San Marino. Processo agli organi sociali di Banca Cis. Chiesta la nullità del capo di imputazione

San Marino. Processo agli organi sociali di Banca Cis. Chiesta la nullità del capo di imputazione

Rassegna Stampa – Udienza dedicata alle eccezioni preliminari Chieste modifiche delle contestazioni e proscioglimento per ne bis in idem

ANTONIO FABBRI. Discretamente caotico il quadro del provvedimento di rinvio a giudizio che vede imputati gli esponenti degli organi sociali di BancaCis che, per una serie di concessioni di linee di credito a diversi clienti della banca e la rappresentazione data a Bcsm della situazione dell’istituto, devono rispondere a vario titolo, secondo le prospettazioni dell’accusa, di false comunicazioni sociali, ostacolo alla funzione di vigilanza, amministrazione infedele e truffa. Una certa confusione nelle imputazioni è emersa nell’udienza di ieri davanti al giudice Adriano Saldarelli dedicata alle questioni preliminari. Emersa non solo dalle eccezioni preliminari delle difese, ma anche dalle richieste delle parti civili e della Procura fiscale. Infatti l’avvocato di parte civile Alessandro Cardelli, legale della Società di gestione degli attivi, ex Bns, ex BancaCis, ha chiesto una modifica del capo di imputazione con la contestazione di commi diversi da quelli previsti dal rinvio a giudizio.

Si sono associate le altre procure delle parti civili, Banca Centrale ed Eccellentissima Camera, mentre stesse richieste di modifica al capo di imputazione sono state formulate anche dal procuratore del fisco Roberto Cesarini.

Si sono opposte le difese. Ha esordito l’avvocato Gianluca Mularoni, legale dell’ex presidente del Cis, Massimo Merlino che, oltre a una serie di eccezioni preliminari con la richiesta di dichiarare nullo il capo di imputazione, sulle istanze di modifica avanzate da parti civili e Pf si è opposto sostenendo che si tratta di modifiche sostanziali dell’imputazione, “in un certo momento sembrava di essere al mercato”, ha affermato riferendosi alle diverse richieste di modifica avanzate.

Tutte convergenti, in sostanza, le eccezioni preliminari delle difese degli imputati – Daniele Guidi, ex direttore generale della banca, difeso ieri dall’avvocato Chiara Taddei; i membri del Consiglio di amministrazione Enzo Barbucci e Vincenzo Ferrini, difesi dagli avvocati Michela Muscioni e dal collega italiano; Marco Micocci, difeso dagli avvocati Enrico Carattoni ed Enrico Zappasodi; Pier Paolo Fabbri difeso dall’avvocato Paolo Mazzanti.

Imputati poi i membri del collegio sindacale: Simona Burzoni difesa dall’avvocato Sabrina Lettoli; Andrea Albertini e Stefano Semprini difesi dagli avvocati Marco Giancarlo Rossini, Marco Boldrini.

Imputata per la società di revisione Alessia Scarano dall’ avvocato Maria Selva – eccezioni delle difese che partono dalla richiesta di nullità del capo di imputazione.

Questo perché in prmis, il rinvio a giudizio si basa su una relazione di Banca Centrale, che in realtà per le difese è una perizia, richiesta dal Commissario della legge inquirente che si è rivolta, però, allo stesso soggetto denunciante e parte civile nel processo, cioè la stessa Bcsm. Questo, tra l’altro, senza che a tale perizia-relazione partecipassero le difese, come previsto dalla legge, e dopo che una perizia d’ufficio era già stata redatta da apposito consulente incaricato dall’inquirente stesso. Perizia questa che tra l’altro giungeva a conclusioni più favorevoli per gli imputati, affermano le difese.

Il Commissario della legge inquirente ha invece richiesto questa ulteriore relazione, lamentano le difese, ad un soggetto interessato e in conflitto di interessi, Bcsm, con quesiti esattamente speculari a quelli posti perito d’ufficio precedentemente nominato. Di qui l’istanza di nullità del capo di imputazione che sulla perizia-relazione di Bcsm si basa o, quanto meno, le difese chiedono la declaratoria di inutilizzabilità di quel documento redatto dalla vigilanza di Bcsm.

Le parti civili hanno controreplicato sostenendo che non si tratterebbe di una perizia, ma di una relazione che comunque è stata redatta da un organo indipendente da Bcsm, quale la vigilanza, in ogni caso da pubblici ufficiali. Replica che non ha convinto le difese.

Gli avvocati hanno eccepito anche come vengano contestate aggravanti richiamando altri procedimenti in corso che però le stesse difese non conoscono. Contestano inoltre l’imputazione “doppia” di aggravanti, definita un “escamotage per allungare la prescrizione”.

Rilevano inoltre la violazione del ne bis in idem, dato che gli imputati sono stati già sanzionati per i medesimi fatti in ambito amministrativo e taluni hanno anche già versato l’importo della sanzione. Viene dunque chiesto per questo il proscioglimento.

Il legale di Bcsm, Tania Ercolani, ha dal canto suo affermato che il procedimento amministrativo risulta sospeso. Sulle eccezioni preliminari, comunque, il giudice Saldarelli si è riservato di decidere con provvedimento che sarà notificato alle parti. Intanto ha già fissato l’eventuale prossima udienza per il 14 marzo.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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