Rimini. Equipaggi a terra, i pescherecci dicono basta

Rimini. Equipaggi a terra, i pescherecci dicono basta

Equipaggi a terra, i pescherecci dicono basta

Il prezzo del gasolio è arrivato alle stelle. Cevoli: «Le prime imbarcazioni hanno già consegnato i documenti in Capitaneria»
«Le prime quattro o cinque imbarcazioni hanno già consegnato i documenti in Capitaneria di porto». Il termine tecnico è disarmo. Tradotto si presentano gli atti in Capitaneria e si smette di andare in mare. Al momento nel comparto portuale riminese i pescherecci tra quelli grandi e alcuni piccoli, sono circa una quarantina, spiega Giancarlo Cevoli, presidente della Cooperativa Lavoratori del mare. Le prime cinque imbarcazioni sono state solo il principio, ammette Cevoli. «Le altre andranno avanti finché riusciranno a farlo, rimettendoci». Poi quando anche queste saranno costrette a dire basta e a portare i documenti in Capitaneria «diremo addio ai banchi al Mercato coperto pieni di pesce del nostro mare». Non è una minaccia, ma solo la conseguenza di un caro gasolio che ha raggiunto livelli inimmaginabili per i pescatori e soprattutto insostenibili. «Per le imbarcazioni uscire in mare nella notte e tornare in orto significa ormai spendere solo in gasolio anche 2.500 euro. Ogni giorno è così. Non è possibile andare avanti in queste condizioni. Oggi il gasolio è arrivato a costare 1,15 euro».
Articolo tratto da Resto del Carlino
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