Canzio e Tomasetti pro Draghi, “maggioranza ha approvato anche un Odg che raccomandava e invitava fortemente i dirigenti ad astenersi da certe prese di posizione”

Canzio e Tomasetti pro Draghi, “maggioranza ha approvato anche un Odg che raccomandava e invitava fortemente i dirigenti ad astenersi da certe prese di posizione”

“Grave che esponenti istituzionali esprimano opinioni che hanno ingerenza in altri paesi”. Così diceva il segretario Marco Gatti sul “caso Guzzetta”… ma oggi si tace su Canzio e Tomasetti.

ANTONIO FABBRI – Firma della lettera pro-Draghi da parte del Dirigente del tribunale Giovanni Canzio e della Presidente di Bcsm Catia Tomasetti, il Segretario agli esteri ha minimizzato. Eppure fu la stessa maggioranza a richiamare dirigenti e funzionari pubblici a tenere un determinato contegno nelle loro prese di posizione pubbliche, in particolare in Italia. All’epoca il caso venne sollevato perché l’ex Dirigente del tribunale Giovanni Guzzetta espresse, da costituzionalista, la sua opinione su un emendamento ritenuto costituzionalmente discutibile. Nel caso di Canzio e Tomasetti, invece, c’è stata la firma di una lettera promossa dal Sole24Ore a sostegno del governo Draghi, in predicato di sfiducia. Una posizione di evidente connotazione politica e non certo super partes come sarebbe consono – a sostenerlo era la maggioranza – ai vertici delle istituzioni di un altro Paese.

Eppure dalla maggioranza stessa e dal governo, a parte la risposta di Beccari in conferenza stampa sollecitata da precisa domanda, oggi si tace quando all’epoca, era il 26 maggio 2020, tutti furono prodighi di censure verso il commento di Guzzetta. Anzi, fu approvato pure un Odg “affinché dirigenti, funzionari e diplomatici della Repubblica di San Marino svolgano la propria attività nell’esclusivo interesse della Repubblica e tenendo conto dell’importanza del ruolo ricoperto”.

L’Odg, “ritenuto evidente il peso, anche politico, di dichiarazioni rilasciate da parte di dirigenti e/o funzionari e diplomatici della Repubblica di San Marino, specialmente se riferite ad istituzioni estere”, vedeva il Consiglio grande e generale raccomandare e invitare “ fortemente detti dirigenti e/o funzionari e diplomatici della Repubblica – ad ogni livello e specialmente nel rispetto delle proprie funzioni, oltre che nell’ottica del mantenimento del più alto equilibrio istituzionale – a tenere in debito conto, nello svolgimento della propria attività, dell’importanza del ruolo ricoperto che dovrebbe essere sempre improntato al perseguimento dell’esclusivo interesse della Repubblica di San Marino”.

Chissà se qualcuno ha messo al corrente di questo Odg il Dirigente del Tribunale Canzio, e la Presidente di Bcsm Tomasetti. Ma soprattutto chissà se i due sono stati messi al corrente di come allora si espressero gli esponenti della maggioranza che oggi tacciono. Ecco un riassunto dalle cronache del Consiglio del 19 e del 20 maggio 2020.

Cominciò il Segretario alla Giustizia, che oggi tace, a biasimare un certo contegno. Disse Massimo Andrea Ugolini: “Se oggi vogliamo cementare un rapporto con l’Italia qualche asintonia potrebbe esserci. Qualcuno dovrebbe avere la consapevolezza che le dichiarazioni fatte potrebbero avere un peso nei rapporti con altri Stati, a cominciare dalla Repubblica italiana”.

Proseguì il Segretario alle finanze, che pure lui oggi tace sulla firma della petizione pro Draghi da parte di Canzio e Tomasetti, Marco Gatti: “Particolarmente grave che con continuità troviamo esponenti istituzionali che esprimono opinioni che hanno un’ingerenza con vicende di altri Paesi. Con l’Italia c’è un dialogo costante di natura istituzionale ed economica e deve esserci rispetto reciproco delle dinamiche interne. Indispensabile iniziare a dare degli indirizzi. Una riflessione in questo senso va fatta perché altrimenti continuiamo a farci male da soli

Fece eco, anche se oggi non ha detto nulla, Alessandro Cardelli, Dc: “Quando il dirigente del tribunale si esprime davanti ad organi di informazione italiana lo fa da cittadino italiano. Ma quando si ricoprono ruoli di quell’importanza e si rappresenta un ruolo, prima di fare alcune dichiarazioni è opportuno pensarci maggiormente”.

Fu critico anche Rossano Fabbri: “Quando uno si assume l’onore e l’onore di amministrare la giustizia, rinuncia a una parte pur legittima di libertà di pensiero per essere e apparire super partes. Non bastano le af- fermazioni di principio a quelle che sono le volontà”.

Intervenne anche Maria Luisa Berti di Npr: “Compete ad ogni soggetto che ha degli incarichi istituzionali svolgere il proprio mandato nell’ambito dei principi costituzionali. Penso abbia fatto bene il Segretario di Stato a soffermarsi su questa anomalia, che ha creato e continua a creare un certo imbarazzo al nostro Paese. Si deve evitare in questi contesti e in questi ruoli di scendere per un discorso di opportunità a svolgere delle critiche verso le istituzioni italiane. Sarebbe opportuno invitare il dirigente ad astenersi almeno in futuro da questo tipo di affermazioni. Ritengo sia opportuno portare questa questione nell’ambito della Commissione Affari di giustizia”, diceva all’epoca. Oggi, episodio analogo se non addirittura maggiormente “schierato” politicamente, neppure se ne parla.

Il capogruppo Dc Francesco Mussoni, poi, rimarcava: “Il tema della delicatezza delle dichiarazioni che chi riveste ruoli pubblici e istituzionali deve avere nel comportarsi per rispetto al giuramento fatto alla Repubblica. Il ruolo esercitato deve essere supportato da un comportamento che non signi- fica censura, ma rispetto della nostra Costituzione. Sono temi su cui anche la maggioranza deve esprimere un orientamento costruttivo e di richiesta di eventuali comportamenti. Sono anche temi legati alla nostra credibilità e reputazione e ai rapporti istituzionali interna- zionali. Credo che dobbiamo in qualche modo evidenziare questa delicatezza e questo tatto nelle interlocuzioni”.

Poi fu diretto Matteo Zeppa, Rete: “Ci vuole il rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Nel momento in cui si giura si giura sullo Stato di San Marino. E’ un incipit che non può venire a mancare”. Chiudeva gli interventi Gian Nicola Berti di Npr: “L’ordine del giorno è asettico e non è indirizzato nei confronti di nessuna persona specifica. Se si indossa una toga forse si hanno dei doveri molto amplificati e dovremmo invitare chi non ha questo rispetto nei confronti delle istituzioni nostre e di altri Stati ad abbassare i toni”.

Ebbene, gli interventi di allora, a due anni di distanza, paiono dimenticati dagli stessi che li hanno pronunciati. Considerata l’indifferenza verso la presa di posizione di Dirigente del Tribunale e Presidente di Banca Centrale, l’Ordine del giorno approvato allora è lettera morta.

Sono allora legittimi i dubbi sulla credibilità di quanto sostenuto da chi si è prodigato con veemenza nella critica a un commento tecnico ad una norma, molto meno grave del sostegno politico, e non super partes, ad un governo di un altro Stato poi risultato sfiduciato.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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