San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 13 dicembre 2023

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta pomeriggio 13 dicembre 2023

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 13-22 DICEMBRE

– MERCOLEDÌ 13 DICEMBRE – Seduta del pomeriggio

Nel pomeriggio è proseguito il dibattito al comma comunicazioni riproponendo al centro degli interventi la conclusione del negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e, in particolare, la possibilità di procedere a un Referendum confermativo. Nel corso del dibattito, viene presentato un terzo Ordine del giorno, questa volta da parte di Rete, e sempre in tema di Accordo Ue e di informazione dei suoi contenuti. In particolare, si chiede di “pubblicare, entro il 31 dicembre corrente, il testo integrale degli accordi finora concordati in trattativa” e di “proseguire, intensificandola, la campagna informativa nei confronti della cittadinanza, anche attraverso periodiche e regolari serata pubbliche di confronto con la popolazione”.

Concluso il comma comunicazioni, si sono affrontati i punti successivi, tra cui il conferimento di onorificenze in occasione della Visita di Stato del Presidente della Repubblica Italiana, S.E. Sergio Mattarella e alcune nomine per l’aggiornamento della composizione di Commissioni.

I lavori sono terminati al comma 4 e riprenderanno domani pomeriggio dal Bilancio di previsione 2024 presentato in seconda lettura dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio.

Di seguito un estratto degli interventi dei lavori del pomeriggio.

Comma 1. Comunicazioni

Giovanni Maria Zonzini, Rete Abbiamo ricevuto risposta a due interpellanze, una sull’andamento del prezzo degli affitti, l’altra sull’andamento delle dichiarazioni dei redditi negli ultimi 10 anni. I dati ricevuti fanno emergere situazioni non particolarmente discusse nel nostro Paese, ma su cui è il momento di porre attenzione. Un dato sugli affitti è il trend dal 2015 al 2018: i nuovi contratti di affitto hanno raddoppiato il loro valore e questo trend si è confermato negli anni successivi. I dati più preoccupanti sono quelli dei redditi dei lavoratori e sulla distribuzione della ricchezza nel Paese. I dati delle dichiarazioni dei redditi dimostrano che dal 2014 al 2022 i profitti delle società sono cresciuti di circa il 120% in media, mentre i salari dei lavoratori dipendenti sono cresciuti mediamente del 9%. In particolare, facendo una rivalutazione delle dichiarazioni dei lavoratori dipendenti etra 2017 e 2021, emerge come, nonostante il valore monetario, il valore di quegli stipendi abbia perso su base annuale circa il 10% . Questi dati restituiscono l’immagine di un paese che negli ultimi anni ha vissuto una crescita economica importante, con la disoccupazione ai minimi storici e che ha fatto crescere il Pil in termini assoluti, ma d’altro lato non si è evidenziata la capacità di distribuire la ricchezza su fasce più ampie della popolazione. E questo deve porre una questione politica: la crescita economica chi sta facendo crescere? Una ristretta classe sociale e non ci sono state ricadute sui salari. Chi due anni fa guadagnava 1600 euro e oggi ne guadagna 1650, ha un tenore di vita che si è abbassato alla luce degli aumenti generali. Per questo chiediamo una equa riforma fiscale da anni, per poter ridistribuire la ricchezza prodotta ed eliminare una forte ingiustizia sociale.

Cambiando argomento, non posso non evidenziare la data storica di ieri con l’annuncio della chiusura della trattativa per accordo di Associazione Ue. Noi riteniamo si dovrebbe in primo luogo fare un’attività di informazione e trasparenza, finora molto carente. Ora che le trattative sono concluse non c’è più l’alibi del segreto per le trattative in corso. Prima di discutere di referendum, è necessario che tutte le forze politiche, sociali ed economiche e tutta la cittadinanza possano visionare il testo dell’accordo e confrontarsi. Noi intendiamo depositare un Odg che è aperto alla discussione con l’Aula di cui ne do lettura:

(…)

Il Consiglio Grande e Generale impegna il Congresso di Stato

1) a pubblicare, entro il 31 dicembre corrente, il testo integrale degli accordi finora concordati in trattativa, unitamente e eventuali allegati;

2) A proseguire, intensificandola, la campagna informativa nei confronti della cittadinanza, anche attraverso periodiche e regolari serata pubbliche di confronto con la popolazione.

