Caso esteri e documento per votare, i partiti dalla Reggenza. Trovato compromesso

Caso esteri e documento per votare, i partiti dalla Reggenza. Trovato compromesso

Rassegna stampa – Incontro anche con il Segretario agli interni che torna sui suoi passi. Niente più autenticazioni dai Consolati, sarà potenziato l’Ufficio Elettorale.

ANTONIO FABBRILa proposta nelle “varie ed eventuali” della Commissione elettorale fatta dal Segretario agli Interni Gian Nicola Berti, ha suscitato una forte contestazione da parte di tutti i partiti, ad eccezione di Ar e Dc in coalizione insieme. Le forze politiche la ritengono una forzatura della legge elettorale che già prevede le modalità per accedere alle urne da parte dei cittadini interni ed esteri. Proposta che ha suscitato le perplessità – di ordine tecnico e normativo – anche del Capo dell’Ufficio Elettorale della Repubblica, che le ha messe nero su bianco.

Questo ha visto poi la piccata reazione del Segretario agli Interni ai microfoni di Rtv, e ieri la replica del suo partito di appartenenza, Alleanza Riformista, che accusa le altre forze politiche: “Non vogliono far votare i nostri connazionali residenti all’estero”.  Una accusa che però pare non reggere a fronte delle sottolineature degli altri partiti che non chiedono altro che il rispetto della norma vigente.

Ieri nel pomeriggio, poi, la mediazione proposta dal Segretario Berti in accordo con il collega degli esteri Luca Beccari.

La posizione di Ar Ar afferma: “Il diritto di voto deve essere garantito a tutti, anche a chi vive all’estero. Nessuna forzatura. Di fronte alle difficoltà che stanno già emergendo negli uffici dello Stato civile, letteralmente ormai bloccato dalle numerose richieste, per la gestione dei rinnovi o del rilascio dei certificati elettorali e l’intasamento dell’ufficio da parte dei cittadini esteri venuti a San Marino in cerca di un documento, non si può non intervenire per garantire a tutti i sammarinesi, ed in particolare a chi vive all’estero, il loro diritto al voto.

Tra l’altro il legislatore nell’indicare il requisito documentale non ha prescritto un documento di identificazione in particolare e, tantomeno, indicato quale sia l’ufficio abilitato al rilascio del documento di riconoscimento. La legge indica il requisito del documento: ovvero il riconoscimento. Quindi è indispensabile che presenti la fotografia del cittadino elettore e che si tratti di un documento rilasciato da un ufficio di Stato, tra i quali indubbiamente rientra il dipartimento Affari Esteri sulla cui carta intestata il Corpo Diplomatico sammarinese rilascia documenti muniti di fotografia.

Di qui il suggerimento, ma che non è nulla di nuovo, poiché già questo documento era stato utilizzato in passato per consentire di votare ai nostri concittadini, privi di altri documenti di identità sammarinesi. Del resto, si tratta di quello stesso documento che ordinariamente rilasciamo ai nostri concittadini che si trovino all’estero in situazioni di emergenza. Documento riconosciuto dagli altri Stati con i quali abbiamo rapporti diplomatici e con il quale il nostro concittadino oltrepassa i controlli di identità doganali del paese in cui si trova per arrivare a San Marino”, sostiene Alleanza riformista.

Quindi aggiunge: “Chi si oppone a questa soluzione, che nella sua effettiva straordinarietà normativa permette il corretto svolgimento delle elezioni, ha come obiettivo solo quello di non fare votare i Sammarinesi. Togliere loro il diritto al voto. Farli sentire un corpo estraneo e lontano alle decisioni e alle scelte del nostro paese. Occorre certamente che ogni soluzione trovi nelle strutture istituzionali responsabili, ampia collaborazione e fiducia.

Occorre anche e soprattutto che i cittadini residenti all’estero che vogliono esercitare il loro diritto al voto si preoccupino di essere in possesso dei documenti necessari. Il voto è l’espressione più alta di una democrazia. Difenderlo e favorirlo deve essere un impegno che coinvolge tutte le forze politiche e non può assolutamente e meschinamente essere oggetto di speculazioni o, peggio, di basse strumentalizzazioni”.

La posizione di Dml Diametralmente opposta la posizione di tutti gli altri partiti, tranne la Dc che sull’argomento finora non si è espressa che vedono quella di Ar e del segretario Berti come una arrampicata sugli specchi che nasconde, invece, un secondo fine utilitaristico dal punto di vista elettorale.

Scrive infatti in una nota Domani-Motus Liberi: “Non possiamo accettare che venga raccontata alla cittadinanza una versione distorta della realtà.

Sin dalle settimane che hanno preceduto l’apertura della campagna elettorale, abbiamo assistito ad un’applicazione del tutto arbitraria e personale delle norme, a proprio uso e consumo, da parte di alcuni esponenti politici.

Ora assistiamo ad una palese forzatura della legge elettorale, quando si discute di poter consentire il voto a coloro che non dispongano di uno dei documenti di riconoscimento previsti dalla norma per poter esprimere il voto, facendone produrre di diversi – non previsti dalla legge – da parte dell’autorità consolare.

Alleanza Riformista ha ritenuto di raccontare la propria versione di verità, in base alla quale il richiedere, da parte nostra, che si applichino regole uguali per tutti corrisponderebbe all’impedire ad alcuni cittadini l’espressione del voto. I preposti Uffici dello Stato hanno sempre garantito a tutti i cittadini che intendessero esprimere il voto di poter rinnovare od ottenere un documento d’identità: è vero che la recente “sanatoria” sulle cittadinanze ha considerevolmente aumentato il numero di cittadini votanti, ma questo non giustifica una forzatura delle regole.

