Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta lunedì 11 marzo pomeriggio

Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta lunedì 11 marzo pomeriggio

La seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale ha inizio alle ore 17, dopo che il primo appello – alle 16.20 circa – era andato a vuoto a causa della mancanza del numero legale.

Così il resport di Ask News, che prosegue: Si riparte quindi dalla Comma 1 “Comunicazioni” con il dibattito che, come già durante la seduta del mattino, mette al centro l’ormai sempre più imminente chiusura della legislatura, le prossime elezioni e la designazione degli Ecc.Reggenti per il mandato 1° aprile – 1° ottobre, ma anche altre tematiche.

In apertura, Paolo Rondelli (Rete) non nasconde la preoccupazione per “una voce che sta circolando con insistenza” e che riguarda “due importanti primari del nostro ospedale” che avrebbero “rassegnato le dimissioni”. Vengono chieste delucidazioni e garanzie alla Segreteria di Stato competente.

Prende quindi la parola Marco Nicolini (Pdcs) rispondendo ad alcuni affondi arrivati nella mattinata dai consiglieri di Rete, in particolare da Giovanni Zonzini: “Rete ha detto che avrebbe abbandonato la maggioranza per il suo immobilismo. E’ una falsità. L’intento era uscire dalla maggioranza per riguadagnare consenso. Si sapeva che ci sarebbe stato tempo per fare dura opposizione. Quella che piace ad un certo elettorato, lo stesso che Rete ora contende a Demos”. Aggiunge Nicolini: “Gli scranni dell’opposizione sono i più facili perché si può dire qualsiasi cosa. Prova ne è la boutade sul riconoscimento dello Stato della Palestina”.

“Siamo arrivati ad un bivio – dice Alessandro Mancini (Npr) -. Il prossimo sarà un Governo di compromessi o un Governo politico? Alleanza Riformista non ha dubbi: chiediamo un Governo politico, che abbia una base programmatica solida, forte, condivisa con chi nelle maglie della legge elettorale deciderà di affrontare una campagna elettorale assieme”. Quindi una condanna “alla politica fatta con il pallottoliere”.

Di riforme nella Pubblica Amministrazione parla Sandra Giardi (Gruppo misto):  “In previsione di un futuro accordo con l’Ue, il comparto pubblico avrà bisogno di nuova linfa perché le professionalità non sono in grado di supportare il percorso tecnico di San Marino verso tale accordo”.

Gerardo Giovanoli (Npr) ripercorre gli sforzi compiuti dal Governo dal 2019 per portare “ordine” e superare “due gravi emergenze: quella nel settore bancario e quella in seno alla giustizia”. Quanto alla designazione della Reggenza, “ci sono due consuetudini. La prima è che la Reggenza viene scelta all’interno della maggioranza, ma non è obbligatorio. C’è la consuetudine che ogni forza politica della maggioranza veda almeno un suo rappresentante essere designato per la Reggenza, e questo punto mi sembra che al momento sia disatteso”.

“Non c’è una rottura politica conclamata ma nemmeno un accordo per qualcosa di futuro” è l’analisi di Andrea Zafferani (Rf). Una condizione che è “quanto di peggio per il nostro Paese”. “La maggioranza avrebbe dovuto capirlo” risparmiandoci “una via crucis”. “La realtà – aggiunge – è che le persone si stanno allontanando dalla politica non solo perché non diamo le risposte ai problemi ma proprio perché non ne parliamo”.

“Io spero vivamente che non solo si facciano i conti su quelli che sono i numeri e le nuove alleanze, che hanno dimostrato di doversi sciogliere davanti ai veri temi programmatici e di prospettiva” è l’auspicio di Marica Montemaggi (Libera). “Ragionamento sui temi e consapevolezza del periodo storico che stiamo vivendo” – secondo Lorenzo Bugli (Pdcs) – sono gli strumenti “per accompagnare con ordine il Paese verso la prossima legislatura. La piccola Repubblica di San Marino può essere virtuosa mantenendo la propria stabilità in un mondo caratterizzato da forte instabilità”. Per Sara Conti (Rf) “quello che emerge alla fine di questi cinque anni è un Congresso di Stato che non è riuscito ad operare nella collegialità ma nel quale è emerso sempre di più un individualismo che ha portato un’azione sempre più guidata da interessi particolari e non da una visione comune”.  Vladimiro Selva (Libera) rilancia il tema della Reggenza “condivisa”. “In questo contesto, riteniamo sia opportuno che maggioranza e opposizione si incontrassero per trovare la quadra”.

