San Marino. Riciclaggio soldi del caso Imi-Sir. In appello assolto Luca Simoni ma confisca confermata

San Marino. Riciclaggio soldi del caso Imi-Sir. In appello assolto Luca Simoni ma confisca confermata

Riciclaggio soldi del caso Imi-Sir. Confisca confermata.

ANTONIO FABBRI – Sentenza definitiva, sempre che non subentri sufficientemente in tempo per eventuali impugnazioni la nuova legge di modifica della procedura penale introducendo il terzo grado di giudizio, sulla vicenda del  riciclaggio del denaro frutto di corruzione in atti giudiziari della vicenda molto nota in Italia come lodo Imi-Sir. Ieri è stata letta in aula le sentenza di appello del giudice David Brunelli. La decisione di secondo grado ha riformato parzialmente la sentenza di prima istanza del 23 maggio 2019 che aveva visto condannati tutti e tre gli imputati. La sentenza di appello ha assolto l’ex direttore di Carisp, Luca Simoni, con la formula “perché il fatto non costituisce reato” (in primo grado era stato condannato a 4 anni e 6 mesi); ha dichiarato “non doversi procedere nei confronti di Filippo Luigi Ruggero Carlo Edoardo Dollfus De Volckersberg perché in relazione ai fatti di cui al misfatto ascrittogli opera il divieto di celebrare un secondo processo a San Marino”. In primo grado era stato condannato a 4 anni e un mese, condanna questa che quindi viene annullata in ragione del principio del cosiddetto ne bis in idem internazionale” sancito proprio su questo caso dalla recente sentenza del Collegio Garante di costituzionalità delle norme, che ne ha stabilito l’applicazione, in controtendenza con la consolidata giurisprudenza precedente, nonostante l’Italia non abbia mai ratificato l’accordo in materia.

Infine, la sentenza di appello “conferma nel resto ogni altra statuizione” della decisione di primo grado. Questo significa che è stata confermata la condanna a 4 anni e mezzo del terzo imputato, Gabriele Bravi Tonossi. Non solo. Confermando ogni altra statuizione, il giudice di appello ha riconosciuto la illecita provenienza del denaro. Per questo è stata confermata la confisca del denaro già sotto sequestro, circa 10 milioni e mezzo di euro, e confermata, stando al dispositivo letto ieri in aula, persino la confisca per equivalente, che in primo grado era stata stabilita nei confronti di Luca Simoni fino alla concorrenza di 2 milioni di euro, e fino a 5 milioni nei confronti di Dollfus e Bravi Tonossi.

I denari movimentati e riconosciuti dunque anche in appello di provenienza illecita, sono riconducibili al frutto della corruzione in atti giudiziari del caso noto in Italia come “lodo Imi-Sir”, oltre all’appropriazione di fondi societari e frode. Somme per oltre 15.700.000 euro ritenuti di provenienza illecita e riferibili a Rita Rovelli e Francesco Bellavista Caltagirone.

La vicenda del riciclaggio si intrecciò con un finanziamento da oltre 27milioni di euro che Cassa di Risparmio concesse a favore di società del gruppo Acquamarcia, riconducibile a Caltagirone. Anzi, è da qui che prese le mosse l’inchiesta, poiché, in pendenza del rapporto di finanziamento, Caltagirone, per una indagine italiana sulle sue società, venne posto agli arresti domiciliari. Scattò nella banca l’allerta antiriciclaggio, quindi la segnalazione all’Aif e poi all’Autorità giudiziaria.

Si risalì quindi dal finanziamento alla vicenda Imi-Sir, dato che, per l’accusa, lo stesso Caltagirone intendeva coprire la sua posizione debitoria in Cassa con quel denaro di provenienza illecita, movimentato da Dollfus e Bravi Tonossi e, per l’accusa, con la collaborazione in Carisp di Simoni, la cui condotta, tuttavia, ha stabilito giudice di appello che lo ha assolto, non costituisce reato. Confermata, invece, l’illiceità del denaro.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 23

 

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