Iro Belluzzi, Libera Siamo arrivati al passaggio finale di una trattativa che si protraeva da troppo tempo, non definirei questa data storica, c’è ancora molto da fare. Dopo i diktat del segretario Dc sulle prossime alleanze, ognuno diventa più realista del Re, accogliendo a scatola vuota ciò che ancora in pochi conoscono e che la popolazione non conosce. Probabilmente conosceremo l’accordo parafato nel momento in cui verrà ratificato in Aula. Condivido poco che si debba dar subito conoscenza di quanto parafato, senza una giusta elaborazione e un giusto dibattito, c’è il rischio della strumentalizzazione su quanto scritto e chi è contrario può paventare cose che possono essere vissute in maniera inaudita. E’ un passaggio importante e tutte le attenzioni devono essere svolte per cogliere l’inizio di questo tragitto. Tempo al tempo, anche per il referendum che dovrà essere celebrato. Oggi ha urtato la mia sensibilità la posizione assunta dal Segretario Belluzzi in risposta a chi ha presentato un Odg su un passaggio referendario. Non possono essere definiti ‘montanari’, sinonimo di ignoranti, soprattutto da un Segretario per la Cultura, proprio nel momento in cui oggi entravano in aula i vari plessi della scuola di San Marino. Un richiamo alla tolleranza a tutti noi e soprattutto al responsabile delle politiche culturali quando si esprime e si rivolge a consiglieri che possono pensarla differente.

Grazia Zafferani, Gruppo misto Apro e chiudo una parentesi: fiera di essere una montanara, vivo sul Monte Titano e sono fiera di essere una montanara. Condivido con il consigliere Belluzzi. quella del Segretario per la Cultura è stata una caduta di stile imbarazzante nei confronti in particolare dei cittadini che stanno chiedendo il referendum per l’Accordo di associazione. Lo ricordo che il nostro ordimento, all’articolo 2. recita ‘la sovranità della Repubblica risiede nel popolo che la esercita nelle forme statuarie della Democrazia rappresentativa, la legge disciplina l’Arengo e gli altri istituti di democrazia diretta’, ovviamente il referendum è uno di questi strumenti. Fortunatamente abbiamo strumenti democratici sulla carta e qualcuno sta cercando di far sì che questi strumenti continuino ad essere in mano al popolo sammarinese, se siamo ancora una democrazia. Speriamo queste cadute di stile non escano più in quest’Aula e dalla bocca di un Segretario di Stato. Questo governo dunque è giunto ieri al termine della Parafatura dell’Accordo con l’Ue, ora resta la parte più difficile, ovvero capire se il Paese è d’accordo a concludere l’accordo, non avendo ancora disposto un referendum su un tema cruciale come questo. Forse sarebbe stato più opportuno un messaggio di appoggio all’accordo dopo l’esito del Referendum. Nella mia visione politica e nella visione di Demos, sono tutti ben accolti quando abbiamo degli interventi del genere, ma nessuno deve consigliare le decisioni politiche strategiche di San Marino: se associarci o no all’Ue sia giusto, lo devono decidere i sammarinesi. Noi certamente abbiamo come unica bussola l’interesse dei sammarinesi, siamo abituati a non farci condizionare, quindi anche questa volta appoggi eventuali fanno breccia solo quando un governo non è capace di credere nella propria linea politica estera autonoma, e ci pare il caso del nostro attuale governo. Su un tema di questa portata non ammetteremo giochi di potere sulla testa dei cittadini, si consenta il dibattito e poi il voto dei sammarinesi. La scelta cruciale deve passare con il referendum.

