L’informazione di San Marino. Libera: Cot, raccolte già 600 firme per abolirla

L’informazione di San Marino. Libera: Cot, raccolte già 600 firme per abolirla

“Sanità ormai una nave alla deriva e gli schettini hanno un nome e un cognome”

La Cot è un muro che si frappone tra i cittadini e chi le prestazioni dovrebbe erogarle Raccolte già 600 firme per abolirla. Nessuna risposta alle nostre domande Considerazioni evasive. Manca un modello in particolare per riorganizzare la medicina di base

ANTONIO FABBRI – Libera torna sull’audizione in Commissione sanità e rimarca tutte le criticità, le mancate risposte e l’assenza di programmazione. Rimanda poi al mittente il comunicato quasi congiunto della maggioranza, non firmato da Motus liberi e dal consigliere di maggioranza del gruppo misto Denise Bronzetti. “Abbiamo letto un comunicato stampa delirante della maggioranza, ma non di tutta la maggioranza – afferma Vladimiro Selva – Comunicato in cui veniamo accusati come opposizione di voler smantellare la sanità pubblica. Andiamo a vedere i dati: quante prestazioni da privati si sono registrate per il fatto che non funziona la medicina di base, per il fatto che non si riesce a prendere la linea per parlare con un medico? Quanto affermato dalla maggioranza non è accettabile. Noi abbiamo cercato di fare proposte perché ci siano prestazioni migliori possibili per i cittadini e laddove ci sono costi non sostenibili, allora bisogna cercare altre strade. Questo era il ragionamento”, ha spiegato Vadimiro Selva. “Occorre creare migliori condizioni per poter fornire le prestazioni richieste. Invece adesso c’è questa sorta di muro, la Cot, che si frappone tra i cittadini e chi le prestazioni dovrebbe erogarle. Addirittura Roberto Ciavatta ha accusato i cittadini di essere tutti in fila il lunedì per trovare scuse per non andare al lavoro insinuando: come mai il sabato ci sono 400 chiamate e il lunedì oltre 4000? A noi pare una dinamica normale e poi bisognerebbe vedere la attendibilità di questi numeri. Poi – ha proseguito Selva – ci vengono illustrate soluzioni di ampliamento, accordi con la Basilicata e la Sicilia. Abbiamo Marche ed Emilia Romagna attorno a noi con una sanità che funziona meglio, però gli accordi siamo riusciti a farli con le regioni che hanno più problemi. I fatti sono che quando un cittadino sammarinese sta male non trova assistenza adeguata e si vede costretto ad andare a pagamento. Questo non è certo per colpa dell’opposizione… e accusano noi di essere coloro che vogliono smantellare la sanità pubblica. Quel comunicato è assolutamente fuorviante e va rispedito al mittente. Tanto più che in audizione facevamo delle domande e si rispondeva ad altro”.

Rincara la dose Guerrino Zanotti: “Sono campioni del mondo nel girare la frittata. Quando hanno accusato l’opposizione vergognosamente di voler abbandonare la nave… direi piuttosto che siamo noi a urlare loro di tornare sulla nave e non abbandonarla, perché in questo momento l’Iss è una nave senza controllo. L’audizione fatta è stata inutile. Siamo stati anche accusati di non chiedere le informazioni dal Segretario Ciavatta, e invece le domande ci sono state, ma non sono state fornite risposte per affrontare le criticità di oggi”. Quindi nel dettaglio: “Il problema maggiore è la medicina di base. Sia la dottoressa Bruschi che Bevere avevano individuato questo problema. Quindi la prevenzione e la medicina territoriale. Ebbene, non si è fatto nulla affinché la medicina territoriale sia un servizio efficiente. Il nuovo modello di medicina di base non si raggiunge con la Cot, ma bisogna avere in mente un progetto. Su quale sia il modello che hanno in mente abbiamo fatto la domanda tre o quattro volte: la risposta non c’è. La novità dell’ultimo anno è la Cot che impegna 10-12 infermieri professionali che si trovano a fare i centralinisti e vengono meno da altre parti, senza poter esprimere la propria professionalità”. Poi la questione del nuovo ospedale con le consulenze sulla vulnerabilità sismica da 300mila euro e quelle da 130mila euro per reperimento degli investitori attraverso la finanza di progetto. “Abbiamo chiesto se ci fossero novità su quello: nessuna risposta. Non sappiamo nulla e a me fa pensare che un progetto non ci sia, perciò all’orizzonte si sta affacciando il cavaliere bianco spagnolo. Chissà che non voglia investire anche sulla sanità, visto che lo ha fatto in altre parti del mondo?” Comunque, il “segno della deriva sono le liste di attesa che si sono allungate. Chi ha necessità di una visita specialistica non trova risposte dalla sanità pubblica e chi può si rivolge a quella privata”, conclude Zanotti.

Una audizione “non all’altezza delle aspettative”, la definisce Matteo Ciacci. “Andiamo avanti con la raccolta firme e credo che su questo tipo di iniziativa la segnalazione principale verrà da coloro che usano il servizio”, afferma Ciacci evidenziando che sono state già raccolte 600 firme via Internet e che la raccolta prosegue adesso anche in presenza presso la sede di Libera. Poi da gennaio anche nei locali pubblici. “La cosa che ci preoccupa – prosegue – è il modello. Qual è il modello di sanità? Dopo tre anni, al netto del covid, quali sono i risultati? Si stava meglio tre anni fa o oggi? La medicina di base andava meglio tre anni fa o oggi? Sul robot chirurgico: sulla cura, ci risulta che sia stato attivato i primi di dicembre. Ma sulla diagnostica e sulla prevenzione, perché facciamo così tanta fatica a dare un servizio all’altezza delle aspettative? La medicina di base non funziona per questo diciamo: chiudiamo la Cot per riorganizzare. Noi è da tempo che cerchiamo di fare proposte. Lo abbiamo fatto anche nella scorsa legge di bilancio. Adesso faremo copia incolla di quell’emendamento che riproporremo quasi pari pari quest’anno. Significa che un anno è passato e non è stato fatto nulla e, anzi, la situazione è peggiorata e le iniziative non hanno dato i risultati sperati. I cittadini hanno difficoltà a fruire dei servizi di base; anche le associazioni di volontariato vengono bistrattate da Ciavatta; chiunque faccia proposte, è un disfattista e abbandona la nave. Mi pare invece che gli ‘Schettini’ nell’ambito della sanità siano altri e abbiano un nome e un cognome”, conclude Ciacci.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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