secondo grado e della terza istanza. La legge inoltre recepisce alcune sentenze del Collegio garante relative al licenziamento. Le 4 condotte previste restano, ma sono state riviste nelle loro fattispecie. Sottolineo l’introduzione dell’insufficiente rendimento del dipendente. Con la legge, il dirigente diviene il titolare dell’azione disciplinare. Altro elemento innovativo è al titolo 4°, relativo alle misure cautelari, in cui la sospensione diventa l’extrema ratio.  Ripeto l’importanza di tutta la fase di confronto con i sindacati. Da parte della mia Segreteria saranno presentati una serie di emendamenti formali. Tratteremo gli emendamenti in fase di discussione, ho visto alcuni emendamenti da parte dell’opposizione. E’ ovvio che il tema relativo a una diversa composizione della commissione di disciplina è uno dei punti centrali. In realtà sono tantissime le parti innovative trattate con le organizzazioni sindacali. Si è tenuto conto ad esempio delle indicazioni date dal Greco, con la presenza della dirigenza della Dgfp, che ha ottenuto un plauso dello stesso Greco. Per noi poi, con la presenza dei sindacati in commissione, si è raggiunto un buon equilibrio.

Giuseppe Maria Morganti, Libera
Noi gran parte dei temi del Pdl li condividiamo, siamo assolutamente in linea con le innovazioni esplicitate anche dal Segretario e con le maggiori garanzie di chi è sottoposto alle azioni disciplinari. L’intervento cruciale è quello relativo alla composizione della commissione disciplinare. Noi temiamo ci sia un ‘rigirare su se stessi’ sulle responsabilità e sull’avvio delle procedure. Sono i dirigenti che avviano l’azione e che giudicano se l’azione sia giusta o meno: ci sembra una incongruenza che va sanata. Ci sembra una obiettiva incompatibilità. Chi avvia la pratica poi la giudica, e il giudizio ci pare scontato. Bene l’apertura a tutte le organizzazioni sindacali.

Nicola Renzi, Rf
Ci sono aspetti nel Pdl che per noi vanno bene, come il  dare la responsabilità al dirigente dell’azione disciplinare, così come l’introduzione di alcune tutele. Il ‘centro’ è il tema della commissione di disciplina, su questo speriamo si possa dialogare e trovare un punto di incontro. La sfilza di decreti fatti in questi tre anni sono una vera e proprio contro-riforma della Pa che va in un ottica pericolosa dell’accentramento di poteri enormi nelle mani della Dgfp e, dall’altro, di una precarizzazione – sottomissione totale dei ruoli dirigenziali e a cascata delle posizioni dipendenti. Continuare ad accentrare poteri a Dgfp non ci sembra cosa giusta, deve dare delle indicazioni, ma non può anche accertare i procedimenti disciplinare. Volete addirittura che il direttore della Dgfp sia il presidente della commissione di disciplina, è una enormità, è inaccettabile.  Serve un organismo totalmente imparziale nella valutazione. Abbiamo fatto un emendamento abrogativo per dire ‘parliamone’. Possiamo trovare una quadra, e va trovata. Così è invotabile. Questa chiude il cerchio di una Pa messa nelle mani di una unica persone- e non mi riferisco a chi pro tempore occupa questo ruolo. Devono essere nominate persone competenti, ma esterne alla Pa, come prima. E prima erano nominate dal Consiglio grande e generale e voi volete le nomini il congresso di Stato.

Guerrino Zanotti, Libera
Concordo con i due interventi che mi hanno preceduto, il contenuto del Pdl ci vede concordi, in particolare sulla responsabilizzazione delle dirigenze a vari livelli. E anche su una serie di garanzie e tutele, da ultimo con la sospensione che non è più obbligatoria in caso di rinvio a giudizio del dipendente, per esempio. Sulla nuova formulazione della composizione della commissione di disciplina invece riteniamo che con essa siano sbilanciati i pesi e venga a mancare la necessaria tutela dei pesi e contrappesi nel giudizio che la commissione deve produrre rispetto a una sanzione comminata e la legittima posizione del dipendente che la ritiene ingiustamente applicata. Viene meno la presenza del magistrato, al quale subentra il dirigente della Funzione pubblica. Essendo una commissione di sei persone, tre membri sono delle organizzazioni sindacali e tre membri sono nominati dal congresso di Stato- un primo intervento che non possiamo condividere.  Segretario, le chiediamo di approfondire rispetto al tema della composizione della commissione di disciplina e al fatto che siano bilanciati bene pesi e contrappesi, rispetto un’azione che parte dalla Pa e viene decisa di nuovo dalla dirigenza dell’amministrazione pubblica.

