San Marino. Il segretario Ciavatta in Consiglio: “Vogliamo essere il Paese che aspetta il morto prima di agire?”

San Marino. Il segretario Ciavatta in Consiglio: “Vogliamo essere il Paese che aspetta il morto prima di agire?”

“Mi scuserete i toni, ma è ora di smettersela di essere ipocriti. Perché la situazione della sanità a San Marino, per via del contagio che non è mai stato di queste dimensioni, è drammatica. E noi abbiamo il dovere di dirlo alla cittadinanza. E forse abbiamo anche il dovere di dire alla cittadinanza che se va avanti così dobbiamo dimenticarci le vacanze natalizie e il capodanno”.

È il duro monito che il segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta, ha lanciato questa mattina nel comma Comunicazioni della sessione di metà dicembre del Consiglio Grande e Generale.

In particolare Ciavatta è intervenuto per spiegare la genesi del Decreto 197, quello che ha esteso l’uso del green pass a San Marino, e difenderne il contenuto che era stato criticato soprattutto dagli alleati di maggioranza Domani motus liberi e gruppo misto.

“I nuovi positivi registrati il 3 dicembre scorso erano 41, ieri erano 117, con un tasso di incidenza sui tamponi effettuati dell’8,52%, oggi siamo al 17% – ha detto Ciavatta in Aula -. Riporto questo dato non per creare allarmismo, ma per fare edotta questa Aula che probabilmente il nostro rischio dell’immediato presente non è quello di ‘aprire di più’, ma evitare di essere un Paese inserito, sulla base dei suoi dati di contagio, in lista C”.

Il 6 dicembre scorso, ha asserito ancora il segretario di Stato per la Sanità, “venivo informato che la situazione si era ancora più aggravata: alle 13 e 30 c’erano già 50 nuovi positivi; al fine della giornata, sarebbero stati 91, con un tasso del 16%. In pratica: un tampone su sei risulta positivo. Ricordatevi che le percentuali delle scorse ondate erano estremamente più basse e che non eravamo di fronte alle varianti Delta e Omicron, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e tutti i maggiori infettivologi confermano avere un’incidenza da 7 a 8 volte maggiore rispetto alla variante Alpha”.

Clicca qui sotto per ascoltare tutto l’intervento di Ciavatta.

“Sulla scorta di questi dati”, ha aggiunto Ciavatta, “la segreteria Sanità ha iniziato lunedì pomeriggio a lavorare su un nuovo decreto. Alle 18.30 dello stesso giorno è pervenuta un’ulteriore nota del comitato esecutivo dell’Istituto per la sicurezza sociale, che richiedeva un intervento normativo non più rimandabile, indicando anche alcune delle misure poi opportunamente inserite nel testo di legge 197 e sentito il parere della Commissione Vaccini, del reparto di Pediatria e dello stesso Gruppo Emergenze”.
Nel frattempo “l’Iss aveva dovuto procedere con l’accorpamento dei reparti di chirurgia e ortopedia per liberare personale da aggiungere ai 3 nuovi infermieri assunti in fretta e furia dopo ricerche effettuate in tutta Italia; oggi, mentre vi parlo, il Reparto di Ortopedia è chiuso, così come quello di Chirurgia, Pediatria e di Day Surgery. Siamo in grado di garantire solo gli interventi oncologici ed urgenti”.

E ancora: “Ad aggravare la situazione, come da programmi, mercoledì 8 dicembre sia la Reggenza sia un cospicuo numero di segretari di Stato sarebbero partiti alla volta di Dubai, per prendere parte alle celebrazioni della Giornata Nazionale della Repubblica di San Marino nella sede dell’Esposizione Universale. Dunque, se tra la sera del 6 dicembre e la mattina del 7 non si fosse riusciti a pubblicare un intervento normativo, non sarebbe stato possibile farlo fino al successivo lunedì 13 dicembre, tempistiche non in linea con le richieste dell’Iss e con la situazione pandemica in corso. Il testo è stato redatto e poi condiviso martedì 7, per l’intero pomeriggio, con il Congresso di Stato unitamente all’Iss. Intanto lo stesso giorno il comitato esecutivo era stato costretto a chiudere il Reparto di Day Surgery per assegnare nuovo personale al tracciamento dei contatti”.