Roberto Ciavatta, Rete Partirei con il richiamo della votazione sulla risoluzione Onu per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che è stato finalmente votato da San Marino, questa posizione ci conferma che nella votazione scorsa, in cui invece San Marino si è astenuto, ci sia stato un errore, una svista di comunicazione al corpo diplomatico, per quanto ci sia stato poi il tentativo di minimizzare la situazione, Ritengo rilevante questa votazione, peccato sia stata in ritardo. Per quello che riguarda la visita di Mattarella, fuor di retorica, questo è il quinto Presidente deòlla Repubblica italiana che sale a San Marino, stiamo parlando di un evento che ha una portata storica e del quale dobbiamo andare fieri come maggioranza e opposizione, poi è ovvio che quando si ha na visita formale di capi di Stato nell’audizione il presidente dica ‘saremo fianco a fianco’, sarebbe strano il contrario. Come Segretario per la Sanità nel 2021 ho fatto parte della delegazione che ha incontrato Mattarella a Roma. Era la primavera del 2021 e gran parte dell’incontro si era tenuto attorno alle tematiche della vaccinazione appena iniziata e del covid. E Ricorderete bene, venivamo da un momento di grande difficoltà nel dialogo tra i due Paesi attorno a queste due tematiche per l’impostazione dell’allora ministro Speranza e della gestione commissariale. Il bel discorso di Mattarella ha richiamato che con il covid ci siamo tutti resi conto quanto fosse necessario coordinarsi e avere una voce unica su tematiche di questa natura. Spiace che il cerimoniale o il governo non abbiano considerato l’opportunità di dimostrare continuità di vedute su queste tematiche, nonostante il cambio di assetto. La parafatura dell’accordo Ue è di portata storica per il paese e ritengo poco edificante sperticarsi sulla discussione se deve esserci o meno il referendum. Ritengo che il referendum ci sarà perché lo promuoverà qualche forza politica o la cittadinanza e non dobbiamo porci il problema di come adularla in qualche modo, ci dovremmo invece chiedere come presentare i vantaggi o la riduzione degli svantaggi dell’accordo di associazione. Decisione o compromesso che sia stato, noi avremo pochi vantaggi rispetto quelli richiamati, ma non è tanto nei vantaggi, quanto nella riduzione degli svantaggi che vedo la necessità di un accordo di associazione.

Teodoro Lonfernini, Sds per il Lavoro Negli ultimi giorni abbiamo sicuramente vissuto tutti quanti senza distinzione o logiche di parte il compimento di un lungo lavoro in termini di credibilità, autorevolezza che ci viene riconosciuto proprio da parte di chi abbiamo inseguito per anni interi. E’ avvenuto con la visita di Stato del Presidente Mattarella e solo qualche giorno dopo abbiamo potuto assistere al compimento di un lavoro di 11 anni che vede il nostro Paese più convintamente integrato, più sicuro e più forte. Da componente del congresso di Stato che ha avuto onere e onore di lavorare ad alcuni dossier, sono molto fiero del lavoro svolto anche con questo governo in questa legislatura e sono grato al collega Beccari di aver condotto il lavoro per giungere alla Parafatura. Così come come sono grato a tutti coloro che hanno avuto un ruolo determinante per questo obiettivo, più Segretari di Stato che si sono succeduti e funzionari, è un lavoro corale. La nota spiacevole di queste ore in Consiglio è tra chi si richiama all’attività referendaria e chi no. Sgombriamo il campo, la Dc non ha timore di alcun rapporto popolare, anche in un passaggio storico come l’accordo Ue, e non abbiamo paura di andare in campagna referendaria a spiegare cosa significa rispondere a un referendum ‘sì all’associazione’. E credo anche io che il Referendum ci sarà, dobbiamo solo decidere quando.Oggi ci apprestiamo nelle prossime ore a un dibattito importante sulla legge di bilancio, spero l’Aula sia matura in questo, abbiamo poi però a fianco a noi situazioni da gestire con le altre parti: poniamo attenzione ai messaggi del sindacato, con l’annuncio dello sciopero generale, forse in modo avventato. Non ci sono le ragioni per uno sciopero generale che abbia un criterio di tutela delle politiche sindacali o dei diritti di qualcuno. Lo sciopero si chiama quando le cose non funzionano e non si vede il futuro, noi in questi anni abbiamo costruito il futuro. Abbiamo un bilancio ingestibile? Abbiamo tassi di disoccupazione alti? Ci sono preoccupazioni a livello internazionale, o il settore dell’industria è senza le commesse? No, non abbiamo condizioni per affiancare e sostenere uno sciopero generale, invito gli amici del sindacato a rivedere le loro posizioni.

Mirco Dolcini, Dml La Parafatura è un risultato importante dopo 13 anni di negoziato con vari Segretari di Stato impegnati, ma adesso il lavoro non è finito e non bisogna ‘trasformare questa virtù in un vizio’. Adesso è necessario analizzare il testo che anche a noi consiglieri è stato precluso e valutarne i vantaggi e la diminuzione degli svantaggi, poi sarà sicuramente necessario un referendum o comunque una consultazione popolare. Mi fa piacere adesso lo dicano in tanti, l’anno scorso erano in pochi, ma sarà la pietra miliare perché è giusto che su questo tema si esprima la cittadinanza e perché non possiamo immaginare un percorso politico verso la ratifica dell’accordo senza coinvolgere la popolazione a cui l’accordo è diretto. Non possiamo permetterci che la popolazione non accetti quelle regole e l’impegno per arrivare all’integrazione con il mercato europeo a tutti gli effetti. Diversamente si rischierebbe anche la governabilità del paese per i prossimi anni. La mia forza politica ritiene necessario un referendum, poi il metodo e la legge da seguire andrà approfondita. La Repubblica di San Marino ha votato a favore del cessato il fuoco sulla risoluzione Onu, San Marino ha dimostrato di poter prendere una decisione diversa da quella di paesi amici, come la stessa Repubblica italiana che si è astenuta. Dobbiamo essere orgogliosi di questa presa di posizione.