 

Terminato il Comma “Comunicazioni”, viene ripreso – al Comma 2 – l’esame del Decreto Delegato 18/12/2023 n.185 – “Disciplina delle attività economiche”, che era stato interrotto nella precedente sessione del Consiglio Grande e Generale.

All’articolo 3, viene annunciato il raggiungimento di un’intesa che ha portato alla presentazione di un emendamento modificativo sui “Requisiti soggettivi per l’ottenimento dell’autorizzazione ad operare per società a imprese estere fino o 180 giorni”, sottoscritto da Governo, Libera, Pdcs, Npr, Rf, DML, con specifiche riguardanti in particolar modo i settori delle “costruzioni o ristrutturazioni edili di qualsiasi natura e/o l’installazione di impianti in genere”.  “A seguito del confronto che c’è stato con la Segreteria di Stato, è stata trovata anche una quadra rispetto ad altri emendamenti da noi proposti” spiega Alessandro Bevitori, annunciando il ritiro di tutti i rimanenti emendamenti che erano stati presentati da Libera.

“Considero anomalo questo modo di fare. Stiamo facendo una cosa che allora andrebbe fatta per tutti i settori” è l’osservazione di Pasquale Valentini (Pdcs). Gian Matteo Zeppa (Rete) chiede “più ragionamento e più specifiche in merito a questo emendamento per il fatto che si sono individuate solo due categorie”. Per Andrea Zafferani (Rf) “l’emendamento, se non mi sbaglio, non fa altro che riproporre la situazione che c’era prima del Decreto”. Alessandro Rossi (Gruppo misto): “Questa marcia indietro dovrebbe far riflettere. Qual era stata la ratio del Governo nel fare l’apertura ai non residenti europei? C’era stata una valutazione di impatto? La valutazione che faccio è di una immaturità di fondo”.

“Tornando indietro sul requisito della residenza, si è deciso di prendere più tempo per una migliore declinazione del principio europeo. Oggi la differenza non è più tra residenti Ue ed extra Ue, ma tra residenti a San Marino e residenze estere” chiarisce il Segretario di Stato per l’Industria, Fabio Righi.

L’emendamento viene quindi approvato.

All’articolo 4, sono presenti un emendamento modificativo di Rete e un emendamento del Governo aggiuntivo della lettera d-bis} al comma 2.

Alle 19.30 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno alle 21 in seduta notturna.

 

Comma 1. Comunicazioni (Risposte Interpellanze/Interrogazioni)

Paolo Rondelli (Rete): Questo ritardo è sintomatico dell’andamento dei lavori e dalla solidità della maggioranza in questo momento. C’è una voce che sta circolando insistentemente nel Paese. Varie persone sottolineano come sia ormai prossima la dipartita di due importanti primari del nostro ospedale che avrebbero rassegnato le dimissioni. Due servizi importanti che riguardano le fasce più deboli della nostra popolazione. Vengono meno due figure di riferimento per la popolazione sammarinese. Al di là delle baruffe, resta un tema di grande importanza che è quello della nostra Sanità pubblica. Il futuro di questo Paese deve vedere anzitutto un discorso serio sulla stabilizzazione del debito, sulla sostenibilità del nostro Paese e su come sia possibile ripagare negli anni a venire il debito pubblico che va contenuto nella spesa e risanato. E’ un dibattito che deve vedere una garanzia di sanità di qualità per i nostri cittadini, non banalmente il numero di medici, ma medici capaci. Ci sono alcuni temi che riguardano i diritti delle persone che devono essere garantiti. A me in particolare, è noto, stanno a cuore alcune categorie di persone, ma tutte le fasce minoritarie o deboli vanno tutelate nei loro diritti, rispetto per tutte le categorie che costituiscono una minoranza. Resta il fatto di una maggioranza che non riesce ad essere maggioranza e di un Governo che latita dai banchi.

