San Marino. La nuova riflessione di don Gabriele Mangiarotti: “…e se non piangi, di che pianger suoli?”

San Marino. La nuova riflessione di don Gabriele Mangiarotti: “…e se non piangi, di che pianger suoli?”

Riceviamo e pubblichiamo la nuova riflessione di don Gabriele Mangiarotti dal titolo “…e se non piangi, di che pianger suoli?”.

“Che cosa diremmo, che cosa faremmo se, all’improvviso, cancellando secoli di storia, l’Italia decidesse che San Marino le appartiene e che i suoi abitanti se ne devono andare via in brevissimo tempo? E se per ottenere questo risultato compisse le più efferate violenze su cittadini inermi, mostrando al mondo tale umiliante scempio di corpi e di anime?

Forse un popolo fiero e ragionevole interverrebbe, con tutti i mezzi a disposizione. Forse la politica non si farebbe aspettare. Forse una informazione libera e non asservita a interessi di parte o preoccupata di mantenere spazi di privilegio alzerebbe la sua voce.

Del resto, di fronte a quanto, in altra modalità, è accaduto per l’invasione russa dell’Ucraina molte voci, a tutti i livelli, si sono fatte sentire, come pure la politica non si è fermata a considerazioni di principio, ma ha fatto valere la sua forza.

Ma quale silenzio sta avvolgendo la tragedia del popolo dell’Artsakh (conosciuto come Nagorno Karabakh), costretto dalla potenza dell’Azerbaijan, sostenuto dalla Turchia, ad abbandonare quella terra di cui ha diritto, come si può mostrare indicando i passi che sono stati compiuti dopo il crollo dell’URSS. Solo per rinfrescare la memoria:

  • 3.04.1990: varata la legge (‘Norme riguardanti la secessione di una repubblica dall’Urss’)
  • 30.08.1991: il soviet azero vota per la secessione dall’Urss, viene varata la Repubblica di Azerbaigian con riferimento di continuità con la repubblica del 1918.
  • 2.09.1991: il soviet del Nagorno Karabakh vota per il distacco da quello azero e la creazione di un’entità statale autonoma
  • 18.10.1991: l’Azerbaigian conferma la propria indipendenza e vara un Atto costituzionale
  • 26.11.1992: il Consiglio Supremo dell’Azerbaigian, in seduta straordinaria, vota l’abolizione dello Statuto autonomo del Karabakh
  • 28.11.1991: la Corte Costituzionale dell’Unione Sovietica rigetta il pronunciamento azero in quanto lesivo dei diritti della repubblica del Nagorno Karabakh
  • 10.12.1991: referendum confermativo in NK per la convalida della decisione del 2 settembre
  • 26.12.1991: scioglimento dell’Urss
  • 28.12.1991: libere elezioni politiche in Nagorno Karabakh
  • 6.01.1992: inaugurazione dell’attività del nuovo Consiglio Supremo del NK
  • 31.01.1992: le forze armate azere attaccano il Nagorno Karabakh; inizia la guerra che si concluderà nel maggio 1994 con la vittoria armena
  • 2.04.2016: attacco azero (guerra dei cinque giorni)
  • 27.09.2020: attacco azero (guerra dei 44 giorni)
  • 9.11.2020: fine guerra e accordo di tregua firmato da Armenia, Azerbaigian e Russia
  • 12.12.2022: inizio blocco azero del corridoio di Lachin
  • 30.09.2023: SIAMO ALL’OGGI: 293° giorno dal #ArtsakhBlockade. 11° giorno della resa dopo la soluzione finale di Aliyev in Artsakh. ONU e EU hanno tradito l’Artsakh e i propri principi.

Non è facile rispondere alla domanda ‘Che fare?’, nonostante le parole che il nostro Vescovo ha pronunciato, nella omelia per l’insediamento dei Capitani Reggenti: ‘Ricordo, a proposito di giustizia, il giudizio del Papa: Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo’. Siamo tutti scossi dalla tragedia dei migranti e ora voglio ricordare un’altra tragedia che ferisce il cuore degli uomini, e dei cristiani in particolare: è la sorte di migliaia e migliaia di Armeni che sono scacciati dalla loro terra per rifugiarsi nell’Armenia. Non ho le competenze che hanno Loro (gli ambasciatori i politici presenti, ndc) per orientare la riflessione così delicata, tocca rapporti internazionali, ma penso agli uomini, donne, bambini e agli anziani. Viene davvero da chiedere giustizia per loro, la cui vita e storia vale certamente di più che qualsiasi progetto politico e di qualsiasi vantaggio economico’.

Dovremo mostrare, per toccare le nostre menti e i nostri cuori, le terribili immagini di uomini inermi sgozzati come animali, quelle immagini che senza pudore vengono rilanciate nei social di tutto il mondo?

Abbiamo un cuore capace di muoversi per l’amore dell’uomo, noi che viviamo in quella ‘Antica Terra della Libertà’ che ha sempre mostrato una capacità di accoglienza segno della grandezza del cuore, e che i quasi duemila anni di storia hanno vieppiù consolidato.

E siamo presenti anche nelle più prestigiose sedi internazionali, dalle quali possiamo fare sentire la nostra voce.

E possiamo avere a nostra disposizione un intero mondo di comunicazioni che potrebbe fare da cassa di risonanza a questo grido accorato di giustizia e di umanità”.

Don Gabriele Mangiarotti

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