Ivan Foschi su L’Informazione: Colpevoli ma non punibili

Ivan Foschi su L’Informazione: Colpevoli ma non punibili

IVAN FOSCHI – La sentenza del giudice di Appello sul processo “Conto Mazzini” non assolve gli imputati in quanto innocenti e non afferma che non vi siano state tangenti e riciclaggio.

Al contrario essa afferma che per i fatti contestati gli imputati sono colpevoli ma non sono punibili poiché il giudice è tenuto ad applicare quanto disposto (e per certi versi imposto) dal Collegio Garante nel 2021 ed in particolare dal suo Presidente, cioè il Garante voluto dalla DC nel famoso blitz che ha portato, per la prima volta nella Storia, ad una occupazione del Collegio Garante da parte della sola maggioranza escludendo l’opposizione. Lo stesso Garante, il prof. De Vergottini, che è stato difensore della attuale maggioranza nella scorsa legislatura in un sindacato contro la Reggenza dell’epoca e che in questa legislatura ha stabilito che non c’è nulla di male se un Reggente in carica partecipa ad un “festino” durante il periodo del lockdown, capovolgendo la giurisprudenza vigente che prevedeva fino a ieri che un Capo di Stato dovesse mantenere un certo contegno anche al di fuori delle Istituzioni.

Ed anche la sentenza dei Garanti alla base di queste assoluzioni, la n. 10 del 2021, capovolge l’interpretazione del reato di autoriciclaggio data dalla Cassazione italiana, con l’effetto di fare cadere le accuse principali e spostare indietro nel tempo la commissione di altri reati, facendo così scattare la prescrizione.

Praticamente, mentre in Italia viene respinta l’accusa di retroattività della legge sull’autoriciclaggio (sentenza C.C. n. 3691/2016), stabilendo che chi detiene soldi “sporchi” – cioè il frutto dei propri misfatti – all’entrata in vigore della Legge, è punibile da quel momento in poi anche se fino al giorno prima non lo era, a San Marino invece si è preferito assicurare il “diritto” di continuare a godersi i frutti delle proprie ricchezze accumulate illecitamente anche se nel frattempo è stata approvata una legge che lo proibisce.

Evidentemente contano di più gli interessi di chi si è arricchito commettendo reati anziché quelli dello Stato e dei cittadini onesti.

La maggioranza attuale ha inoltre la responsabilità politica di avere recentemente approvato una legge in fretta e furia per introdurre un terzo grado di giudizio e poterlo applicare forzosamente a questo processo, in modo da avere, in caso di condanna, la possibilità di riaprire un nuovo procedimento e raggiungere la tanto agognata prescrizione. È sempre bene ricordare che la prescrizione è un diritto dell’imputato e non un dogma intoccabile tanto che chi vuole, può esplicitamente rinunciarvi per dimostrare la propria innocenza nel merito.

In più, la nuova legge prevede che si possa ricorrere in terza istanza qualora vi sia stata una confisca in assenza di condanna. Non sia mai che i propri amici politici dopo essere riusciti a farla franca non possano anche recuperare quella parte del bottino che era rimasto a loro confiscato.

L’esito di questo processo (ma anche di quelli a venire), in cui per la prima volta erano chiamati a rispondere esponenti politici di primo piano che hanno retto per anni il governo della Repubblica, è stato fortemente condizionato da decisioni assunte direttamente o indirettamente da questa maggioranza, segno questo che quelli che passano come “politici del passato” a quanto pare hanno ancora una certa influenza sui politici del presente. Con buona pace dei moralizzatori, degli indignados e di chi ha tradito le promesse elettorali fatte ai tanti cittadini per bene che si aspettavano non “terra da ceci” ma solo Giustizia

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy