San Marino. Inquilino aggredisce il proprietario di casa, condannato a un anno e mezzo di prigionia

San Marino. Inquilino aggredisce il proprietario di casa, condannato a un anno e mezzo di prigionia

Inquilino aggredisce il padrone di casa che gli chiede di pagare l’affitto, condannato a un anno e mezzo. Lo spintona e gli procura una grave frattura alla tibia. Condanna anche a risarcimento del danno

ANTONIO FABBRI – Schiaffi e pugni in testa poi uno spintone violento che fa volare da degli scalini la vittima che nella caduta si frattura la tibia. La vicenda, entrata ieri in Tribunale davanti al giudice Simon Luca Morsiani, risale al maggio 2020. Imputato l’inquilino di una abitazione a Serravalle. Quanto accaduto ha dell’incredibile. Incredibile anche perché, hanno detto i testimoni ascoltati e le parti lese, dopo quanto accaduto non sono stati presi dall’autorità provvedimenti di allontanamento o divieto di avvicinamento nei confronti dell’aggressore, che ha continuato ancora per mesi a vivere nello stesso appartamento e nelle vicinanze della famiglia dell’aggredito.

Il fatto è stato ricostruito ieri in aula dalla Gendarmeria e da diversi testimoni. Tutti concordi nella descrizione dei fatti. Il padrone di casa si era avvicinato all’inquilino facendogli presente che aveva parcheggiato in una piazzetta che doveva invece essere lasciata libera, contestualmente gli aveva anche ricordato di essere in ritardo con il pagamento dell’affitto. Questo ha scatenato la furia dell’inquilino che si è avventato sull’uomo ed ha cominciato a colpirlo con pugni e schiaffi alla testa. Il padrone di casa si era riparato con le mani e si era allontanato, ma mentre era con le spalle all’inquilino questi lo aveva spintonato con violenza facendolo cadere e procurandogli la frattura della tibia. Erano intervenuti anche i famigliari, ma per tutta risposta l’inquilino aveva insultato e minacciato anche loro dicendo “Ce ne sono anche per te”. Inoltre aveva minacciato e ingiuriato la moglie dell’uomo aggredito, giunta in soccorso al marito sdraiato a terra e dolorante. Poi era intervenuta la Gendarmeria, chiamata dai famigliari della vittima, e aveva intimato all’inquilino di stare lontano. Questi aveva obbedito, ma quando era stato interrogato dagli agenti, oltre a non mostrare alcun cenno di pentimento per l’accaduto, si è addirittura mostrato spavaldo e compiaciuto di quello che aveva fatto. Un episodio gravissimo anche perché vicino al luogo della caduta c’era un muro ed in aula è stato anche ipotizzato cosa sarebbe potuto accadere se

la vittima avesse sbattuto la testa cadendo. “Potevamo addirittura essere qua a discutere una vicenda ben più grave” ha rilevato il legale di parte civile, Rossano Fabbri, che ha chiesto la condanna dell’imputato anche al risarcimento del danno a favore delle parti lese da liquidare nella sede civile, chiedendo tuttavia una provvisionale per l’uomo di 30.000 euro, visto il danno patito con 60 giorni di prognosi iniziale e ancora una protesi in titanio impiantata nella tibia. Chiesta una provvisionale per la moglie, insultata e minacciata dall’inquilino, di 2.500 euro.

Il procuratore del fisco, Roberto Cesarini ha poi affermato: “Questo grave comportamento ha trovato conferma nelle parole di tutti i testimoni”. Poi ha aggiunto: “Sono situazioni effettivamente pericolose queste, posso capire il timore di chi viveva a contatto con chi ha causato queste lesioni alla vittima. Effettivamente era necessario da parte dell’autorità intervenire subito per regolare questi rapporti, magari con provvedimenti di non avvicinamento, in situazioni di particolare gravità come questa, certi provvedimenti sono necessari”, ha ammonito il Pf che ha chiesto la condanna a un anno e 6 mesi di prigionia per le lesioni, 70 euro di multa per la violazione amministrativa della minaccia e la multa a 300 euro per le ingiurie.

L’avvocato difensore d’ufficio, Nicola Maria Tonelli, ha dal canto suo chiesto la pena nel minimo e i benefici di legge.

Il Commissario Morsiani ha accolto in toto le richieste della Procura fiscale e ha anche condannato l’imputato al risarcimento del danno da liquidare in sede civile, fissando tuttavia una provvisionale di 6000 euro a favore della vittima delle lesioni e di 500 euro per la moglie vittima di ingiuria e minaccia.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo 

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