San Marino. Demos rivendica il ruolo delle opposizioni per un migliore Decreto sulla cartolarizzazione degli Npl

San Marino. Demos rivendica il ruolo delle opposizioni per un migliore Decreto sulla cartolarizzazione degli Npl

NPL?…nessuno paga ma l’economia gira.

Così si apre il comunicato inviato da Demos, che prosegue: “Il progetto di Cartolarizzazione degli NPL sammarinesi può spiccare “finalmente” il volo.

Demos ha dato il proprio contributo affinché tutto ciò avvenga tutelando il più possibile nell’interesse pubblico.

Demos e il Gruppo Misto, insieme agli altri gruppi di opposizione, ha contribuito infatti a rafforzare gli interessi pubblici nel Decreto che  è andato a modificare la legge sulle cartolarizzazioni.

Grazie a Noi:

  • le banche dovranno creare un fondo di garanzia (escrow account) più cospicuo e non potranno usarlo per pagare le spese di gestione,
  • l’emissione delle obbligazioni sarà notificata preventivamente agli investitori istituzionali sammarinesi (Banche, fondo Pensioni, Aziende Pubbliche) che potranno partecipare all’asta per le obbligazioni Senior quotate al 8%, un investimento con i fiocchi.
  • saranno regolati conflitti di interessi e procedure al fine di tutelare l’interesse pubblico.

Ma questo naturalmente non è bastato a convincerci della utilità e della bontà del progetto.

Non ci è bastato perché la volontà di miglioramento del progetto a tutela degli interessi pubblici è arrivata solo all’ultimo momento da parte del Segretario Gatti.

Infatti grazie alla meritoria opera delle  opposizioni il Decreto non sarebbe stato approvato nei tempi definiti ed il progetto della prima emissione si sarebbe dovuto posticipare.

In realtà ci chiediamo come Banca Centrale possa validare il progetto nel brevissimo tempo che ha a disposizione, ma scommettiamo che BCSM si impegnerà fino allo stremo per approvare il piano industriale del progetto, anche in assenza di un Business Plan definitivo, eh si! perché il progetto si deve fare al più presto e senza indugio, come si dovevano vendere gli NPL Delta, lo ricordiamo, sempre attraverso un progetto di cartolarizzazione.

Poi ci si chiede come il cittadino possa ritornare a riporre fiducia nelle istituzioni, quando i processi stessi delle istituzioni sono così evidentemente inquinati da interessi la cui natura non è veramente difficile da comprendere.

Forse in realtà qualcosa riusciamo ad intuire, ovvero che le scelte non avvengono mai su un piano di dialogo e confronto reale, ma avvengono sempre per corrispondere ad interessi e visioni di parte che potrebbero non essere a favore della intera collettività.

La cartolarizzazione è un processo finanziario che sostanzialmente prende qualcosa con scarso valore, lo converte in obbligazioni e questo qualcosa diventa uno strumento che fa girare l’economia.

Le obbligazioni diventano più appetibili grazie alla garanzia dello Stato che le rende sicure e ad alto rendimento (8% in su), provate a trovare qualcuno che non vuole comprarle.

Quindi da un debito, si ottengono le seguenti cose:

  • Si procrastina il tempo per pagarlo.
  • Si da lavoro ad un sacco di consulenti per: la creazione della infrastruttura di recupero, per tentare il recupero, per gestire le obbligazioni, per fare le assicurazioni sui rischi di cambio e quant’altro.
  • E infine qualcuno guadagna con un tasso interessante su un investimento sicuro.

Il pregio della Cartolarizzazione è quello di creare economia sul fallimento della economia.

Un’idea geniale, peccato però che la maggior parte di questa economia è solo un’economia di servizio e non produce nessun valore aggiunto sociale se non forse nel cercare di recuperare qualche “cadavere immobiliare”.

Tutta questa operazione  potrebbe funzionare solo se l’economia reale del Paese si riprenderà altrimenti tra pochi anni saremo ancora punto e a capo e messi peggio di oggi.

Il nostro contributo normativo si è basato su tre pilastri:

Lavoro – Onestà e Fiducia- di certo

la voglia di Lavorare e l’Onestà non mancano a Demos e vorremmo trasmetterla a tutta il Paese.

Questo progetto potrebbe permettere di fare dimenticare le cause del fallimento della economia sammarinese, il perché quei crediti non sono stati pagati.

Ma noi non lo dimentichiamo, un fallimento dell’economia di questa proporzione  (se va bene 600 milioni di crediti che non si riscuoteranno) è il fallimento di una classe dirigente che ha governato il Paese, dove sicuramente almeno due dei pilastri di cui sopra latitavano.

Alle prossime elezioni non dimentichiamocelo.

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