Marco Nicolini (Pdcs): Ho sentito il consigliere Zonzini dire che Rete avrebbe abbandonato la maggioranza per il suo immobilismo. E’ una falsità. L’intento era uscire dalla maggioranza per riguadagnare consenso. Si sapeva che ci sarebbe stato tempo per fare dura opposizione. Quella che piace ad un certo elettorato, lo stesso che Rete ora contende a Demos. Gli scranni dell’opposizione sono i più facili perché si può dire qualsiasi cosa. Prova ne è la boutade sul riconoscimento dello Stato della Palestina: si fa una bella figura, ma essere gli unici del blocco occidentale a farlo, metterebbe San Marino in una difficile situazione. Non c’è coraggio nel fare proposte che sono sulla bocca di tutti e facili da avanzare. Per la mia posizione su Naval’nyj: gli attacchi spropositati che ho subito in Commissione Esteri me li posso aspettare da Zeppa, molto meno da un ex compagno di viaggio a Strasburgo che dimostra ambiguità in sintonia con il proprio partito.

Alessandro Mancini (Npr): E’ un dato di fatto che siamo agli sgoccioli di una legislatura che vorrei definire inedita. Sarebbe importante parlare della messa in sicurezza dei conti pubblici e del fatto che questo Governo ha fatto delle riforme importanti, non più rinviabili. C’è stato l’evento di maggio, con la crisi politica del movimento Rete. C’è stata una assunzione di responsabilità di questa maggioranza che ha dato continuità a questo Governo. Ora siamo arrivati ad un bivio. C’è la consapevolezza che bisogna dare la parola agli elettori. Il prossimo Governo sarà un Governo di compromessi o un Governo politico? Alleanza Riformista non ha dubbi: chiediamo un Governo politico, che abbia una base programmatica solida, forte, condivisa con chi nelle maglie della legge elettorale deciderà di affrontare una campagna elettorale assieme. La politica del pallottoliere non è quella che vogliamo. Chiediamo che si possa tornare a fare politica, a parlare di contenuti, analizzare i problemi ancora sul tavolo.

Sandra Giardi (Gruppo misto): Ci sono diritti che noi acquisiamo – il mantenimento di una spesa pubblica non più sostenibile da oltre trent’anni – che dovrebbero essere analizzati molto meglio intervenendo in maniera più precisa e puntuale. Lo dissi una volta al Segretario Gatti. Il comparto pubblico è particolare, ma negli anni nonostante un benessere che abbiamo visto crollare, quel comparto ha mantenuto in essere quei privilegi. In previsione di un futuro accordo con l’Ue, quel comparto avrà bisogno di nuova linfa perché le professionalità non sono in grado di supportare il percorso tecnico di San Marino verso tale accordo. Bisognerebbe pensare a come rendere stabile questo Paese. C’è la riforma delle istituzioni. Ci concentriamo su come fare per rendere i lavori più celeri. Non ci concentriamo su come semplificare il lavoro in quest’Aula. Andiamo a discutere su provvedimenti che non sono neanche applicabili. Se ragionassimo più con il cuore e la testa di chi ci ha voluti in quest’Aula, non saremmo qui a ragionare di queste situazioni con l’Aula vuota.

Gerardo Giovagnoli (Npr): Rispetto a come abbiamo preso in mano il Paese nel 2019, c’è molto più ordine. Come sapete nel 2019, c’erano almeno due emergenze: sistema bancario e quella in seno alla giustizia. Queste cose sono state trattate. Abbiamo la prima Banca Centrale dalla storia della Repubblica riconfermata, un dirigente del tribunale riconfermato e non vedo delle grosse polemiche su questo, non vedo una situazione di emergenza da nessuna parte, ma una prospettiva per il prossimo Governo molto ben delineata che ha a che fare con l’accordo di associazione. Si va a votare senza avere già delineato la prossima maggioranza. E’ nella normalità delle cose quando ci ritroviamo una legge all’85% proporzionale con l’ibridazione delle coalizioni che a questo punto secondo me crea solo un danno. Non dovrebbe esserci polemica sulla scelta della Reggenza. La Suprema Magistratura dello Stato ha bisogno di un certo rispetto formale. Ci sono due consuetudini. La prima è che la Reggenza viene scelta all’interno della maggioranza, ma non è obbligatorio. C’è la consuetudine che ogni forza politica della maggioranza veda almeno un suo rappresentante essere designato per la Reggenza, e questo punto mi sembra che al momento sia disatteso.

