Il conflitto a Gaza, la riflessione di Giovanni Giardi

Il conflitto a Gaza, la riflessione di Giovanni Giardi

Riceviamo e pubblichiamo

“LA STORIA, PURTROPPO, NON INSEGNA

Ho letto in questi giorni il voluminoso atroce libro di Meg Waite Clayton sulla difficile e pericolosa attività di alcune donne coraggiose che riescono a salvare migliaia di bambini ebrei dall’Austria annessa alla Germania nazista nel 38 – 39. Avevo letto e altri libri tra cui “L’ultimo dei giusti”. Ho sempre solidarizzato con gli ebrei.

Quanta sofferenza, quanta violenza contro un popolo che aveva sopportato per secoli la persecuzione di tutti gli stati, dell’Europa cristiana, dell’inquisizione. La persecuzione nazista raggiungeva in quegli anni livelli talmente disumani da lasciare segni indelebili nella memoria di tuti e nella storia: privazione feroce dei diritti umani, sottrazione delle proprietà, tentativo di genocidio con i campi di sterminio, tali da suscitare tanta solidarietà indurre gli stati vincitori della guerra ad offrire loro una soluzione: lo Stato autonomo di Israele in Palestina protettorato (colonia) dell’Inghilterra dove peraltro viveva un popolo con la sua storia, la sua cultura, i suoi diritti.

Ma dalla storia proprio non si impara niente e in questi 70 anni, invece di fare ogni tentativo di convivenza con gli abitanti originari sulla base delle disposizioni dell’ONU, per 60 anni ha vessato, mortificato ed emarginato in spazi sempre più stretti i palestinesi violando tutte le raccomandazioni dell’Onu fino alla logica e scontata ribellione: coma hanno detto altri, Hamas è la logica conseguenza di questi oltre 60 di vessazioni e mortificazioni dei palestinesi. Ora sembra si punti al genocidio per farla finita coi palestinesi senza capire che con questi comportamenti creano altre centinaia di Hamas e rischiano di sfidare un intero mondo islamico.

Stanno bombardando i civili con ormai 20.000 morti di cui almeno 5.000 bambini. Rubano territori interi ai palestinesi in Cisgiordania e ammazzano chi si ribella. Tutto questo non c’entra con l’ebraismo (tanti ebrei non sono d’accordo con quanto fa Netanyahu), ma è colpa di un governo fascista e di chi l’ha eletto. Che prospettive possono crearsi se non si cambia atteggiamento? Possibile che non si possa imparare qualcosa dalla storia?

Giovanni Giardi”

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