San Marino. Consiglio Grande e Generale, report seduta pomeridiana 14 giugno 2022

San Marino. Consiglio Grande e Generale, report seduta pomeridiana 14 giugno 2022

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 14- 23 GIUGNO

– MARTEDÌ 14 GIUGNO–  Seduta del pomeriggio

 

            Nel pomeriggio prosegue e si conclude il dibattito in comma Comunicazioni, per poi procedere a una serie di nomine, tra cui  quella del direttore dell’Ufficio Centrale di Collegamento. Su proposta del Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, viene nominata la dott. ssa Stefania Meloni che ottiene 30 voti favorevoli, 11 schede bianche e 3 schede nulle. Prima della votazione, Grazia Zafferani per il Gruppo misto di maggioranza annuncia astensione per la mancata comunicazione preventiva del nominativo.

Fumata nera invece per quattro votazioni consecutive sulla nomina del nuovo presidente della Commissione di controllo della finanza pubblica-  indicato Lorenzo Simoncini- anche se nell’ultima votazione sarebbe stata sufficiente la maggioranza assoluta. 

L’Aula ha così iniziato l’esame e la ratifica dei decreti delegati: ratificati il decreto n.78 “Omologazione strumentazione Autovelox non scorporato”, il n. 63 “Gestione delle prestazioni periodiche erogate da Fondiss” , il n.76  che proroga al 18 luglio le riduzioni delle aliquote dell’imposta speciale sulle importazioni di benzina, di gasolio e di Gpl ad uso carburante. La seduta si interrompe e i lavori consiliari riprenderanno domani mattina.

 

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

 

Comma n. 1. Comunicazioni 

Luca Boschi, Libera

Sottolineo che oggi, per due sessioni consecutive, il numero legale in Aula è stato garantito dalle opposizioni.

Ho ascoltato con attenzione il dibattito di questa mattina, dove è andato in onda il solito copione. La maggioranza e i Segretari che decantavano presunti risultati lasciando intendere che ‘va tutto bene’, quando sappiamo che sono veramente poche le cose che vanno bene. Tra gli interventi di oggi, quello più indicativo è quello del segretario di Rete, Santi, che ha detto tre cose, due le condivido l’altra mi ha spaventato. Partiamo da questa: Santi ha di fatto rinviato ulterioremente di tre mesi l’ultimatum che il suo stesso capogruppo, Spagni Reffi, ma anche il capogruppo Dc, due mesi fa avevano lanciato all’Aula, ovvero le riforme dovevano essere portate a giugno, al massimo a luglio, se no questo governo non ha ragione di essere. Oggi Santi ci dice che va bene portarle a settembre, e proprio mentre diceva che le riforme erano pressochè pronte, esce un comunicato della Csdl in cui si dice che sulle pensioni si sta lavorando, ma sulla riforma del lavoro e su quella fiscale siamo all’anno zero. Credo l’annuncio di Santi sia stato ottimistico. Noi continuiamo a chiedere riforme perché le riteniamo ineludibili e quando parliamo di riforme parliamo di vere riforme e non accetteremo ‘riformine’. Perchè le riteniamo tali, primo devono sopperire  i 50-70 mln di deficit strutturale annuo che il nostro Stato ha sulle spalle; secondo le riforme devono essere eque, quindi si deve intervenire su lavoro dignitoso e lavoro femminile, per esempio.

Santi lei oggi ci ha detto dello slittamento, vorremmo sapere cosa ne pensa anche il capogruppo della Dc. Voi sarete giudicati a fine legislatra sulla capacità di portare soluzioni strutturali a problemi annosi del paese.