Daniela Giannoni, Rete La conclusione dei negoziati è un importante risultato per il Paese, un negoziato portato avanti da diversi governi e giustamente dobbiamo essere tutti lieti se riusciamo a mettere un punto sulla negoziazione. Ma eviterei trionfalismi, come se già domani il paese cambiasse volto, questo è solo il punto di inizio. Sarà ancora più importante quello che ci aspetterà dopo come politica: prendere i dossier e andare a studiare quello che siamo riusciti a negoziare come Paese. Il lavoro sarà di riuscire a tradurre in maniera chiara per la cittadinanza tutti i pro e i contro. Si è parlato di Referendum e mi stupisco che proprio in quest’Aula, espressione della democrazia, si demonizzi su un referendum che non sarà la politica a decidere se si svolgerà o meno. La cittadinanza non può organizzarsi per iter referendario. Va però detto che forse in questo momento sarebbe un referedum più di pancia e ideologico perché non c’è consapevolezza dei contenuti del negoziato. Dobbiamo eventualmente arrivare al referendum consapevoli dei contenuti. Oggi più che parlare di Referedum ‘si o no’, vorrei si fosse parlato di più di come e quando verranno desecretati i dossier e del riuscire a capire come aiutare la cittadinanza a prendere consapevolezza di ciò che c’è in questi dossier. Oggi ho sentito più posizioni ideologiche e me ne rammarico, oggi un referendum sarebbe anche strumentalizzato politicamente in vista delle elezioni e lo trovo ingiusto perché è un accordo troppo importante per il nostro Paese.

Vladimiro Selva, Libera La parafatura dell’accordo è giunta da un percorso iniziato anni fa. Il referendum del 2013 aveva dato una indicazione: la maggioranza di chi aveva votato era a favore addirittura dell’adesione all’Ue, adesione che aveva anche problematiche attuative per l’Ue stessa. Sebbene avesse vinto il sì, quel referendum non ebbe efficacia perché non raggiunse il quorum. E’ evidente una deriva populista nei paesi europei che deve preoccupare istituzioni, partiti e politica e credo l’istituzione europea sia un baluardo a salvaguardia proprio di queste derive. Qui stiamo discutendo di un accordo di associazione con la comunità europea che è di natura economica, e molti aspetti vanno regolamentati. Ogni accordo è frutto di mediazione, non sono in grado di dire che sia la sintesi migliore possibile, anche perché non ho visto il testo. Ma chi ha partecipato ai tavoli credo abbia portato tutta una serie di problematicità che l’attuazione accordo poteva portare e in alcuni casi ci risulta ci siano state trasposizioni temporali sull’efficacia dell’accordo. I cittadini dovrebbero capire che l’accordo non è una scelta cui si può venire meno, se non si giunge a una sintesi è sicuramente un danno per il paese e per tutta l’economia futura. Chiaro che l’efficacia e la ricaduta sul Paese dipenderanno da come saremo in grado di dare le gambe all’accordo.

Eva Guidi, Libera Farei presente che il risultato che oggi si raggiunge, con quello che saranno i passi successivi, parte molto indietro con il referendum che si celebrò nel 2013 in cui si chiedeva alla cittadinanza se era d’accordo ad avviare il negoziato per l’adesione all’Ue. Al di là del mancato quorum e del risultato, fu la prima occasione in cui si cominciò a parlare di Europa, anche se si parlava di adesione e non di associazione. Si è poi trovata una modalità di associazione e i governi dal 2014 hanno portato avanti l’iter con l’Ue per giungere a questo risultato. Occorre valutare cosa comporterà l’accordo, dobbiamo essere bravi a cogliere le opportunità che si presenteranno. Non tutte le parti del paese sono pronti a passare alla parte operativa dell’accordo, c’è bisogno di fare dei passaggi importanti nel paese e il primo è la comunicazione con molta trasparenza al Paese delle varie parti dell’accordo. E’ diritto di tutti i cittadini conoscere cosa c’è nell’accordo e come verrà applicato. Non è semplicemente un accordo di natura economico, darà possibilità di avere sviluppo anche in ambito culturale e sociale. E dovrà esserci grande preparazione in tutti i settori del Paese: categorie economiche, settore bancario, Pa,… serve un piano per informare su larga scala. Qui non è questione di maturità dell’Aula, ma di avere le informazioni per cogliere le opportunità e per essere consapevoli.

