San Marino. Salute Attiva chiede chiarezza all’Iss sui dati Covid

San Marino. Salute Attiva chiede chiarezza all’Iss sui dati Covid

“Ribadiamo la nostra richiesta all’Iss di produrre dati significativi settimana per settimana, con la suddivisione tra vaccinati con Sputnik, vaccinati con Pfizer e non vaccinati (sarebbe a questo punto interessante avere i dati di chi ha fatto la vaccinazione eterologa) e rinnoviamo all’Iss l’invito a confrontarsi pubblicamente su questi dati con nostri esperti in una serata pubblica basta sul contraddittorio perché la gente ha bisogno di verità e trasparenza”.

Lo afferma in un comunicato l’associazione Salute Attiva dopo la diffusione di comunicati stampa dell’Iss e notizie di stampa riguardanti alcune statistiche relative ai numeri delle infezioni Covid a San Marino al 30 novembre 2021.

“Per la prima volta, dopo mesi di richieste disattese, ci viene fornita una suddivisione tra infezioni avvenute tra persone non vaccinate, persone vaccinate con Sputnik V e persone vaccinate con Pfizer – sottolinea Salute Attiva -. Questo dato così suddiviso è importantissimo non solo per analizzare la validità della vaccinazione a San Marino nel combattere la malattia e la trasmissione del contagio ma anche perché questa valutazione dovrebbe rappresentare la base per ogni futura decisione politica al netto delle pressioni che possano arrivare dalla vicina Italia”.

“Purtroppo, la chiarezza non è mai stata una prerogativa dell’Iss e della segreteria visto che si sono sempre negati ai confronti pubblici e sono sempre stati negati dati estremamente indicativi come quelli citati ma anche come l’indicazione di patologie pregresse nelle persone ospedalizzate e decedute – prosegue Salute Attiva -. Sappiamo che a San Marino la strada per diventare un Paese ‘normale’ è lunga e tortuosa, forse la trasmissione di San Marino Rtv ‘L’Iss Risponde’, andata in onda giovedì scorso, ne è solamente l’esempio più lampante. Non un dato portato, non una ricerca, solo impressioni personali, sentiti dire, tanti forse, probabilmente, può darsi. Questo, dicevamo, è solo l’esempio più evidente perché basta pensare al fatto che a San Marino non esiste una vera e propria farmacovigilanza e vaccinovigilanza, non abbiamo mai visto un foglio illustrativo di Sputnik V, le segnalazioni di effetti avversi ai vaccini sono state fatte con semplice mail, la quale ovviamente non fornisce nessuna garanzia di ricezione, non esiste una legge sull’indennizzo dei danni da vaccino, cosa che esiste in Italia dal 1992, non abbiamo analizzato le cartelle cliniche dei deceduti per capire se riportavano una, due o più patologie pregresse, non sappiamo cosa è avvenuto nelle terapie intensive, quali protocolli sono stati usati, ci siamo accontentati degli striscioni sulle ringhiere con scritto #andràtuttobene”.

E ancora: “Ci abbiamo messo un anno, anno nel quale abbiamo contato ricoveri e deceduti, a sostituire la tachipirina e la vigile attesa con il Brufen e qualche vitamina. Un anno nel quale alla direzione Iss ed alla segreteria sono state mostrate e spiegate, dopo incontri specifici con medici e professori universitari, già validi collaboratori della nostra sanità, terapie precoci già conosciute durante l’epidemia di Sars 1 che hanno fornito risultati sorprendenti in studi effettuati a livello nazionale e nel circondario. Ma i protocolli Aifa dicevano che andava bene la tachipirina e la vigile attesa, quando è opinione comune della scienza che il paracetamolo non ha potere contro l’infiammazione e abbassa le difese immunitarie.  Ci auguriamo che un giorno qualcuno possa indagare su questi atteggiamenti”.

Nello stesso comunicato Salute Attiva asserisce: “Ma veniamo ai numeri, alcuni giorni fa notiamo un titolone di giornale che riporta un dato apparentemente scientifico, almeno cosi viene propagandato: ‘Dai dati emerge quindi che il tasso di ospedalizzazione a San Marino nella popolazione vaccinata è dello 0,102% nei vaccinati Sputnik V e dello 0,162% nei vaccinati Pfizer, mentre è del 86,161% nella popolazione non vaccinata’. Saremo in malafede, ma una volta che vengono pubblicati dei dati che possono essere interessanti da un punto di vista statistico non ci lasciamo scappare l’occasione di analizzarli. Intanto notiamo una cosa che già fa a pugni con ogni principio di statistica, se si considera il periodo dal 1° aprile al 30 novembre non si considera un periodo statisticamente valido semplicemente perché al primo aprile 2021 le persone che avevano completato il ciclo vaccinale (inteso dal 15 esimo giorno dopo la seconda dose) erano pochissime e questo significa che tutti gli altri erano non vaccinati. È tra aprile e giugno che infatti ci sono state circa 20.000 vaccinazioni. Volendo prendere un periodo statisticamente significativo si dovrebbe fare uno studio specifico partendo dal 1° luglio 2021, periodo nel quale la campagna vaccinale era quasi conclusa e le infezioni erano a zero. Oltre a questo, non riusciamo anche a capire questo dato dell’86,161% relativo al tasso di ospedalizzazione delle persone non vaccinate da dove sia stato estrapolato”.

Salute Attiva è un fiume in piena: “In tutti questi mesi siamo stati abituati allo ‘stupro’ quotidiano dei dati, perché manipolando i dati si può fare propaganda e orientare l’opinione pubblica verso la propria linea politica ma un minimo di serietà ci vuole, semplicemente perché questi dati possono influire sulla limitazione delle libertà fondamentali delle persone alle quali ormai ci avete abituato quotidianamente. Quindi capire quale sia il denominatore di questo 86,161% è importantissimo. Intanto non ci ritroviamo affatto 193 ricoveri da aprile a dicembre tra persone non vaccinate e questo lo si può evincere dai dati ufficiali comunicati di volta in volta, non vi sono stati da aprile ad oggi tutti quei ricoveri considerato che il picco è stato a marzo del 2021. In ogni caso ammettendo che ci siano stati, quale è stato denominatore utilizzato? Il numero limitato di non vaccinati ad oggi o l’intera popolazione non vaccinata da aprile ad oggi che rappresenta un numero ben diverso?  Oltre a questo, come si possono comparare periodi sostanzialmente differenti tra loro?”.

“Oggi il virus è mutato, sono cambiate anche le cure, la diffusione del virus sta diventando endemica, tante persone si curano autonomamente rivolgendosi a medici valorosi che trattano la malattia precocemente e con strumenti efficaci, ci sono in definitiva situazioni differenti”, chiosa Salute Attiva.

 

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