San Marino. Libera vuole più concretezza nelle politiche della famiglia

San Marino. Libera vuole più concretezza nelle politiche della famiglia

“Le problematiche legate alle famiglie e al crollo della natalità sono estremamente attuali. Sarà mai possibile che la politica tutta non riesca a mettersi d’accordo su come affrontare questa emergenza? Noi non ci vogliamo credere”.

A dirlo è Libera, sottolineando in una nota che “negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 40% di bambini nuovi nati; se si pensa che dalle oltre 350 nascite di una decina di anni fa si è passati ai 120 nuovi nati circa di quest’anno, la situazione è veramente drammatica”.
“Chiediamoci: perché oggi una coppia tarda a fare dei figli o non li fa per niente?
La risposta più sensata è questa: una coppia prima di compiere il passo preferisce avere una sostenibilità reale che possa poi garantire al proprio figlio/a una vita diciamo agiata per il futuro”, manda a dire il partito di opposizione.
“Il primo punto, che è proprio la base, è la difficoltà di trovare una casa: affitti impossibili, tassi per mutui fuori dal comune di conseguenza una coppia con uno stipendio medio fatica ad avere una casa che sia di proprietà o in affitto”, fa sapere Libera, che dice anche di aver fatto diverse proposte, “alcune anche recepite, ma non basta”.
Dopo il discorso casa, sostiene Libera, “ci leghiamo il costo della vita che, come ben sappiamo, è lievitato a dismisura con le crisi che si sono susseguite in questi ultimi anni e gli interventi spot del governo, sull’inflazione in materia alimentare hanno fallito, come recentemente segnalato giustamente dalla Csdl”.
A detta della forza politica sammarinese di minoranza, “la denatalità va combattuta attribuendo più diritti ai genitori”.
E ancora: “Facciamo degli esempi pratici: perché viene attribuito solo 5 mesi di stipendio pieno, quando gli asili non hanno posti liberi prima del compimento dei 12/15 mesi? Perché ci sono posti così limitati al nido per chi ha necessità di lasciare i figli anche al pomeriggio? Perché gli assegni familiari hanno un valore irrisorio, nonostante siano stati aumentati del 30% grazie a Libera, e non vengono rivalutati ulteriormente? Anche l’Icee è stato presentato, nonostante le consulenze fatte, totalmente identico a quello di 4 anni, si è solo perso tempo nel non applicarlo.
Gli altri interrogativi di Libera: “Perché le aziende non hanno incentivi per il part-time? Perché al part-time, anche in presenza di un figlio minore non si attribuisce un valore maggiore in termini previdenziali? Perché non si incentiva lo smart working per le mamme, almeno al pomeriggio? Perché i centri estivi hanno costi esagerati? Perché non si prevedono sgravi fiscali per l’acquisto di beni per l’infanzia?”.
Le suddette domande, quindi, sono quelle “a cui la politica deve dare risposta urgentemente e non solo con interventi come il bonus straordinario per la prima infanzia, che è sembrato più uno spot elettorale che un intervento strutturale”, asserisce Libera.
Infine, “c’è il tema più importante, che è più di carattere sociale: fare figli obbliga a sacrifici importanti, e non solo a quelli economici, soprattutto se li si vuole crescere con tutte le consapevolezze che i genitori hanno oggi, rispetto magari a quelli di 50 anni fa; peraltro in una società frenetica e con un mondo del lavoro ancora poco incline a lasciare ad un genitore il tempo necessario a crescere un bambino”.
“Più che ai soldi, quindi, ai ragazzi bisogna lasciare il tempo: fondamentale conciliare tempi di vita, di lavoro, tempi personali”, chiosa Libera, che annuncia anche che, “per dare un sostegno efficace alle donne e alle famiglie, continuerà a lavorare su una proposta organica e strutturale coinvolgendo anche il sindacato, le associazioni datoriali, Uds e tutte le organizzazioni di volontariato e di supporto che possono e vogliono dare un concreto contributo”.
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