“Atto insensato irresponsabile e arrogante di Alleanza riformista che mette in discussione il patto di riavvio di legislatura”.
ANTONIO FABBRI – Alleanza riformista alza la temperatura e, con quello che a tutti gli effetti pare un blitz interno a Npr, si prende la guida del gruppo consiliare destituendo Matteo Rossi, durato in carica appena 4 mesi, e piazzando al suo posto Alessandro Mancini.
Tutto accade nella mattinata di ieri quando sul sito istituzionale del Consiglio Grande e Generale cambia il nome del capogruppo. Da subito non pare un avvicendamento consensuale, anche perché gli attriti erano già maturati qualche mese fa con una richiesta da parte degli esponenti di Alleanza riformista a Matteo Rossi di fare un passo indietro. Poi le scaramucce sembravano sopite, ma sono tornate dirompenti ieri. La conferma che qualcosa non andasse in questo avvicendamento è arrivata nel pomeriggio con il duro comunicato del Psd: “L’atto insensato, irresponsabile e arrogante compiuto da Alleanza Riformista nel destituire il Capogruppo di NpR va contro gli accordi politici stipulati al momento della decisione di proseguire la legislatura con l’attuale maggioranza. Questi accordi prevedevano non solo a nomina di Matteo Rossi come Capogruppo, ma anche la nomina di Gian Nicola Berti come Segretario di Stato agli Interni, oltre all’integrazione dei consiglieri Bronzetti e Fabbri nel gruppo consiliare di NpR (in precedenza appartenenti al gruppo misto). Prevaricazione, intimidazione e strumentalizzazione sono purtroppo strumenti che sembrano essere parte integrante del modus operandi degli esponenti di AR. Nonostante ciò, il PSD aveva accettato questa convivenza forzata all’interno del gruppo consiliare di NpR, con l’obiettivo di garantire una maggiore stabilità al governo attuale. Tuttavia, alla luce dell’assoluta mancanza di lealtà dimostrata da AR, il PSD aveva sollecitato gli altri partiti della maggioranza a essere testimoni degli accordi menzionati. Purtroppo, questa garanzia non è stata sufficiente e le argomentazioni del tutto pretestuose utilizzate per la rimozione del Capogruppo Rossi dimostrano la totale malafede dei membri di AR. A questo punto, la temeraria mossa di AR mette in discussione il patto stipulato per il riavvio della legislatura. A tal riguardo il PSD ha già richiesto una riunione di maggioranza per affrontare questa delicata situazione e trovare un’adeguata soluzione”, afferma il Psd
Non è dato sapere se sia stato convocato il gruppo consiliare per procedere a un qualsivoglia dibattito o votazione, o se i membri di Ar, essendo comunque maggioranza, abbiano agito di imperio. Di certo la tempistica non pare scelta a caso.
In questi giorni, lo si nota dai comunicati pubblici, praticamente tutti i vertici del Psd sono fuori San Marino per impegni istituzionali. Inoltre, il primo ottobre, ci sarà il cambio della Reggenza e la maggioranza “perderà” un altro voto, dato che Sua Eccellenza Tonnini andrà a ingrossare le fila dell’opposizione, mentre a fronte del ritorno di Sua Eccellenza Scarano in maggioranza, dalla stessa ne “usciranno” due per andare a ricoprire la più alta magistratura.
Nel frattempo, dato pure questo non trascurabile, si è alla vigilia dell’ultima udienza nella quale è attesa la decisione sulla vicenda delle molestie a Palazzo che interessa direttamente uno degli esponenti fondatori di Ar. Sta di fatto che gli sviluppi di quest’ultima mossa che alza la temperatura e le frizioni, avranno contorni più chiari nei prossimi giorni, ma rischia di essere il colpo di grazia ad una già scalcinata maggioranza
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23