San Marino. “Evidenti ‘invasioni di campo’ perpetrate dalla politica sulle vicende oggetto di questo processo”

San Marino. “Evidenti ‘invasioni di campo’ perpetrate dalla politica sulle vicende oggetto di questo processo”

Simone Celli: “Qualunque sarà l’esito la mia vita è stata irreparabilmente danneggiata. Sofferenze e dolore patiti da me e, cosa ancor peggiore, dalla mia famiglia”

Nell’udienza di mercoledì scorso, Simone Celli, nel processo che lo vede coimputato con il Commissario Alberto Buriani, ha rilasciato le proprie dichiarazioni spontanee. Una lunga deposizione non ancora terminata, e che si concluderà il 13 settembre, nella quale ricostruisce con chiarezza la motivazione di scelte politiche fatte quando era segretario alle finanze e soprattutto mette in luce un accanimento nei suoi confronti ingiustificato.  Una decisione, quella di rilasciare dichiarazioni spontanee e non sottoporsi all’esame con le domande del giudice e delle parti, maturata “alla luce del clima che si è generato attorno alla celebrazione

di questo processo, certamente – ci tengo a precisarlo – non per responsabilità attribuibile a Sua Signoria il Commissario della Legge, bensì per il dibattito politico e la campagna mediatica che in questi anni a più riprese hanno visto le vicende oggetto del presente processo protagoniste delle più disparate, discutibili e a tratti inquietanti iniziative”, ha detto Celli.

Poi ha iniziato le sue dichiarazioni: “Non intendo soffermarmi sulle parziali e strumentali ricostruzioni operate in particolare da un locale sito di informazione. Gli articoli su di esso pubblicati sono a disposizione di tutti e ciascuno di noi si può fare liberamente una idea della aggressività e della mancanza di rispetto del prossimo, con cui certi temi sono stati affrontati, affinché nell’opinione pubblica si venisse a creare quel clima infamante, colpevolista e giustizialista, propedeutico ad arrivare ad una preventiva condanna popolare con una sentenza pronunciata in piazza e non in un’Aula di Tribunale, come invece dovrebbe accadere. L’obbiettivo peraltro è stato ampiamente raggiunto.

Infatti, qualunque sarà l’esito di questo processo – in primo grado ed eventualmente nei gradi successivi – resta un dato di fatto: la mia vita è stata irreparabilmente danneggiata. Niente e nessuno potrà risarcirmi delle sofferenze e del dolore che ho patito in questi anni e che, cosa ancora peggiore, ha patito la mia famiglia: i miei genitori, le mie sorelle, i miei nipoti e, soprattutto, il pensiero va al mio piccolo figlio”. E qui una riflessione, oltre a un mea culpa, dovrebbe farlo anche la sua forza politica di appartenenza che lo ha con tutta evidenza abbandonato come un capro espiatorio sull’altare del tornaconto politico.

“Spesso – ha proseguito Celli si sente parlare espressamente di “processi politici”. Da umilissimo uomo di legge vorrei rigettare una simile definizione, vorrei ancora oggi credere che in un’Aula Giudiziaria non esistano processi politici, ma solo processi che vengono celebrati per accertare la verità e affermare la giustizia. Vorrei ancora oggi credere che le rese dei conti a livello politico, avvengano nelle sedi dedicate e non in Tribunale. Vorrei continuare a crederci, ma non posso nascondere che talune evidenti “invasioni di campo” perpetrate dalla politica sulle vicende oggetto di questo processo, mi abbiano profondamente turbato. È noto che l’indagine – che poi ha condotto alla celebrazione di questo processo – è stata avviata in seguito ad un esposto formulato dalla Commissione Consiliare di Inchiesta, istituita ai sensi della Legge Costituzionale del 14 giugno 2019 n. 2 e finalizzata all’identificazione e all’accertamento di presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la società Credito Industriale Sammarinese-Banca Cis e sulle crisi bancarie. Pertanto, si può oggettivamente parlare di un processo che ha avuto una conclamata genesi politica e fin qui, per quanto si possa discutere dell’effettiva efficacia di strumenti come la Commissione di Inchiesta, tutto rientra nella normalità. A dir poco inquietanti, però, sono i toni accusatori, che travalicano evidentemete il legittimo – per quanto non condivisibile – giudizio sulle responsabilità politiche, degli ordini del giorni depositati in Consiglio Grande e Generale nelle seguenti date: i) 30 ottobre 2020 (deliberazione adottata al termine della discussione della prima parte della relazione della Commissione di Inchiesta); ii) 17 gennaio 2022 (delibera- zione adottata al termine della discussione della seconda parte della relazione della Commissione di Inchiesta); iii) 21 aprile 2023 (ordine del giorno relativo a interventi a tutela del patrimonio dello Stato). Faccio riferimento, a titolo di esempio, all’ordine del giorno del 17 gennaio 2022 nella cui quarta pagina e precisamente nella parte riguardante le censure, vengo espressamente inserito tra i componenti del (“Gruppo Grandoni” e – aspetto che ritengo di una inaudita gravità – vengo indicato quale parte di un “piano criminale”. Trovo inaccettabile che in uno Stato democratico fondato sulla rigorosa ed effettiva separazione dei poteri, come è – fino a prova contraria – la Repubblica di San Marino, l’organo legislativo ed espressione della sovranità popolare venga uti- lizzato per assumere iniziative di questo genere, incompatibili con i più elementari principi costituzionali che stanno alla base del buon funzionamento di uno Stato di diritto”, ha detto Celli. (Nei prossimi giorni le altre parti delle dichiarazioni)

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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