Sandra Giardi, Gruppo misto L’obiettivo raggiunto non può essere utilizzato come una bandierina di questo governo, bandierina che è stata nelle mani di tanti governi, forse siamo stati troppo lunghi, per questo si pensa di portare un referendum perché rispetto quello che è successo, molti cittadini si sono fatti una idea diversa sul percorso di associazione. In commissione è emerso che da parte degli interlocutori di San Marino per portare avanti il progetto di associazione non c’è stata mai chiarezza su quello che potevano essere le parti da concordare o quelle su cui San Marino non si sente pronta. L’accordo è la cosa quanto più vicina che San Marino possa auspicare rispetto all’adesione totale. E’ un progetto che avrà un impatto forte sul paese, sia per chi dice che vede grandi opportunità e chi invece ritiene non ci sarà giovamento Non vedo nulla in contrario al Referendum della cittadinanza. Per accettare all’unisono un accordo di associazione con l’Ue sarebbe il caso ci mettessimo mano e una delle prime cose da aggiustare è la pubblica amministrazione e tutti gli organismi che la compongono.

Alessandro Bevitori, Libera La questione non è referendum ‘si’ o ‘no’, il rischio, se il referendum si svolga prima dell’accordo, è che diventi ideologico. Mi piace l’idea che la cittadinanza possa esprimersi dopo che ha potuto toccare con mano la validità dell’accordo. La cittadinanza deve valutare, può anche decidere di scindere dall’accordo di associazione, ma che lo faccia con contezza e lo si può fare, per ovvie ragioni pratiche, solo una volta che l’accordo di associazione sia entrato in vigore e dopo un lasso di tempo congruo, per far capire la validità dell’accordo. Inviterei tutte le forze politiche a ragionare in questo senso e a ricercare una sintesi con l’Aula.

Manuel Ciavatta, Pdcs Intervengo non con spirito di autocelebrazione, ma per mettere in fila avvenimenti di rilevanza, come la visita del presidente Mattarella e l’annuncio di ieri dell’accordo bilaterale, avvenimenti che confermano la credibilità internazionale del nostro Paese e dei buoni rapporti con l’Italia come non si è mai avuto. Questo non per dare merito a questo governo, ma per dire come al nostro Paese, per una serie di passaggi compiuti , oggi gli viene riconosciuto a livello internazionale l’aver voluto cambiare rispetto al passato. Ci sono statele condizioni per arrivare fino qui, come una maggioranza di 44, e anche progetti e misure intraprese hanno portato già a un aumento del Rating da parte dell’agenzia Morningstar e speriamo seguano anche le altre. E poi l’aumento degli stipendi del 6% da parte aziende e da parte dello Stato ai propri dipendenti, sono elementi che vanno messi in fila. Si può sempre fare di più. Si parla del caro bollette: c’era un problema, ad oggi con tariffa variabile e fissa le bollette sono tornate più o meno al 2021 come valori, prima degli aumenti dello scorso anno. Sui tassi di interesse, governo e maggioranza intendono intervenire ma oggi mi pare di vedere che anche a livello europeo si sta ragionando per una progressiva riduzione, tutti questi sono elementi che ci dicono che ci sia speranza sulla modifica della condizione economica europea e sammarinese. I contenuti dell’accordo dovranno essere trasmessi alla cittadinanza, ma l’acquis comunitario c’è già, quello che va chiarito è quello che San Marino non sarà obbligato nell’immediato o nel lungo periodo a doversi integrare. La negoziazione c’è stata su mobilità delle persone, su servizi finanziari per tenere presente che la nostra piccola realtà locale non può ospitare decine di migliaia di persone, per esempio.