Andrea Zafferani (Rf): Non c’è una rottura politica conclamata ma nemmeno un accordo per qualcosa di futuro. Sono sei mesi che viviamo nella giungla più totale. Questo finale di legislatura che non ha né un elemento traumatico espresso né un accordo tra i partiti, mi sembra quanto di peggio per il nostro Paese. Questa è una grossa responsabilità che la maggioranza ha buttato sul Paese. La maggioranza avrebbe dovuto capirlo risparmiando una via crucis al Paese, la responsabilità resta. Ci sono tanti temi che abbiamo provato a sollevare come quello degli affitti delle case. Queste sono le tematiche che abbiamo affrontato e su cui si dovrebbero costruire i Governi. Da mesi discutiamo su affinità, non si capisce basate su cosa. La realtà è che le persone si stanno allontanando dalla politica non solo perché non diamo le risposte ai problemi ma proprio perché non ne parliamo. Siamo sintonizzati su temi fuori dai radar dei cittadini.

Miriam Farinelli (Rf): Con la nostra iniziativa di sabato, Rf ha voluto dare voce ai cittadini, ai comitati, alle associazioni, con i loro problemi, che possono indirizzare la politica nelle scelte che devono essere compiute. Ci si ricorda purtroppo dei cittadini solo in corrispondenza delle consultazioni elettorali. Così non va. Questi comportamenti hanno rilievi che si collocano in prossimità dell’immoralità. Dalla serata sono emerse indicazioni di cui faremo tesori per cercare di migliorare il Paese.

Gino Giovagnoli (Pdcs): Questo è l’ultimo intervento che farò in quest’Aula, non candidandomi più. Vorrei ringraziare il Segretario che nel 2019 ha insistito affinché mi candidassi. Ho incontrato un gruppo di persone preparate, e in loro ho trovato un’amicizia che porterò nel mio cuore. Non solo nella Dc. Nell’Aula consigliare ho trovato persone oneste e professionalmente qualificate. Vorrei fare una esortazione. Fate, lavorate, non create steccati politici, solo in un senso per questo Paese che ha bisogno di tutti voi.

Marica Montemaggi (Libera): L’arroganza e gli steccati hanno sempre prevalso rispetto agli obiettivi e i punti su cui la politica doveva convergere. Abbiamo ancora davanti dei momenti importanti che andranno compiuti nella prossima legislatura. Abbiamo un percorso europeo di accordo di associazione che deve essere concluso: probabilmente non sarà questo Parlamento a compierlo. Credo e spero che quel passaggio sia portato a termine. Ci sono tanti punti e tanti argomenti. Non deve più essere la politica dei bonus e degli incentivi a pioggia. Dobbiamo programmare qualcosa di molto più serio e duraturo. Abbiamo una enorme spada di Damocle del debito pubblico che dovrà essere tema della prossima legislatura. Io spero vivamente che non solo si facciano i conti su quelli che sono i numeri e le nuove alleanze, che hanno dimostrato di doversi sciogliere davanti ai veri temi programmatici e di prospettiva. Ci sono due o tre punti che riteniamo davvero strategici. Non credo che ci sarà un Governo retto da un colore politico.

Lorenzo Bugli (Pdcs): Ho sentito durante questo Comma Comunicazioni parlare spesso di scioglimento ordinato. Sì, ci vuole ordine nel portare il Paese verso una nuova fase di legislatura. Come possiamo portare l’ordine? Attraverso ragionamento e consapevolezza. Ragionamento che deve mettere al centro le tematiche, i punti che tutti noi conosciamo: messa in sicurezza dell’ISS, riforme sociali, l’accordo di associazione con l’Ue che vedrà ridisegnare il modello San Marino e le regole di un gioco rispetto al ‘campionato’ che dovremo disputare e ci chiederà ben altre sfide. Consapevolezza del periodo storico che stiamo vivendo. Con ragionamento e consapevolezza credo riusciremo, con maturità, a costruire un alveo di serenità per la futura legislatura. Consapevolezza del periodo storico perché tutto ciò che ci circonda è avvolto da forte incertezza. Ci sono le situazioni di guerra in Ucraina e Medio Oriente. C’è l’instabilità politica dell’Occidente, con le elezioni in Europa, in America. La piccola Repubblica di San Marino può essere virtuosa mantenendo la propria stabilità in un mondo fortemente instabile. L’ordine lo vedo bene nel programmare la 31esima legislatura con la capacità di ragionamento e la consapevolezza che tutti noi dobbiamo avere per essere seri e virtuosi verso i cittadini.

