San Marino, ultim’ora. Ordine del giorno di Rete bocciato. Conclamata la crisi in maggioranza

San Marino, ultim’ora. Ordine del giorno di Rete bocciato. Conclamata la crisi in maggioranza

Dopo settimane di tensioni questa sera in Consiglio Grande e Generale si è consumato lo scontro finale in maggioranza.

Da una parte Rete, che ha deciso di mantenere in votazione il proprio ordine del giorno presentato al termine del Consiglio straordinario sul rinnovo del debito, dall’altra il Pdcs e il resto degli alleati.

Ma cosa dice questo odg? In sintesi indica una serie di scadenze e compiti per il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti. Su tutti la riforma dell’Igr, la riforma dello Statuto di Banca centrale di San Marino e la presentazione di un piano per il finanziamento del debito.

Il dibattito sull’ordine del giorno è iniziato prima di cena, con le posizioni che restano nette.

“Siamo arrivati al dunque – ha detto il presidente di Rete Matteo Zeppa – se ne è parlato dallo scorso Consiglio e in comma Comunicazioni, dove sono arrivate richieste di ritiro dell’Odg che invece rimarrà in votazione per tutta una serie di motivi. Crediamo, come gruppo consiliare, che ci non si poteva esimere dal rinnovo del debito e lo abbiamo fatto presente, però ci sono altre situazioni, come esplicitato nei vari punti dell’Odg, che non devono essere barattate con nulla. All’interno di un programma di governo che prevedeva una stagione di riforme strutturali, riteniamo non possa essere esplicitata la riforma Igr, alla luce di quanto approvato due settimane fa. L’intero corpo politico deve prendersi in carico ciò e che si chiuda la stagione di riforme, anche da parte di chi si sbraccia e si loda per i Report fatti dagli organismi internazionali ed entità economiche che valutano lo stato dell’economia sammarinese. Se si vuole essere conseguenti al mandato di governo, si deve votare favorevolmente l’Odg che resta in votazione”.

Per il Pdcs è intervenuto il capogruppo Francesco Mussoni, che ha subito messo in chiaro le cose: “La Dc esprime voto contrario a questo Odg. E non è contrario tanto per i contenuti, che sono validi e ce li abbiamo nel programma di governo, è un voto contrario perché prevale in questo tipo di azione- che è stata solitaria e non annunciata da parte della forza alleata di maggioranza, Rete-un’azione di natura individuale. Nel momento in cui si parlava di rinnovo del debito, non ci aspettavamo questa azione politica. È lecito, ma in una situazione difficile per un Paese che va verso l’Ue, di un Paese che ha bisogno di altre riforme, di una legislatura che ha bisogno di ordine e collaborazione e sintesi tra alleati, riteniamo non sia questo un fatto secondario. Noi lo respingiamo – ha aggiunto – e vogliamo anche rilanciare, insieme. Facciamo in modo che questo Odg oggi respinto apra un dibattito nelle prossime settimane nella maggioranza, perché ci sia sintesi di tutto quello che non c’è scritto sull’Odg, sintesi sui risparmi di spesa corrente, sulle entrate, nella prospettiva di un Paese che va verso l’Ue, sintesi su come deve essere il sistema bancario finanziario, come lo vogliamo rilanciare. Quindi un esercizio di fiducia, non sfiducia, di sostegno ad un’azione che dobbiamo continuare a fare per responsabilità politica che abbiamo verso il Paese. Lo respingiamo con animo difficile, ma è una posizione politica chiara, volta a ricostruire passaggi che devono rilanciare il paese e fare in modo che ci sia un accordo politico profondo su quello che dobbiamo fare con chiunque ci sia in maggioranza. Lo dovremo fare nelle prossime settimane, un’azione di rilancio  delle iniziative della maggioranza, senza escludere nessuno e mettendoci a scrivere un’agenda chiara di quello che faremo nei prossimi mesi, senza criticare nessuno, perché abbiamo fatto il massimo finora e si deve continuare a farlo, ma con ordine, fiducia reciproca e non buttando sassi nello stagno, vedendo quelle che sono le conseguenze”.

Valutazione negativa verso l’odg è arrivata anche da Domani Motus Liberi. “Per come è arrivato -ha detto Carlotta Andruccioli – è un Odg frutto di un ragionamento unilaterale che ha creato scompiglio e tensione. Con rammarico e imbarazzo questa modalità si è ripetuta anche oggi, con dispetti che piegano le istituzioni al volere di una forza politica e fanno danno al Paese e non al singolo. E’ un modo che non condivido”. Il riferimento evidente è al ritiro del Decreto sul dipartimento Economia all’insaputa del Segretario Fabio Righi

Per Andruccioli “dal punto di vista del contenuto dell’odg ci sono certamente aspetti condivisibili, si parla di interventi sul sistema bancario, di cartolarizzazione, modifica dello statuto Bcsm e sono condivisibili. Anche sulla programmazione economica siamo d’accordo. Ci sono aspetti che condividiamo, ma va riscontrata la mancanza di interventi di rilancio, non solo recessivi, che devono accompagnare gli interventi di riforma. Manca la parte sullo sviluppo economico e progetti strategici e l’internazionalizzazione dei mercati. Su questo ci deve essere chiarezza se vogliamo continuare con i ‘no’. La maggioranza si dovrà misurare sulle cose da fare in modo responsabile nei prossimi giorni. L’impegno è di portare i progetti che sono in attesa di proseguire l’iter, progetti che servono al rilancio del Paese dopo il rinnovo del debito”. 