Sara Conti, Rf Anche io come i colleghi definisco la conclusione negoziato un fatto storico, quello che più mi spaventa è la preoccupazione e i molti dubbi della cittadinanza e su questo la politica è la prima responsabile perché non siamo stati capaci di trasmettere bene il contenuto dell’accordo, quali sono le prospettive di San Marino grazie all’integrazione o diversamente, quali sarebbero le prospettive se rimanessimo attaccati allo status quo per paura di non si sa cosa. Ricordiamo i Segretari di Stato Antonella Mularoni, Pasquale Valentini, Nicola Renzi, oggi il Segretario Luca Beccari, si sono susseguite più legislature, ma oggi si è arrivati a questo risultato e non capisco chi mette in discussione questo percorso, cui ha lavorato tutto il Paese. Oggi, nonostante le criticità che si possono trovare, certamente alcuni punti potevano essere negoziati in modo diverso, ma ora dovremmo fare tutti squadra e cercare di trovare anche nella popolazione l’accoglimento di un obiettivo che il nostro Paese ha voluto e a cui ha lavorato per 10 anni a tutti i livelli. Dobbiamo impegnarci a trasmettere tutte le informazioni necessarie in maniera trasparente e chiara.

Marco Gatti, Sds per le Finanze e il Bilancio Condivido con chi dice che dobbiamo essere chiari a partire dalla definizione dell’Accordo, che è un accordo di associazione, non di adesione. L’accordo di associazione ha carattere economico e riguarda le 4 libertà con cui San Marino e Andorra entrano a pieno titolo nel mercato europeo. Nella sostanza è un modello simile all’accordo di Spazio economico europeo che hanno diversi paesi, come il Liechtenstein, e di evoluzione di accordi che San Marino aveva già, come l’accordo di cooperazione e unione doganale che era un accordo prettamente economico. Io sento molte preoccupazioni su cosa succederà, ma non ci rendiamo conto che già tante cose noi le recepiamo autonomamente dall’Ue. Idem con l’accordo monetario pure recepiamo tanti regolamenti in materia finanziaria e comporta oneri e pochi benefici. Il fatto di poter entrare pienamente nel mercato unico dà la possibilità di continuare ad aver oneri, ma anche di poter accedere a benefici. Oggi abbiamo problemi per il nostro comparto produttivo, le nostre merci fanno parte del mercato unico ma i produttori no, siamo impegnati a trovare soluzioni sempre più difficoltose perché l’Europa sta sempre più accentrando determinate politiche. Allora non mi chiedo quali saranno i vantaggi, ma quello che perderemo qualora non riusciremo a completare questo iter. Noi già oggi siamo pienamente dentro la stragrande maggioranza delle regole europee, le recepiamo anche indirettamente, perché altrimenti fuori non ci possono andare merci e servizi e noi siamo un enclave italiana ma anche europea. Quello che vedo è che si apre per San Marino una grande opportunità. E’ la base di partenza l’accordo, poi dipende dalla nostra capacità di recepire le direttive in maniera meno burocratica possibile e il vantaggio di essere piccoli deve esser quello di essere agili e competitivi nella sburocratizzazione e nella velocità di dare servizi. Quindi sicuramente dobbiamo migliorare a livello digitale. Con l’Italia abbiamo l’accordo sulla fatturazione elettronica e mi auguro sia il modello da prendere anche da parte della comunità europea. Il sistema bancario è chiamato ai maggiori sforzi di allineamento alle normative europee, ma per il settore bancario è davvero una grande opportunità.

William Casali, Pdcs Le forze politiche di maggioranza hanno creduto nell’obiettivo del raggiungimento dell’accordo e nell’altro obiettivo di tenuta dei conti pubblici e di bilancio, direi che stiamo arrivando con successo in questa fase difficile e non è stata semplice, dopo l’uscita di una forza come Rete, assumersi la responsabilità di proseguire. Ci siamo riusciti, e lo dico personalmente, nel ringraziare tutte le forze che hanno accompagnato il paese fino a questo punto e anche le forze di opposizione che hanno dato prova di una certa maturità nell’aiutarci ad arrivare fino questo punto. Andare avanti con l’esecutivo ha portato a un risultato positivo. E’ difficile passare alla popolazione tutte le informazioni che si vorrebbero dare, è un accordo con tanti dossier, migliaia di pagine e non può essere pubblicato nella fase della sua stesura. Adesso sarà possibile farlo, però non è che non è stato detto niente. Abbiamo cercato di dare informazioni anche in questo senso. Perderemo nostra sovranità? È la domanda che spaventa. Il Segretario Beccari è venuto qua a dire che non ci saranno interventi da parte della politica europea in politiche di bilancio, così come fa con altri paesi come l’Italia o la Spagna. Si è cercato di dare messaggi rassicuranti anticipando gli accordi. Lo dice l’economia che è un accordo importate, anche a livello informatico è necessario per l’interoperabilità con i sistemi esterni.

San Marino News Agency

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