“Forse dimentichiamo che in questa fase noi, oltre a tracciare contemporaneamente più di 650 persone che vanno contattate giornalmente, e per ogni positivo ci sono almeno ulteriori 10 telefonate da effettuare per tenere sotto controllo le quarantene, stiamo anche svolgendo la campagna vaccinale – ha ricordato Ciavatta -. Oggi faremo circa 1.000 vaccini, i vaccini fino al 15 gennaio ci sono e il 10 gennaio è già programmata la consegna di altre dosi dal commissariato generale della Repubblica italiana”.

Successivamente “il testo del decreto è stato mandato per competenza alla segreteria di Stato per gli Affari Interni e alla segreteria esecutiva per gli adempiti atti a pubblicarlo prima che non fosse più possibile farlo perché non ci sarebbe stato più parte del Congresso e Reggenza”.

Nel frattempo, “una delegazione del Congresso ha confrontato il testo in videoconferenza con i gruppi di maggioranza, ad eccezione di Domani-Motus Liberi che non si è presentato non avendo nessun rappresentante da poter mandare al tavolo. Forse, in quella sede, si sarebbero potuti compiere degli emendamenti al testo”.

“Il problema nasce se invece di proporre degli emendamenti al testo vengono portate polemiche e domande come ‘ma quale scienza seguiamo?’, ‘ma perché non facciamo il tampone a tutti vaccinati e non vaccinati?’ – ha sottolineato Ciavatta con tono critico -. Alle quali è sempre stato risposto che non abbiamo la possibilità economica e logistica di fare 30 mila tamponi al giorno e che lo stesso tampone è considerato dall’Iss uno strumento non predittivo, tanto che tutti i gruppi preposti a gestire l’emergenza hanno formalmente richiesto di rimuoverlo anche dai documenti da presentare per la valenza del Green Pass. Ecco, queste tempistiche ristrette, hanno impedito un ulteriore fase di confronto. Questo è vero, ma se dovesse capitare una situazione simile nei prossimi giorni, io mi comporterei nuovamente così. Perché io ho il dovere, prima di tutto, di garantire l’operatività dell’unico Ospedale di Stato che abbiamo in territorio e di farlo in tempi rapidi, se mi viene richiesto dalle professionalità poste alla sua gestione – ha infine detto il segretario di Stato per la Sanità -. Poi abbiamo sempre la possibilità di confrontarci qua e continueremo a farlo, anche nei prossimi mesi. Ma non possiamo cedere alla semplice e strumentale polemica”.

 

“Mi scuserete i toni, ma è ora di smettersela di essere ipocriti – ha detto con tono critico il segretario di Stato per la Sanità -. Perché la situazione della sanità a San Marino, per via del contagio che non è mai stato di queste dimensioni, è drammatica. E noi abbiamo il dovere di dirlo alla cittadinanza. E forse abbiamo anche il dovere di dire alla cittadinanza che se va avanti così dobbiamo dimenticarci le vacanze natalizie e il capodanno. Forse questo ancora non è passato. E allora io credo che dovremmo essere meno attenti a cercare di non infastidire qualche sezione marginale della popolazione, tutto legittimo, ma vi prego, vi prego: cercate di stare vicini alla struttura ospedaliera. Già oggi chi doveva fare un intervento non può più farlo e i dati, nei prossimi giorni, peggioreranno. Noi abbiamo 15 persone in isolamento e 3 in Terapia Intensiva, ma su 647 positivi attivi a casa la statistica ci dice che arriveranno nuovi pazienti in ospedale”.

 

“Qualcuno qui (in Consiglio, ndr) continua a dire che ‘i dati non legittimano queste misure’ – ha ulteriormente rincarato la dose Ciavatta -. I dati le legittimano eccome e in predizione. Non possiamo aspettare di avere una situazione critica per prendere delle decisioni. Quello sì che è l’esempio del fallimento, non solo della politica, ma anche della mentalità con cui uno Stato sovrano approccia a una situazione emergenziale”.

 

 

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