Sara Conti (RF): Quello che emerge alla fine di questi cinque anni è un Congresso di Stato che non è riuscito ad operare nella collegialità ma nel quale è emerso sempre di più un individualismo che ha portato un’azione sempre più guidata da interessi particolari e non da una visione comune. Chi ci ascolta da casa sa molto bene che questo Governo e questa maggioranza non sono stati in grado di risolvere i grandi problemi che il Paese dovrà affrontare. Questi problemi non possono stare lì e rimanere non affrontati. Con le logiche clientelari e i grandi proclami populisti non si va da nessuna parte. Bisogna essere realisti e pragmatici adottando anche iniziative impopolari. Rimangono le criticità, quelle serie, che dobbiamo affrontare e dovremo affrontare. Inutile continuare con questa logica delle promesse elettorali quando è ciò di cui il nostro Paese in questo momento ha meno bisogno.

Vladimiro Selva (Libera): C’è una assoluta impossibilità e incapacità di fare interventi normativi efficaci, di essere sul pezzo. Eppure si continuano a spendere soldi, il Governo sta portando avanti la sua azione in maniera poco condivisa. Il problema sono i lavori consiliari. Tolti pochi provvedimenti, l’Odg del Consiglio Grande e Generale si ferma al Comma Decreti perché ce ne sono talmente tanti da ratificare che poi diventa impossibile proseguire. Noi crediamo che sarebbe opportuno che maggioranza e opposizione si incontrassero per trovare la quadra sul tema della Reggenza. Visto il contesto di divisioni interne, di critica rispetto ad alcune modalità, in un momento come questo, crediamo che nominare una Reggenza condivisa in maniera molto ampia sarebbe opportuno.

 

Comma 2

  1. a) Prosecuzione esame Decreto Delegato 18/12/2023 n.185 – “Disciplina delle attività economiche”

 Emendamento modificativo dell’art. 3 Governo, Libera, Pdcs, Npr, Rf, DML,

 Alessandro Bevitori (Libera): A seguito di un confronto con la Segreteria di Stato e il Segretario Righi per addivenire ad una soluzione che possa innanzitutto dare un po’ più di tempo ai datoriali e a chi ha sollevato dubbi sulle associazioni di categoria rispetto all’introduzione del cambiamento che era stato introdotto nella prima versione del Decreto. Era stata proposta una apertura tout court per tutte le attività economiche, di persone e di lavoratori che risiedono nell’Ue. Questo chiaramente, lo abbiamo detto fin da subito, andava a recepire quelli che sono i pre-requisiti delle quattro libertà dell’Ue. Quello che abbiamo contestato e abbiamo fatto presente e alla maggioranza è che non potevano essere queste le modalità, ovvero calando dall’alto un cambiamento così impattante. Ci ricordiamo tutti anche le prese di posizione dell’UNAS per le modalità utilizzate. Pertanto a seguito del confronto che c’è stato con la Segreteria di Stato, è’ stata trovata anche una quadra rispetto ad altri emendamenti proposti da Libera. Ci sarà l’appoggio di Libera sull’articolo 3 e annunciamo il ritiro degli altri emendamenti da noi presentati.

Segretario di Stato Fabio Righi: Tornando indietro sul requisito della residenza, si è deciso di prendere più tempo per una migliore declinazione del principio europeo. Oggi la differenza non è più tra residenti Ue ed extra Ue, ma tra residenti a San Marino e residenze estere. L’intenzione non era quella di lasciare un vuoto normativo, ma completare con ordine una riorganizzazione di norme che era una delle finalità del Decreto stesso.

 

 

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