RASSEGNA STAMPA Diritto all’oblio, il caso sammarinese
Il Direttivo della Consulta per l’Informazione ha dato notizia di un ‘allarmante’ provvedimento dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali (Agpdp) firmato dal Presidente, il Generale della Finanza italiana in congedo Umberto Rapetto. Già sono in corso una serie di “richieste di cancellazione di interi articoli da siti di informazione, articoli anche attuali che, oltre a costituire per pubblico interesse, importanza, rilevanza-notizie un esercizio legittimo del diritto di cronaca, sono un fondamentale presidio di memoria storica, soprattutto per un piccolo Paese quale è San Marino”.
Di mezzo c’è il “Diritto all’oblio” che, normato a livello europeo, è stato recepito da San Marino nel 2018 con una legge specifica. Primo presidente dell’Agpdp fu nominato l’avv. Nicola Fabiano.
La materia in aprile 2021 è stata ripresa in un decreto e, a luglio, in un ulteriore decreto. La impostazione originaria è finita stravolta a detta di Fabiano, il quale, per protesta, si dimise, denunciando che, fra l’altro, era stata penalizzata la “indipendenza” dell’Agpdp, “requisito e condizione essenziale per il suo funzionamento”.
Ragionando alla Andreotti (a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca) verrebbe mefistofelicamente da sospettare che ai personaggi pubblici e politici coinvolti nella tangentopoli sammarinese non sia bastato esser tornati giudiziariamente ‘verginelli’ e coi soldi in tasca. La interpretazione-Rapetto a loro darebbe modo di far eclissare sui media i collegamenti fra i loro nomi e le vicende per le quali sono finiti in tribunale. Tornerebbero candidi anche agli occhi della storia, alla faccia dei cittadini onesti e … fessi!
Il Paese potrebbe rischiare – segnala la Consulta – una reprimenda a livello europeo.
Marino Cecchetti – L’informazione di San Marino, articolo pubblicato dopo le 23