Sandra Giardi, eletta con il movimento Rete e oggi nel gruppo misto di minoranza con la collega Grazia Zafferani, ha annunciato l’astensione al voto: “Più che un Odg – ha detto – è un atto politico. Sono contenute le stesse cose che ci siamo ridetti quando ero ancora in maggioranza e abbiamo fatto la prima richiesta per il rinnovo del debito. Spiace questa forzatura si affacci oggi, nonostante siano accadute cose ben più gravi già prima. Rete aveva gli strumenti per non arrivare a questo punto, se queste cose indicate fossero state sollecitate prima. E’ un impegno che andava chiesto prima. E spiace si arrivi a discuterne in Aula, più che un odg è una diatriba per arrivare a ben altro. Io e Zafferani ci asterremo dalla votazione perché quello che è indicato è un mandato che questo governo si  preso nel momento delle elezioni politiche, e chi ha presentato quell’Odg su questi argomenti si è speso per tutti gli anni in cui si è trovato in campagna elettorale”. 

La pausa serale non è servita ad avvicinare le parti. Dall’opposizione Nicola Renzi, Rf, ha spiega che “sarebbe un ordine del giorno votabile per i suoi contenuti ma c’è una valuta politica da fare. Qui si sta consumando uno scontro, una frattura all’interno della maggioranza. Siamo convinti che qualora si consumasse lo strappo in maggioranza sarebbe di ridare la parola ai lettori se si consumasse lo strappo in maggioranza. Per questo Repubblica Futura ha proposto un ordine del giorno, che andremo a discutere dopo, per fare un dibattito serio, con un bilancio di ciò che è stato fatto e di ciò che non è stato fatto. Davanti abbiamo un momento difficilissimo per San Marino, a prescindere dalle casacche. Noi non parteciperemo al voto su questo odg, lasciamo che sia la maggioranza a chiarirsi le idee”.

Per Rossano Fabbri, gruppo misto di maggioranza, “l’odg pone sul tavolo aspetti degni di approfondimento, vedi il contenimento della spesa pubblica. Riteniamo che comunque manchino ulteriori indicazioni sul rilancio economico, azioni che devono essere accompagnate da un ragionamento più completo in merito alle necessità del Paese. Sono le modalità con cui viene portato l’odg in un momento come questo che ci trova contrari”.

A ribadire la linea di Rete è stato poi il segretario politico Emanuele Santi: “Sono passati 10 giorni da quando è stato depositato. Se c’era la volontà di condividerlo o riscriverlo si poteva fare ma probabilmente non si è voluto fare. Questo odg contiene le cose che mancano nell’attuazione del programma di governo. Noi abbiamo trovato un paese disastrato e non rinneghiamo tutto quello di buono che abbiamo fatto. Ma oggi, di fronte ad uno stallo di questo tipo non ci possiamo permettere di tirare a campare, di stare attaccati alle poltroni, ma dobbiamo trovare le modalità di andare avanti per rispettare gli impegni presi: fare le riforme che mancano e portare ancora di più fuori dalle secche questo Paese. Ci sono cose scomode da fare ma noi non ci stiamo a bivaccare un altro anno. Trarremo le conseguenze in base all’esito del voto. Noi siamo nati per fare le cose. Chiedere impegno su Banca centrale, Igr, debito non sono bestialità”.

Da Libera Matteo Ciacci ha parlato di “game over. Siamo arrivati alla fine di una maggioranza strampalata che non ha prodotto nessun risultato e continuano a rimpallarsi le responsabilità. Coerenza e serietà sarebbe per voi quella di abbandonare le vostre postazioni e andare al voto. Volete continuare in questo immobilismo suicida per il paese? Devo rilevare il coraggio del Movimento Rete nel mantenere in votazione l’ordine del giorno che pone questioni attuali che ci serviranno nel ricercare una gestione del debito più efficace. Serve anche una spinta propulsiva nella riduzione della spesa corrente e un piano di sviluppo. Libera vuole dare un messaggio chiaro. Andiamo al voto”.

Gian Nicola Berti, capogruppo Npr da una parte ha ringraziato Rete “perché porta temi importanti per la corretta gestione pubblica. Spiace – ha aggiunto – che non sia stato condiviso con la maggioranza. È stato un fulmine a ciel sereno. Quello che dice Rete è corretto: la riforma delle imposte è un obiettivo. Attenzione però: se dobbiamo andare ad aumentare le tasse ai cittadini noi non siamo d’accordo. Crediamo che si debbano andare a raccogliere sacche di evasione ed eventualmente diminuire le tasse per chi le paga correttamente. Chiedo anche a Rete di mettersi al tavolo e discutere come fare la riforma Igr. Bene il risparmio della spesa ma occorre parlare anche del rilancio economico, a partire dal comparto edilizio. C’è il tema della sburocratizzazione, con sempre più leggi pesanti per i cittadini. C’è il problema della legge antiriciclaggio, con una norma che non consente di aprire conti correnti da chi viene dall’estero. È di questo che abbiamo bisogno. Fermiamoci un attimo per lavorare assieme. Npr se costretta voterà contro”.

E il voto c’è stato. Alla fine i favorevoli sono stati 7, tutti gli esponenti di Rete presenti in Aula, 33 contrari e 9 astenuti. La proposta di Rete è stata bocciata.

Ora ci si aspetta che il movimento di Matteo Zeppa sia conseguente e decida di ritirare la propria delegazione dal governo aprendo la strada verso le elezioni anticipate.  Dall’altra parte c’è chi sta facendo la conta per trovare i numeri necessari a posticipare la crisi, magari cercando di portare a casa l’accordo con l’Unione Europea.

Davide Giardi 

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