San Marino. Conclusa nel Consiglio del 7 dicembre le lettura della relazione della Commissione sulle banche

San Marino. Conclusa nel Consiglio del 7 dicembre le lettura della relazione della Commissione sulle banche

“Si conclude solo nel tardo pomeriggio di oggi la lettura della relazione finale della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca CIS e sulle crisi bancarie ed eventuali deliberazioni.

La lettura del testo è iniziata  ieri; sono 375 pagine reperibili al seguente link:

https://www.consigliograndeegenerale.sm/on-line/home/lavori-consiliari/dettagli-delle-convocazioni/scheda17174742.html

Nella seduta della mattina e in larga parte del pomeriggio i consiglieri membri della commissione si sono alternati nella lettura del capitolo incentrato su Cassa di Risparmio. Ben 159 pagine sono dedicate a questo istituto, dove si ripercorrono nel dettaglio le sue vicende, a partire dalla crisi legata a Delta e le conseguenti svalutazioni, ma non solo. Vi sono capitoli sulle perdite subite per episodi specifici: il crac del gruppo Caltagirone, i titoli Barclays, le svalutazioni legate alla vicenda della banca Kovanica. La commissione esamina anche il contenuto del “Rapporto Quill”, esito della consulenza tecnica richiesta al Fmi nel 2016 dal governo, incentrata proprio sulla situazione di Carisp e sulle azioni da intraprendere. Quindi viene affrontata la crisi del 2017 quando fu approvato il bilancio dell’istituto del 2016 con una perdita di oltre 500 milioni di euro e l’enorme scontro politico che ne conseguì. Si arriva a descrivere in dettaglio tutta la vicenda, incluso lo spiacevole episodio che al Meeting di Rimini dell’agosto 2017 vide protagonista l’ex direttore di Banca centrale, Lorenzo Savorelli, e che portò al suo allontanamento. E ancora si ripercorrono le dimissioni in blocco dell’allora Cda di Cassa di Risparmio.
In particolare, nel paragrafo “Le mani sulla Cassa”, si riprende la relazione conclusiva della precedente fase dei lavori della Commissione in cui si parla del ruolo avuto da Francesco Confuorti in Banca Cis e anche delle su “infiltrazioni in Cassa di Risparmio”. Segue il paragrafo sulle “Responsabilità politiche” in cui la commissione ammette che “la ricerca di relazioni dirette tra esponenti politici e Francesco Confuorti non ha dato esiti di rilievo” e “neppure nell’indagine penale che più ha inerito questi fatti, ovvero sia il procedimento penale 500/17”. Anche se per la Commissione “appare evidente che Confuorti ricevesse flussi informativi anche da ambienti politici”. Nel mirino poi i legami tra gruppo Confuorti e “gruppo Grandoni”, rispetto  cui viene esplicitamente chiamato in causa l’ex Segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, per diverse sue azioni che “sono andate a favore della ‘cricca’”, sottolineano i commissari, sebbene “non risulti agli atti della Commissione- si precisa- che l’ex Segretario Celli abbia tratto utità economica dai fatti rappresentati”. Tra le Conclusioni dei commissari di questa parte del capitolo su Cassa: “Appare dimostrato in maniera difficilmente confutabile- si sottolinea- il ruolo di quella che, agli atti, si profila come una vera e propria organizzazione coordinata da Francesco Confuorti- denuncia la relazione- composta da amministratori di Cassa e di Bcsm, con la collaborazione del Gruppo Grandoni finalizzata alla distribuzione di ingiuste prebende ai suoi componenti, all’individuazione di consulenti profumatamente pagati in rapporto con la medesima organizzazione e alla realizzazione del disegno di ristrutturazione del sistema bancario a vantaggio del gruppo Grandoni”.
Quindi la relazione affronta anche il tema delle Azioni di responsabilità poste in essere per le vicende Carisp: “Cassa di Risparmio negli ultimi 12 anni ha subito perdite per circa 1,5 miliardi, con un intervento finanziario dello Stato superiore ad 800 milioni, ma nessun amministratore o dirigente è mai stato di fatto chiamato a rispondere di nessuna delle azioni, alcune oggettivamente sconsiderate, che hanno determinato danni al’istituto e che hanno ridondato sull’intero Paese”.
Si parla ancora di Carisp nei paragrafi dedicati al Caso Leiton, sul prestito d 13,5 mln di euro non restituito dalla holding lussemburghese collegata a Banca Cis, e in quello sulla vendita del pacchetto di Npl “Arcade”. E infine negli ultimi paragrafi sui costi delle consulenze e sugli emolumenti alla governance.

Chiuso il capitolo su Cassa di Risparmio di San Marino, la relazione affronta il delicato tema del “Debito dei politici”, in cui si spiega che sono state esaminate le posizioni di un totale di 182 persone politicamente esposte, dal 2008 ad oggi, vale a dire nelle ultime 4 legislature. Non si fanno nomi e cognomi, ma si riferisce che al 30 agosto 2021 sono 18 in totale i consiglieri ed ex consiglieri “con esposizioni in sofferenza”. Il totale delle posizioni debitorie ammonta a 30.291.113 euro: di questa cifra, cinque “Pep” (persona politicamente esposta) hanno esposizioni in sofferenza superiori a 1 mln di euro, due per cifre comprese tra 500.000 e 1 mln di euro, altrettante due Pep per una cifra compresa fra 100 e 500 mila euro, infine per 9 le posizioni debitorie sono inferiori a 100 mila euro. Si rileva poi che “il 66,2% delle sofferenze totali  sono riconducibili ad un solo ex-Consigliere” e che il dato è riconducibile alla sua attività imprenditoriale, “sfortunatamente naufragata”.

L’ultimo capitolo della Relazione, dal titolo “Il Conto è servito” tira le somme su quanto è costato in definitiva allo Stato intervenire a sostegno del sistema bancario del Paese, attraverso misure dirette e indirette. “In sintesi rileviamo che l’intervento diretto dello Stato con denaro o titoli di stato ammonta ad euro 869,1 milioni”, riporta il testo della relazione.  Inoltre,“a questi dobbiamo sommare gli aiuti indiretti ovvero i crediti di imposta utilizzati pari ad euro 52,2 milioni, i crediti di imposta non ancora utilizzati e le Dta pari ad euro 335,44 milioni. E poi abbiamo il dato non ancora definitivo di quanto potrebbe costarci l’intervento di risoluzione in Bns, la cui garanzia dello Stato ad oggi ammonta a circa 320 milioni di euro (215 milioni le obbligazioni e 105 i fondi pensione). Il saldo finale raggiunge la ragguardevole cifra di euro 1.576.740.000. Con particolare riferimento a Cassa si dà atto che, in aggiunta all’intervento dello Stato di 858 milioni di euro, è stato dilapidato il patrimonio, accantonato in 120 anni circa, di 640 milioni”.

Il dibattito sui contenuti della relazione si aprirà solo lunedì 13 dicembre, dato che il regolamento consiliare prevede che si debba avviare a distanza di tre giorni dalla sua presentazione.  E’ stato previsto anche il suo eventuale proseguimento nella sessione consiliare successiva, che si aprirà martedì 14 dicembre”.

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