Aborto, Don Mangiarotti: “Per non estinguerci: difendiamo la vita”

Aborto, Don Mangiarotti: “Per non estinguerci: difendiamo la vita”

Riceviamo e pubblichiamo

Pensare e ragionare fa bene, a volte fa soffrire, se al di là del velo dell’ovvio dei mezzi di comunicazione si vuole riconoscere la realtà senza illusioni e soprattutto evitando gli schemi preconfezionati.

Per fortuna esistono ancora (pochi) giornalisti che hanno il coraggio di andare all’origine delle notizie, evitando il copia-e-incolla del pensiero unico.

Ho letto un lungo e articolato servizio sulla crisi demografica in Europa, scritto dal bravo Giulio Meotti, che riporta queste parole di Mohammad-Reza Naghdi, in un’intervista del 31 marzo. Da notare che l’intervistato è il vice comandante delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran.

«L’Occidente delinea un certo stile di vita per [altre] società e [ci dice] come dovremmo vivere. Che cosa ha fatto questo all’Occidente stesso? Ha causato una crescita demografica negativa, che li costringe a importare popolazione dall’estero. Le società europee raggiungeranno un punto, entro diversi decenni, in cui dovrai cercare una sola persona di razza europea in Francia o in Inghilterra, ad esempio… La società umana sta andando verso l’estinzione. Nessuno è più disposto a sposarsi. Vivono con cani, coccodrilli e gatti. Nessuno è disposto a dare alla luce bambini, allevarli e costruirsi una vita. Questo stile di vita hanno creato… In Inghilterra, hanno presentato un nuovo membro del gabinetto per gli affari della solitudine»

Sembra veramente uno scenario apocalittico, e, se osserviamo con i nostri occhi, ci accorgiamo che questa è purtroppo la realtà quotidiana.

Colpisce sentire nelle parole di Mohammad-Reza Naghdi quanto afferma nei riguardi del nostro Occidente, che – dopo avere rifiutato la propria identità dalle radici greche, romane e giudaico-cristiane – ha voluto imporre al resto del mondo una cultura nemica della vita, delle tradizioni, della persona, fautrice di una cultura dei diritti che si sostiene cancellando i diritti dei più deboli e indifesi: aborto ed eutanasia ne sono il marchio di riferimento.

In questi giorni, di fronte all’evidenza di un calo demografico catastrofico, il giusto sdegno per le tante morti provocate da una ingiusta guerra sembra non contrastare la foga con cui si difende il diritto di sopprimere vite umane.

Se provassimo a prendere sul serio la continua esortazione a non fare della difesa della vita una questione ideologica (accusa che, rivolta a chi tutela la vita umana dal suo inizio, tradisce proprio l’ideologia di chi non vede la realtà dell’uomo ucciso – guai a nominarlo! – ma ripete il ritornello di una uscita dalla minorità e dal Medioevo in cui ci terrebbe prigionieri la Chiesa cattolica) allora riconosceremmo che ci sono degli elementi di diritto in ogni società che, se stravolti, porterebbero e porteranno alla fine stessa della civiltà e della cultura. E questo non è pensiero ideologico oscurantista ma semplice evidenza dei fatti così come un osservatore così diverso da noi può riconoscere.

Forse leggere le parole di chi tra noi cerca di combattere una battaglia per la vita potrebbe dare al nostro comune impegno di cittadini un sussulto di responsabilità che, con un colpo d’ali, farebbe cambiare direzione all’inverno demografico che ci aspetta e renderebbe la nostra Repubblica quel faro di speranza come lo è stato nella storia europea.

Ho letto su L’informazione: «MIRIAM FARINELLI: “IVG, un pdl più misero e generico era difficile immaginarlo”… abbiamo fra le mani il Pdl, che porta le firme di tre Segretari di Stato e che è quanto di più evasivo e generico si potesse immaginare, in cui non si regolamenta un bel niente salvo consentire l’interruzione di gravidanza senza condizioni, condizioni previste peraltro in quasi tutte le legislazioni… In questo progetto di legge non c’è spazio per la riflessione, si deve fare presto.

Tutto deve essere risolto velocemente, nessun cenno alla prevenzione, quello che interessa è il risultato… Non esiste traccia sull’obiezione di coscienza del personale sanitario. È la trovata delle trovate. Se in ambito medico, per esempio, c’è chi non ne vuole sapere di sopprimere una vita (perché di questo si tratta), lo si deve rispettare e consentirgli di non partecipare ad un atto che una libera coscienza può giudicare inaccettabile. Lo dico ai tanti paladini della libertà di cui questo paese trabocca, che accomodano i diritti secondo convenienza…».

P.S.: Ci vuole un cambiamento di mentalità e di cultura, e ben vengano i provvedimenti anche a difesa della famiglia, che altrimenti non risolvono la questione di fondo.

Gabriele Mangiarotti

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