Riccardo Stefanelli, Pdcs
Su questa norma c’è stato un lavoro importante anche all’interno della maggioranza. Rispetto al testo di partenza, che ricalcava legge 138 del 2011, penso sia stato fatto un grosso passo avanti, perché la legge dava una delega molto limitata di intervento. Invece era necessario rivedere l’impianto complessivo, e così è stato fatto anche con un lavoro certosino. C’è possibilità per il dipendente di ricusare i membri delle commissioni e tutta una serie di garanzie che sono state affinate sul testo definitivo. Sulla composizione della commissione si partiva dalla legge 188, adesso la commissione ha rappresentanti sindacali e dirigenti con tre anni di esperienza nella Pa, più il presidente. Diversamente da quanto disposto dalla legge del 2011 che prevedeva il direttore generale e suoi immediati sottoposti.  Gli emendamenti si concentrano sul presidente: finora era un magistrato, ma il Greco ci ha detto che non poteva essere un magistrato, ciò complica il passaggio a eventuali ricorsi al tribunale amministrativo. E al Greco bisogna attenersi. Riteniamo che il lavoro con le organizzazioni sindacali abbia prodotto un testo condiviso. Non significa non si possa discutere, è materia che deve essere il più condivisa possibile.

Marica Montemaggi, Libera
L’idea di una commissione esterna rispetto a una commissione paritetica è una visione diversa di principio. Si devono tenere assolutamente in considerazioni le raccomandazioni del Greco, ma dobbiamo sempre tenere conto delle nostre peculiarità e necessità nella messa in pratica di un provvedimento. Sulla commissione di disciplina vediamo maggiore criticità, abbiamo voluto presentare due emendamenti a riguardo, per dimostrare la nostra disponibilità a considerare la complessità nel determinare il giusto equilibrio e per noi una figura esterna è essenziale. Se non va bene il magistrato, possiamo comunque considerare una figura esterna, un esperto di diritto del lavoro, che possa entrare nella commissione di disciplina.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete
Il commissario della legge secondo me stona in quella circostanza, di comminare una sanzione di un procedimento disciplinare. Il mondo del lavoro afferisce in un procedimento amministrativo, in ulteriori gradi e in altra sede.

Sandra Giardi, Gruppo misto
Sulla questione del congresso di Stato concordo con l’opposizione, meglio valutare il passaggio in Consiglio grande e generale.

Elena Tonnini, Sds Affari interni, replica
La legge non stabilisce che chi avvia un procedimento, poi decide. Il dirigente ha un ruolo di avvio ma decide unicamente nella prima fase, l’ammonizione, su casi più gravi- sospensione e licenziamento- avvia e demanda alla commissione. E’ elemento di distinzione inserito in maniera importante nella norma. Sulla commissione, non si è partiti dalla commissione per affrontare la ratio della norma. Si è partiti dalla necessità contenuta nella legge del 2011 di avvicinare il sistema pubblico a quello privato. La ratio: passare da un sistema che prevede un’udienza iniziale, in capo alla commissione di disciplina, proprio perché la presenza della presidenza era a livello di magistrato. Lo scopo non era neanche quello di passare a un meccanismo di decisione puramente datoriale, come nel privato, ma cercare una via intermedia, che facilitasse e diminuisse le tempistiche e, a seguito di ciò, viene la composizione della commissione. La delega della 288 indicava una composizione paritetica da Dgfp e sindacati e presieduta dal presidente Dgfp. Noi abbiamo messo non tutti i componenti Dgfp, ma indicato più in generale dirigenti pubblici da almeno 3 anni. Nessuno dirigente è succube della Dgfp e del congresso, non c’è  precarizzazione della dirigenza. All’Articolo 13, l’emendamento del governo e quello di Libera possono portare a soluzioni, verifico l’opportunità che la nomina sia in capo al Consiglio, ad oggi la nomina è congressuale.

 

San Marino News Agency

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