Altre cose che mi sono piaciute di più di Santi sono il riferimento alle telecomunicazioni, tema su cui si deve porre attenzione particolare. Noi nella passata sessione abbiamo annunciato un Odg per una commissione di inchiesta su cosa ha bloccato questo settore e lo presenteremo nella prossima sessione consiliare. Poi sul Memorandum con Banca d’italia: se vogliamo risolvere in modo definitivo i problemi del sistema bancario e concludere il percorso di associazione europea, non si può prescindere dal Memorandum con Bankitalia. Perchè non c’è volontà di concludere l’accordo che da parte italiana è invece ben visto? Cosa c’è da nascondere ancora?

Miriam Farinelli, Rf

Volevo dedicare questi pochi minuti  alla scuola elementare ‘la Sorgente’ di Città: la chiusura di un plesso scolastico è un dramma educativo e sociale evidente, soprattutto nelle piccole realtà come le nostra. Non si salva la didattica, non si salva la socializzazione, non si considera l’impatto traumatico dei bambini, tutto viene sacrificato per il trasferimento in una scuola che conterrà con difficoltà tutti i bambini che ne faranno le spese, con un refettorio ridotto e spazi non adatti a contenerli in maniera adeguata. Torneremo a fare merenda sui banchi e ai turni per i pasti ..ma questo non ha importanaz, ha prevalso la logica politica sull’inclusione scolastica dei bambini, oggi tocca alla “Sorgente” di Città, in un prossimo futuro ad altre scuole di altri castelli. In città non esiste nessun problema di denatalità, la scuola è stata chiusa per scelta politica che vede tutta la responsabilità nel Sds all’Istruzione. A giustificazione si sono dati i numeri della denatalità che non interessano però i numeri dei nuovi nati residenti a Città di San Marino. La ridotta natalità è u problema innescato anni addietro, senza che nessuno abbia iniziato a promuovere iniziative per invertire la rotta. Così venerdì 10 giugno si è tenuto l’ultimo saluto dei bambini della scuola ‘La Sorgente’, la fine di un’era, con una lettera toccante di saluti in cui tutti ci possiamo ritrovare e spero possa fare riflettere sull’azione sconsiderata della quale vi siete resi complici. Città ha perso il primario centro culturale della comunità. Con un semplice giro di chiave abbiamo perso un pezzo di vita della nostra comunità.

Francesco Mussoni, Pdcs

So che questa mattina nel dibattito vi sono stati diversi interventi che hanno richiamato lo scadenziario che i gruppi di maggioranza avevano richiamato nell’ambito delle ultime sessioni consiliari sulle riforme. Volevo rassicurare i consiglieri che sono intervenuti, non c’è in questo uno scontro. Le forze di maggioranza, attraverso i capigruppo, da alcune settimane stanno indirizzando la maggioranza e il governo verso la presentazione delle così dette riforme: su pensioni e parte della riforma del mercato del lavoro. Su questo non c’è mistero. Volontà è quella di raffinare il dialogo in corso da mesi con le parti sociali per fare in modo che queste riforme abbiano avuto un confronto il più possibile approfondito e idoneo a fare in modo che non nascano tensioni o strumentalità particolari. Il fatto che oggi il governo abbia confermato la volontà di depositare in prima lettura entro settembre i testi delle riforme è anche una conferma delle dichiarazioni che in Consiglio i capogruppo hanno svolto dinanzi i Reggenti. Se mi chiedete se sono contento, rispondo che certamente avrei preferito i testi fossero depositati a giugno o luglio, ma ritengo un mese di gestazione in più per questi provvedimenti impattanti con le parti sociali sia necessario. Non c’è da scandalizzarsi, l’impotante e che ci sia la volontà da parte del governo di voler procedere celermente al deposito in prima lettura di questi due testi. Da un punto di vista politico siamo soddisfatti che si continui a lavorare e ci sia l’impegno di arrivare in prima lettura entro settembre. E’ chiaro se questo non avvenisse saremmo di fronte a un problema politico. È evidente.

