L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Dopo mezzo secolo di oblio”
Presentata il 2 aprile l’Istanza d’Arengo “per l’intestazione del Piazzale Lo Stradone a Federico Bigi”. La Segreteria Istituzionale ha comunicato al primo firmatario che è stata approvata “con Voti Favorevoli 31, Voti Contrari 20, Astenuti 3” dal Consiglio Grande e Generale (CGG) il 13 settembre. E ha pure comunicato che, di seguito, “con Voti Favorevoli 27, Voti Contrari 25” è stato approvato l’Ordine del Giorno “per la individuazione di un luogo da intitolare alla memoria Federico Bigi”.
Il CGG ha impegnato il Congresso di Stato a dare esecuzione e all’Istanza d’Arengo e all’Ordine del Giorno. Si aspettano gli sviluppi.
Di certo l’opera di Bigi per il riconoscimento della nostra sovranità – ottenuto con un impegno di 14 anni il 10 settembre 1971 – non rimarrà (parole sue) “ignorata, sconosciuta o mal conosciuta dai Sammarinesi”. È il traguardo finale dell’aspirazione alla libertas nata con la comunità e trasmessa di generazione in generazione, sancito poi a livello mondiale con l’ingresso della Repubblica nell’Onu.
Già siamo Patrimonio dell’Umanità perché sede dell’istituto democratico più antico al mondo, quello reggenziale. Grazie a Bigi, altra singolarità: siamo l’unica enclave che ha raggiunto la sovranità trattando con lo Stato che la contiene. E – incredibile! – senza l’intervento di terzi (Stati, organismi internazionali) stante, in materia, il verboten di matrice cavouriana scritto fin dal 1862 in tutte le convenzioni con l’Italia al penultimo articolo e trasferito al primo in quella del 1939, modificato poi radicalmente da Bigi e Aldo Moro nel 1971.
La discussione dell’Istanza – enfatizzata mediaticamente dalle due votazioni – ha calamitato l’attenzione del Paese su Bigi agli Esteri dopo mezzo secolo di oblio.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 22