San Marino. Riciclaggio del caso Dirty slot due assoluzioni e una condanna

San Marino. Riciclaggio del caso Dirty slot due assoluzioni e una condanna

Il denaro movimentato ritenuto frutto di associazione mafiosa e frode. Disposta la confisca di quasi 250mila euro.

ANTONIO FABBRI – Riciclaggio complessivamente di quasi 1,7 milioni di euro ritenuti frutto di associazione a delinquere di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, estorsione: una condanna e due assoluzioni.

Ieri le conclusioni del processo che vedeva imputato davanti al giudice Simon Luca Morsiani, Massimiliano Marra, 51enne originario di Galatina in provincia di Lecce, la moglie Ganna Styopina, 41enne originaria dell’Ucraina e la suocera, Nadya Styopina, di 65 anni. Le due donne sono state assolte. In apertura di udienza gli avvocati difensori, Francesco Vergine del foro di Lecce e Rossano Fabbri di San Marino, hanno depositato il dispositivo di una recente sentenza del tribunale leccese che ha prosciolto Marra nell’ambito dell’inchiesta a suo tempo denominata “Dirty slot”, portata vanti dalla Dda di Lecce.

“Parto da quest’ultima produzione – ha esordito nella sua requisitoria il Procuratore del fisco Roberto Cesarini – relativa al procedimento italiano da cui è scaturito il sequestro del denaro, e richiamo il grave quadro indiziario: concorso esterna in associazione mafiosa, associazione a delinquere, una serie indeterminata di delitti di frode informatica, programmi diretti a interrompere il controllo dei monopoli, organizzazione di gioco azzardo, trasferimento fraudolento di valori… ebbene il fatto che si sia giunti a questa sentenza in quanto il reato contestato è estinto per intervenuta prescrizione, è solamente una conferma di quanto addebitato e riscontrato nelle indagini di specie, come emerge da copiosa documentazione. Si installavano schede da gioco con programmi difformi da quelli prescritti dall’Amministrazione”, ha detto il Pf, parlando della manomissione delle macchine da gioco da cui secondo l’accusa arrivava il compendio riciclato.

La Procura fiscale ha parlato quindi di alcuni versamenti in contanti e altri in assegni attraverso la finanziaria Fin Star, oggi liquidata, per poi effettuare successivi prelievi in contanti. Quindi la Procura fiscale ha concluso: “Il Pf ritiene che emerga chiaramente la responsabilità dei tre imputati per l’attività illecita di riciclaggio così come contestata e chiede per Marra la prigionia a 5 anni, 6000 euro di multa e l’interdizione per 2 anni.

Per le altre due imputate chiede per ciascuna 4 anni e 2 mesi, 2000 euro di multa e l’interdizione a un anno e 2 mesi. Chiede inoltre la confisca di 244.847,64 sotto sequestro più gli interessi maturati”.

Di avviso diametralmente opposto la difesa. Ha esordito l’avvocato Francesco Vergine evidenziando che l’accusa nel processo italiano era relativa solo alla manomissione di una scheda elettronica e non già per tutta l’elencazione di reati fatta dal Pf, ha sostenuto il legale. “Si fa poi riferimento a transazioni e depositi di denaro effettuati tra il 2006 e il 2009, ma in quel periodo l’attività del mio assistito non era quella contestata nel processo, bensì era quella di vendita di giochi per bambini”, ha detto il legale. Denaro lecito, dunque, per la difesa quello depositato prima e movimentato in seguito. “Quegli assegni erano il pagamento di dondolanti per bambini”, ha detto l’avvocato che ha inoltre affermato che i contanti versati erano il frutto dello sconto di altri assegni. Quindi assegni cambiati in altri istituti. “E’ irragionevole – ha aggiunto – che chi voglia riciclare usi degli assegni e appunti su questi il nominativo di chi li ha dati. Chiedo – ha concluso l’avvocato Vergine – sentenza ampiamente liberatoria per tutti e tre gli imputati”.

Gli ha fatto eco l’avvocato Rossano Fabbri che associandosi alla richiesta di assoluzione, ha sottolineato come, alla luce della sentenza dei Garanti che hanno mutato la natura del reato di riciclaggio per occultamento a consumazione istantanea, il tempus commissi delicti, “debba essere fatto risalire all’ultimo atto commissivo – ha detto – quindi al 18 dicembre 2015, non al 2018 quando il compendio venne sequestrato”, ha detto il legale chiedendo al giudice di precisare in sentenza la data.

Quindi la decisione del Commissario della legge Simon Luca Morsiani che “in applicazione della giurisprudenza sotto il profilo cronologico della rilevanza dei fatti fino all’ultima condotta” ha modificato il tempus commissi delicti al 18 dicembre 2015. Ha quindi assolto Ganna e Nadya Styopina mentre ha condannato Massimiliano Marra a 5 anni di prigionia, 4000 euro di multa e all’interdizione per 2 anni. Disposta anche la confisca fino alla concorrenza di 244.847,47 più interessi “fondi di accertata provenienza criminosa”.

La difesa ha già annunciato appello.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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