Il Festival del Territorio che cuce relazioni: IAM incontra Esplora. Intervista a Gabriele Geminiani

Il Festival del Territorio che cuce relazioni: IAM incontra Esplora. Intervista a Gabriele Geminiani

Sei anni di attività per un progetto che si è dato sin dall’inizio la mission di creare un dialogo territoriale fra i diversi attori della transizione ecologica. Incontriamo Gabriele Geminiani ideatore del Green Festival San Marino e Montefeltro.

A cosa serve un Green Festival?

Nella nostra accezione, serve a diffondere la cultura della sostenibilità intesa a 360°, attraverso diverse attività e modalità d’intervento.

Rispetto a tanti eventi spot o a cadenza annuale che lasciano un vuoto di 360 giorni da un’edizione all’altra, siamo un festival “militante”, una fucina sempre attiva durante l’intero anno con una serie di iniziative, alcune delle quali permanenti.

Lavoriamo molto con le scuole e ci definiamo un festival di “prossimità”, un progetto cioè che vuole favorire l’incontro, la collisione fra i partecipanti e gli stessi relatori, amministratori, imprenditori, artisti, ecc.

Oltre ai green festival, quali sono le iniziative che portate avanti?

Ci tengo a sottolineare che una nostra peculiarità è quella di usare l’arte e la creatività quali strumenti di promozione e comunicazione. Con questa premessa siamo costantemente in contatto con il mondo dell’arte, dalla pittura all’illustrazione, dalla scultura all’editoria. Comprese la letteratura e la poesia.

Ed è in virtù di tali affinità che in seno al Green Festival San Marino sono nati gli Archivi Sostenibili dell’arte, gli Ortiperlapace e il Micro Museo dell’oggetto ritrovato a Verucchio.

Territorialmente qual è il campo d’azione di questo progetto?

Parlando di territorio, mi piace sempre riferirmi a un Montefeltro idealmente allargato, che va da Rimini a Pesaro con i relativi entroterra. Al centro troviamo la Repubblica di San Marino, che in quanto stato e per evidenti ragioni geologiche e geografiche, ha le carte in regola per assurgere a osservatorio della sostenibilità per l’intero macro territorio.

Fino a che le varie realtà amministrative, ognuna più o meno arroccata dentro il proprio perimetro, non riusciranno a percepirsi e a promuoversi come un’unica entità storico culturale, il nostro territorio avrà grossi problemi a livello economico-occupazionale. Bisogna mettere i propri tesori in condivisione, al fine di creare itinerari della bellezza e della cultura, compreso quello enogastronomico, da dare a un turista sempre più esigente. Ecco il festival ha creato e crea occasioni per far incontrare queste diverse realtà e farle interagire.

Riusciamo a fare un esempio di questo lavoro di “tessitura” sul territorio?

Per far capire come lavora il nostro progetto a livello relazionale, riporto il caso di due realtà apparentemente e “geograficamente” distanti. La prima è IAM Srl (Igiene Ambientale Management), azienda sammarinese che lavora nel settore dei rifiuti. L’altra è Esplora, associazione riminese che si occupa di persone con disabilità.

Ma partiamo dall’inizio. Da una parte c’è IAM, azienda che sostiene il festival sin dal suo esordio e Mirkare Manzi, uno dei due titolari, l’altro è Mattia Marinelli, che è stato sempre presente anche fisicamente alle nostre iniziative. Mirkare ha modo di conoscere i coordinatori e i ragazzi di Esplora che per due anni portano al festival il loro Luna Ricicla Park realizzato con oggetti di recupero.

Dall’incontro si è poi passati ai fatti quando Mirkare lo scorso anno, è riuscito a regolarizzare la presenza dei ragazzi all’interno della sua azienda, con un contratto in piena regola. I ragazzi una o due volte a settimana sbarcano a San Marino e “timbrano” il cartellino, e per l’intera mattinata provvedono al recupero, e quindi al riuso, di materiali vari fra cui i raccoglitori di documenti, tirandoli a lucido. Questi articoli vengono poi riconsegnati alle stesse aziende che li avevano portati a smaltire, e che li pagano circa la metà del loro costo effettivo. In questa felice congiunzione vi sono sia il concetto di inclusione che quello del riuso. Altre volte sono aziende che arrivano a interagire fra di loro e con amministrazioni della Valconca e della Valmarecchia, queste con i comuni costieri.

 

Dopo oltre 5 anni di attività cos’è che il festival può vantare?

Il nostro tesoro invisibile e non presentabile sul tavolo quando incontriamo potenziali sponsor, è la nostra rete fatta di relazioni altamente selezionate e referenziate. Non solo professionalmente, ma anche umanamente. Una grande famiglia in grado di riuscire a fare grandi cose quando la si interpella con un progetto, persone serie e appassionate sulle quali poter contare.

Dove è diretto questo progetto?

A noi non interessa quanto ci si espande, quanto alla qualità e all’intensità di ciò che si fa. Non escludiamo di replicare il format dell’ecofestival in altri contesti geografici, qualora sussistano i giusti stimoli umani e professionali. Al momento ci piacerebbe far crescere il festival sammarinese, dove tutto è nato. Un gesto che reputo doveroso verso chi ti ha dato la possibilità, sempre meritata e guadagnata sul campo, di dar forma alle tue visioni.

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