Riceviamo e pubblichiamo
“Utilizzate di più la vostra Università degli Studi per favorire il vostro sviluppo: questo è il suggerimento che il professore Stefano Zamagni ha dato a noi sammarinesi nei recenti convegni tenuti in presenza e on line. Il professore Zamagni è un valente economista, molto conosciuto ed apprezzato, esponente di rilievo della scuola di Economia Civile.
Ma i sammarinesi ascoltano questo suggerimento?
Al momento sembra proprio di no! Percepiamo un ascolto debole delle istituzioni, sentiamo l’ascolto labile della classe dirigente e politica, vediamo l’ascolto tenue dei professionisti. Solo qualche cittadino usufruisce delle opportunità culturali e formative del territorio. Questa realtà l’abbiamo vista durante la frequenza delle lezioni al Master in Medicina Geriatrica , “Giancarlo Ghironzi”, tenute nelle giornate di venerdì 26 e sabato 27 gennaio. I partecipanti erano medici, sanitari e dirigenti, provenienti da diverse città e comuni italiani. Mancava la frequenza delle varie figure professionali della nostra sanità e noi ci siamo domandati, perché questa estraneità?
Invecchiamento della popolazione
A San Marino si verifica un fenomeno demografico, mai rilevato nella storia del genere umano, la speranza di vita si è talmente allungata, 84,7 per gli uomini e 86,5 per le donne, da produrre l’invecchiamento della popolazione, perché in contemporanea diminuisce il tasso di natalità. Gli anziani, coloro che hanno dai 75 agli 84 anni e i grandi anziani, con età superiore agli 85 anni, tendono ogni anno ad aumentare. Le donne vivono più degli uomini e le persone benestanti vivono di più dei poveri. Il Giappone è il paese con gli indici di invecchiamento della popolazione più elevato al mondo, l’Italia occupa il secondo posto, San Marino ha gli indicatori coincidenti con quelli italiani. Quindi il problema dell’invecchiamento è un tema che coinvolge la nostra Repubblica, è un tema di politiche sanitarie e di prestazioni di cura da implementare. Di fronte a questo scenario demografico, a questo nuovo paradigma economico e sociale, perché la classe dirigente e gli operatori sanitari sammarinesi sono estranei di fronte ad una opportunità di alta formazione in territorio? Perché c’è questo distacco tra qualità dei servizi e delle prestazioni, questa indifferenza alla crescita professionale, e la scarsa attenzione ai rapporti di fiducia tra istituzioni e cittadini/utenti?
La qualità della salute è un bene comune
La qualità della salute del cittadino, la qualità delle politiche sanitarie sono beni comuni, sono beni che debbono essere tutelati e implementati. Se i beni comuni sono beni comunitari, la gestione, la salvaguardia e la loro protezione sono questioni collettive. Sono beni che devono essere protetti dall’egoismo e dall’indifferenza. Se un gruppo di studiosi e di professionisti sammarinesi hanno la titolarità nella programmazione di corsi di alta formazione sui temi della geriatria e della gerontologia, la Sanità sammarinese non dovrebbe, ai vari livelli di responsabilità, rimanere indifferente a queste opportunità. Tra i fattori dello sviluppo di un territorio, di una comunità c’è la creazione di rapporti di fiducia, il potenziamento dei rapporti di reciprocità tra gestori e professionisti del servizio pubblico e gli utenti. Questi rapporti di reciprocità vanno creati, protetti e riconosciuti.
Se i cittadini sammarinesi vivono più a lungo, è necessario che vivano bene non solo sul piano fisico dell’autosufficienza ed dell’autonomia, ma è indispensabile che siano curati sia nel loro benessere che nello stato di felicità personale. Dalle relazioni presentate al master abbiamo sentito che queste sono le finalità dell’innovazione geriatrica e gerontologica. Sono stati presentati modelli e sperimentazioni. Sono stati presentati modelli di assistenza sanitaria primaria territoriale, che integrano il modello dell’ospedale policentrico. Sono stati presentate sperimentazioni di gestione dei dati sanitari, per implementare le cure e l’attenzione ai costi sanitari. Le proposte ci hanno incuriosito e come conseguenza chiediamo di entrare in questo circolo virtuoso!!
Speriamo di essere ascoltati”.
Orietta Ceccoli