Marica Montemaggi, Libera

E’ stato un comma comunicazioni aperto alle divisioni delle posizioni tra maggioranza e minoranza, politicamente ci aspettiamo qualcosa di più, visto il grave momento storico che stiamo vivendo. Non si spiega come San Marino possa portare avanti il ‘va tutto bene, le riforme arriverano anche a settembre, ma va bene lo stesso’, mentre il resto del mondo intorno a noi corre veloce per poter contrastare il più possibile gli effetti dirompenti prima della pandemia, e adesso gli effetti economici dovuti alla guerra.

Sembrerebbe che i rapporti con l’Italia, in tema finanziario, nonostante le buone intenzioni e premesse e rassicurazioni del Segretario, non siano accompagnati dai fatti. Pare ci sia stata ultimamente una comunicazione da parte di Banca d’Italia per sollecitare e spingere nuovamente sulle volontà di condividere una vigilanza e rinforzare i rapporti tra Italia e San Marino. Ci risulta sia una lettera molto dura nei toni, e che non sia stata presa nella giusta considerazione e vorrei capire quali siano le priorità. Non so cosa si stia aspettando e quale potrà essere lo scenario, io temo che questo continuo ‘prendere tempo’ non ce lo possiamo più permettere.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Mi hanno stimolato alcune parole dei colleghi come Bevitori e Ciacci, mi sorprendo sempre di avere modo di replicare loro, sulla questione riforme. Tutta Libera e l’opposizione dicono che mancano le riforme. Credo bisognerà fare un discorso di onestà intellettuale. Ogni riforma non può essere calata dall’alto, ma vanno discusse con tutti i corpi intermedi che vanno a sostenere o meno e a fare il proprio compito di fronte a riforme epocali che nessuno ha mai voluto fare. La questione delle riforme va quindi ponderata in modo eccelso, proprio perché in quanto tali vanno a trasformare la società. Per esempio, dal 2006 ad oggi l’Inghilterra avrà stima di un tasso inflattivo a doppia cifra. Certo parliamo di cose più grandi di noi, ma non si può accelerare dal momento in cui ognuno fa la sua parte. Sentire dare lezioni da chi parlava di riforme nella propria campagna elettorale fa sorridere. Da Bevitori sento dire che la caduta di Adesso.sm deriva proprio dalla non volontà da parte di qualcuno di fare le riforme. Non ci sto a questa presa in giro. Il governo di Adesso.sm è caduto per le infiltrazioni confuortiane nel sistema sammarinese, perché c’è stato un attacco filogovernativo a Cassa di Risparmio. Il governo di Adesso.sm è caduto per gli attacchi alla giustizia, per le chiamate di tale Marino Grnadoi a persone appartenenti al Cda di Banca centrale. Non mancavano le riforme, ma c’era tutto questo qua. E la difesa ad oltranza di un giudice pluririnviato a giudizio. Non è affatto facile fare riforme, ma vi siete messi voi dei vincoli perché non potessero accadere.

Sono abbastanza sconfortato dalla leggerezza e leggiadria con cui il consigliere Matteo Ciacci prende il microfono e oggi dice, riferendosi a comportamenti poco istituzionali, ‘tutto si può fare e tutto è ammissibile’, lo dice riferendosi a persone di nomine di maggioranza. E io concordo pienamente, ma non credo sia un bello spettacolo che lei venga in quest’Aula prenda il microfono e dica ‘tutto si può fare e tutto è ammissibile’, facendo la morale a noi. Credo il silenzio molte volte sia d’oro.

Matteo Ciacci, Libera replica

La risposta credo sia doverosa visto che Zeppa, non avendo più nulla da dire in quest’Aula da più di  un anno, l’unica cosa che gli resta da fare sono gli attacchi personali. La mia situazione personale verrà chiarita nelle sedi opportune. Amici di Rete, guardatevi in casa tra voi, prima di dare lezioni. Solo con la falsità e gli attacchi personali non si va avanti in politica.

Daniela Giannoni, Rete

Mi auguro tutte le voci nel paese siano chiarite. Ma non è un fatto personale quando c’è di mezzo la violenza sulle donne.

 

San Marino News Agency

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