Numerosi di questi cittadini hanno infatti richiesto ed ottenuto già gli scorsi mesi, essendovi tutti i tempi tecnici per farlo, il rilascio di un documento d’identità sammarinese. Così come vi sarebbero stati i tempi per modificare la legge elettorale per risolvere questo tipo di problematiche.

Questo lo pretendiamo nel rispetto della parità di trattamento di tutti i cittadini di fronte alla legge. Troviamo quindi sospetto che soltanto ora, a pochi giorni dalle elezioni, si voglia prevedere una modalità del tutto nuova, in deroga alla legge, soltanto a favore di qualcuno. E se qualcuno è abituato ad utilizzare queste modalità nell’amministrazione della cosa pubblica, questi non siamo noi.

Già lo scorso 15 maggio, in occasione della visita in repubblica dell’organismo ODHIR (Office for Democratic Institutions and Human Rights) dell’O.S.C.E., abbiamo comunicato le nostre preoccupazioni. Non mancheremo dunque di segnalare, come abbiamo già fatto, comportamenti che riterremo irregolari”, conclude Domani Motus Liberi.

La posizione di Rf Per Repubblica futura interviene sull’argomento Sara Conti: “Non possiamo non commentare questa nuova idea partorita dal Segretario Gian Nicola Berti, che si inventa il sistema di autorizzare i Consoli a rilasciare documenti ai neo cittadini sammarinesi che ancora non avessero un documento di identità e volessero reacarsi alle urne. A sentire il Segretario Berti – prosegue Sara Conti – questa enorme quantità di cittadini chiamerebbe continuamente il Segretario.

Come Repubblica futura abbiamo preso atto della posizione dei colleghi di Rete e ci troviamo allineati perché ci sembra che si potrebbe creare un fenomeno molto distorsivo. Non si è mai verificata una cosa del genere e di nuove cittadinanze ne sono state concesse anche in passato.

Vorremmo capire quale è il reale motivo di questa richiesta. Quali sono questi agenti consolari ai quali verrebbe dato il mandato di rilasciare delle certificazioni alternative e soprattutto, vorremmo che venisse registrata la nostra ferma opposizione ad una pratica di questo tipo. Primo perché riteniamo che non sia assolutamente necessario perché si creerebbe un meccanismo distorsivo e non trasparente.

Se c’è desiderio di esercitare il voto, basta recarsi all’ufficio di Stato civile e in 5 minuti viene rilasciato il documento… quindi noi non riteniamo che sia opportuno andare a creare una modalità come quella suggerita dal Segretario Berti. Tanto più che ci desta una certa perplessità il fatto che la proposta venga dal rappresentate di un partito che è lo stesso che il 2 marzo scorso ha organizzato un aperitivo a Riccione a cui ha invitato tutti i nuovi cittadini.

Su questo abbiamo fatto anche una interrogazione a cui non abbiamo avuto risposta da ormai più di tre mesi. Arrivò alle case un invito agli indirizzi di residenza e noi pretendiamo ancora oggi di capire come abbia fatto quel partito ad avere i dati anagrafici e di contatto di tutti questi cittadini: se li abbia richiesti allo Stato civile e se fossero a disposizione di tutte le forze politiche; se invece così non è, se abbia utilizzato la propria posizione per accedere ai dati e li abbia utilizzati per il vantaggio del proprio partito politico”, dice Sara Conti.

“Non è la prima volta che questo partito e questo Segretario di Stato utilizzano le istituzioni non in maniera imparziale, ma per interessi di parte. Noi ci opponiamo questo gioco”. Rende quindi noto che l’accaduto è stato oggetto di confronto anche con gli altri partiti.

“Rispetto a questo modus operandi vedremo se c’è la possibilità di intraprendere iniziative condivise – aggiunge – Ci opponiamo all’idea di Berti e non la riteniamo corretta, come non riteniamo corretto il modo in cui nella sua intervista a RTV si riferisce ai funzionari pubblici. Veramente inopportuno.

In questo momento in particolare in quell’ufficio si stanno adoperando molto. Rimaniamo vigili, dato che di azioni quanto meno dubbie ne abbiamo viste diverse”, ha detto Sara Conti.

I partiti dalla Reggenza Queste le posizioni fino al pomeriggio di ieri(…)

Le proteste, comunque, pare siano servite. Dopo le interlocuzioni tra le forze politiche, infatti, i rappresentati di Libera/ PS-Psd, Repubblica futura, Domani-Motus Liberi, Rete e Demos, si sono recati nel pomeriggio di ieri dalla Reggenza per fare presenti le loro preoccupazioni e per spiegare perché avevano fatto richiesta di convocazione di un Ufficio di presidenza d’urgenza, proprio per trattare la proposta del documento alternativo di identità.

All’incontro è poi intervenuto anche il Segretario agli interni Gian Nicola Berti e, dopo un confronto con le forze politiche, si è giunti a una soluzione di mediazione proposta dal segretario Berti concordata anche con il collega agli Esteri Beccari. Soluzione che, nel rispetto della legge e senza introdurre nuove certificazioni, consenta di gestire al meglio la situazione.

Si è quindi convenuto che ci sarà un potenziamento dell’attività dell’ufficio elettorale, con ulteriori dotazioni tecnologiche e di personale.

Di tale soluzione si parlerà nella commissione elettorale già programmata per il prossimo 29 maggio.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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