San Marino. L’informazione: “Colloquio informale con la Gdf. La presidente di Bcsm tira in ballo pure l’avvocato Luigi Mazza”

San Marino. L’informazione: “Colloquio informale con la Gdf. La presidente di Bcsm tira in ballo pure l’avvocato Luigi Mazza”

Nel colloquio “informale” col Colonnello delle fiamme gialle racconta cose che le avrebbe riferito l’avvocato Mazza, e riporta una insinuante illazione su Antonella Mularoni.

ANTONIO FABBRI. Altro che un colloquio informale per fissare le modalità di una escussione poi avvenuta per rogatoria, come si vorrebbe far passare. Il colloquio informale della presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, con il Colonnello della Guardia di finanza, vice comandante del Nucleo speciale di Polizia Valutaria di Roma, Carlo Tomassini, aveva dei contenuti ben precisi e, anzi, nella nota di servizio che è stata depositata nel processo Buriani Celli dall’avvocato Michela Vecchi, non si parla proprio di modalità della rogatoria, ma vengono fatti riferimenti che tirano in ballo due cittadini sammarinesi, per di più avvocati, per giunta uno di loro membro del Condir di Banca centrale. Circostanza che denota dei profili su cui sicuramente riflettere e, a ben vedere, non proprio da sottovalutare.

Quindi da un lato il deposito della nota è la prova che la presidente di Banca centrale ha avuto colloqui informali con inquirenti di un procedimento italiano, cosa che aveva invece negato nella sua escussione testimoniale sotto giuramento nel processo Buriani-Celli. Dall’altro ci sono i contenuti di questo colloquio informale, contenuti che potrebbero essere caratterizzati da profili di una certa gravità. Ma andiamo per gradi.

La produzione documentale nell’ultima udienza Nell’udienza di mercoledì scorso del processo cosiddetto Buriani-Celli l’avvocato Michela Vecchi ha depositato un documento, ammesso dal giudice Saldarelli, relativo ad una annotazione di polizia giudiziaria, segnatamente della Guardia di Finanza del 14-15 ottobre 2021, contenuta nel famoso procedimento romano, quello che pende a carico, tra gli altri, di Daniele Guidi, per la vicenda nota come caso delle mascherine cinesi. “Ho chiesto al difensore di Daniele Guidi – ha spiegato l’avvocato Vecchi – se agli atti di quel procedimento romano ci fossero annotazioni di polizia giudiziaria o comunque contatti o risultassero colloqui investigativi informali tra l’avvocato Catia Tomasetti o comunque referenti di Banca Centrale e la Guardia di Finanza italiana, la Polizia giudiziaria oppure la Polizia italiana che si occupa di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ebbene, mi è stata trasmessa una annotazione di polizia giudiziaria da cui risulta un colloquio investigativo informale tra l’avvocato Tomasetti e la Guardia di finanza italiana. La rilevanza del documento prodotto mi sembra abbastanza evidente. Lei sa – ha detto rivolgendosi al giudice – che noi sosteniamo che i colloqui investigativi informali siano una cosa del tutto normale, che non ci sia alcunché di anomalo e questo ulteriormente dimostra che è prassi usuale che vi siano dei contatti e dei colloqui investigativi informali con determinati soggetti di polizia giudiziaria o autorità giudiziaria. Ciò anche a controprova rispetto alle dichiarazioni rese dall’avvocato Tomasetti che ha deposto rispondendo a domande circa colloqui informali con altre autorità”. Infatti, ha poi ulteriormente spiegato l’avvocato Vecchi, “il tema non è se l’avvocato Tomasetti sia poi stata sentita per rogatoria, non ho dubbio e non mi interessa. Il tema è tutto un altro: se, a prescindere dalle audizioni formali, ci fossero stati colloqui investigativi informali che nella mia ottica sono ordinari ed è ciò che è accaduto il 25 giugno del 2019 data nella quale si imputa al dottor Buriani di avere avuto un colloquio anomalo con l’avvocato Tomasetti e il dottor Ucci, che è il cuore dell’imputazione”, ha detto l’avvocato Vecchi.

Il nodo nel processo in corso è che la presidente Tomasetti aveva testimoniato di non avere avuto questi colloqui informali che, invece, adesso spuntano fuori attraverso documenti della Gdf di Roma. Il nodo è che al commissario Buriani è imputato di avere avuto un colloquio investigativo informale con la presidente Tomasetti e il vice direttore Ucci, colloqui informali che la difesa sostiene essere del tutto legittimi, ancorché l’avvocato Tomasetti nella sua testimonianza abbia sostenuto essere una anomalia e di non averne mai intrattenuti, nonostante, emerge da questo documento, ne abbia avuti con la Guardia di finanza di un altro Stato. E’ abbastanza evidente che qualcosa stride.

I contenuti della nota di servizio della Gdf Al di là delle implicazioni strettamente processuali che il deposito di questa documentazione potrà avere, ci sono una serie di implicazioni che riguardano i contenuti di questa nota di servizio.

Intanto gli avvocati di Guidi nel processo romano, nel trasmettere questa documentazione scrivono che risulta dagli atti del fascicolo romano una interlocuzione informale intercorsa tra l’avvocato Tomasetti e uno egli agenti di Pg che hanno svolto le indagini, il colonnello Carlo Tomassini, “finalizzata a trasmettere agli inquirenti alcune illazioni riguardanti il nostro assistito”, scrivono i legali di Guidi.

Quali siano queste informazioni risulta dalla nota di servizio che è allegata agli atti anche del processo Buriani-Celli.

Intanto questa nota datata 14-15 ottobre 2021, dà conto di un colloquio telefonico del 7 ottobre 2021, con quella che la Gdf definisce una “persona utile al servizio”, cioè l’avvocato Tomasetti.

Dunque il Colonnello della Gdf contatta via whatsapp la presidente di Bcsm, la quale gli riferisce una serie di cose.

In prima battuta tira in ballo l’avvocato Luigi Mazza, affermando che questi le avrebbe riferito di conoscere Daniele Guidi da tempo, di essere stato da lui contattato e che questi gli avrebbe chiesto di assisterlo in alcune cause pendenti a San Marino. Inoltre la Tomasetti racconta alla Gdf di aver appreso, sempre dall’avvocato Mazza, che Guidi avrebbe spostato i soldi da Dubai verso l’area dei Balcani, verso paesi che potrebbero essere Macedonia e Montenegro. In più la Tomasetti aggiunge, sempre de relato, riportando quindi quello che Mazza le avrebbe riferito, che poiché Guidi conosce l’avvocato Antonella Mularoni, “che avrebbe contatti con una grande catena alberghiera internazionale che possiederebbe un resort di lusso denominato Aman in Montenegro, la destinazione dei soldi potrebbe essere, verosimilmente, proprio quest’ultimo Paese”. Emerge sempre dalla nota di servizio che, poi, gli inquirenti romani, hanno fatto delle verifiche sia sull’avvocato Luigi Mazza, sia sull’avvocato Antonella Mularoni.

A prescindere dall’evoluzione che queste “soffiate” abbiano avuto nel fascicolo romano, ad apparire grave è il fatto che vengano riferite dalla Presidente della Banca Centrale di San Marino in maniera “informale” alla Guardia di finanza di un altro Stato, tirando in ballo due cittadini sammarinesi, avvocati e con incarichi anche di rilievo e delicatezza. Interlocuzioni dalla stessa Presidente negate e anzi addirittura dichiarate anomale nella sua testimonianza, ancorché ora provate documentalmente.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

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