San Marino. Ecco le preoccupazioni degli imprenditori: inflazione, carenza di personale e cambiamenti climatici

San Marino. Ecco le preoccupazioni degli imprenditori: inflazione, carenza di personale e cambiamenti climatici

“Per sbloccare liquidità per le piccole medie imprese, occorre che la Banca centrale europea tagli entro maggio/giugno 2024 i tassi di almeno l’1%. Inflazione, carenza di personale e cambiamenti climatici sono ancora in cima alle preoccupazioni degli imprenditori”.

È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Evolution Forum Business School, lo strumento ideato da Gianluca Spadoni per dare voce alle istanze delle piccole e medie imprese italiane.

“Protagonisti del sondaggio sono oltre 1.200 micro e piccoli imprenditori, cioè con fatturato sino a 1 milione di euro e meno di 5 dipendenti, in occasione di Evolution Forum Business School, il percorso di formazione e coaching diretto da Gianluca Spadoni che ha avuto in passato docenti del calibro di in Brunello Cucinelli, Giampaolo Dallara, Andrea Pontremoli, Umberto Galimberti, Enrico Grassi e Ferdinando De Giorgi”, si legge nel comunicato.

Cosa spaventa oggi di più gli imprenditori? “Al primo posto con il 29% c’è l’inflazione, seguita dalla carenza di personale (28%), il cambiamento climatico (27%), la guerra in Ucraina e Medio Oriente (22,8%) e le tasse (21,4%); solo il 2% degli intervistati ha paura del flusso dei migranti”.

Cosa serve invece per recuperare gli oltre 20 punti di produttività persi in vent’anni rispetto alla media europea? Qui “la prima esigenza, con il 37% di preferenze, è il taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea entro maggio/giugno 2024 di almeno l’1%; al secondo posto c’è la necessità di una ‘legge Pmi 4.0’ che, grazie a procedure agevolate, obblighi tutte le piccole medie imprese a digitalizzare la propria azienda negli aspetti ripetitivi/ridondanti, affinchè le persone si concentrino sulla costruzione di valore per le piccole medie imprese stesse (33.7%)”.

E ancora: “Sul gradino del podio, scelto dal 31% delle aziende, c’è il rilancio della legge Industria 4.0; seguono la richiesta che la Grande distribuzione organizzata acquisti prodotti agricoli Ue a un prezzo che ripaghi i contadini che li producono (26,7%) e la certezza del diritto, specie in sede civile (24%)”.

Spazio poi a “un discorso sulla quantità di ore e giorni di lavoro necessarie per fare l’imprenditore: per il 62,7% degli intervistati se fatto bene, anche 4 giorni di lavoro su 7 sono sufficienti; per il 14,5% la cosa fondamentale è mettere al centro il consumatore, e soddisfare quanto più possibile le sue richieste/necessità mentre per il 12,7% degli intervistati occorre impegnarsi 7 giorni su 7“.

Infine, “interessanti le esperienze pregresse degli imprenditori coinvolti nel sondaggio: tra essi il 12,3% ha lavorato come cameriere/cuoco/lavapiatti, l’8,3% ha fatto commessa/o di negozio, il 6,5% il barista o gelataio, il 5,7% il garzone/apprendista idraulico, il 3,5% l’impiegato”.

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