Mobili inviati da San Marino a Cuba, ma non si sa dove sono finiti. Il processo termina con un nulla di fatto

Mobili inviati da San Marino a Cuba, ma non si sa dove sono finiti. Il processo termina con un nulla di fatto

Rassegna stampa – Mobili spediti dal Titano a Cuba, ma non si sa che fine abbiano fatto. Processo per “frode nell’esecuzione dei contratti”. La denuncia è tardiva e non si può procedere

ANTONIO FABBRI – Il processo si conclude con un nulla di fatto, non luogo a procedere per presentazione tardiva della denuncia, ma la vicenda è singolare perché non si sa che fine abbia fatto una cassa, peraltro piuttosto voluminoso, contenente mobili acquistati sul Titano e spedita a Cuba con costi di spedizione piuttosto importanti pari a circa 2.700 euro. Un uomo aveva acquistato un armadio e altri mobili sul Titano e poi li aveva inviati alla moglie, a Cuba appunto.

Non avendo però notizia dell’arrivo della merce, che doveva giungere a destinazione, secondo le previsioni, nei primi mesi del 2019, aveva sporto denuncia. Si era aperto un fascicolo e il primo inquirente aveva disposto l’archiviazione. Archiviazione che era stata impugnata e il giudice di appello aveva disposto la riapertura del caso affidandolo ad altro inquirente. Era quindi stato disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di “frode nell’esecuzione dei contratti”. Venerdì scorso il caso è finito davanti al giudice Adriano Saldarelli, ma con non poche lacune evidenziate dal Procuratore del fisco, Roberto Cesarini: “Sembra che questo imballaggio sia finito a Cuba. Il secndo inquirente non ha fatto ulteriori indagini, ma si è limitato a riconfermare quanto fatto dal primo. Invece c’era proprio la necessità di ulteriore istruttoria, anche per sapere e questa cassa spedita sia effettivamente presente in qualche magazzino della dogana di Cuba.

L’inquirente non ha svolto le ulteriori necessarie verifiche, anche in relazione a quanto aveva chiesto dal Giudice di appello. Quindi la procura fiscale chiede la remissione in istruttoria, per verificare anche l’ipotesi di un eventuale contestazione di truffa o di appropriazione indebita.

Diversamente, in merito all’attuale imputazione, la Procura fiscale non può che rilevare la tardività della querela. Insomma, andreb- be verificato che fine abbia fatto questa cassa, peraltro piuttosto voluminosa”, ha detto il Pf, facendo una battuta sulla possibilità di rendersi disponibile ad andare egli stesso a verificare nell’isola caraibica.

Sogno infranto con un sorriso dalla decisione del giudice che, se da un lato ha ascoltato la parte civile chiedere di procedere e dall’altro la difesa chiedere l’assoluzione, ha riscontrato la tardività della presentazione della querela ed ha disposto di non doversi procedere.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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