Orietta Ceccoli: “Lo Stato di San Marino sopravviverà?”

Orietta Ceccoli: “Lo Stato di San Marino sopravviverà?”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione a cura di Orietta Ceccoli.

Molti Sammarinesi dicono di volere molto bene alla Repubblica. Ma questo amore è sufficiente a far sopravvivere lo Stato di San Marino? Perché questo dubbio? Sebbene abbia votato questa compagine governativa, una serie di decisioni degli ultimi tre anni, mi hanno notevolmente disorientata.
Ecco le ragioni del mio disorientamento.
La Repubblica ha acceso un debito pubblico estero di notevole entità. I suoi creditori sono finanziatori americani. Prima domanda, perché sono stati scelti finanziatori privati e non si è scelto di contrarre il debito con gli Stati amici? Perché questa scelta del mercato finanziario privato? Una risposta è stata già ascoltata, si è detto che si è scelto il “debito senza condizionalità”. Ritengo che questa non sia l’unica ragione. 
Di questo debito non è chiaro quale utilizzo sia stato fatto. Non mi sembra che la liquidità acquisita sia stata finalizzata allo sviluppo del Paese. Inoltre la gestione della spesa pubblica è stata nel frattempo caotica e poco condivisa. Il suggerimento di Mario Draghi sul debito buono è rimasto inascoltato.
La seconda novità è stata la proposta di creare zone economiche a statuto speciale, il cosidetto DES, senza valutare che tipo di decisione si stava assumendo. Suggerisco ai lettori di leggere il saggio di Quinn Slobodian, Il Capitalismo della frantumazione, (Einaudi), per capire il “mondo degli integralisti del mercato e il sogno di un mondo senza democrazia.” 
Infatti non è noto a tutti che il capitalismo attuale si muove verso la frantumazione. Ma che cosa è questa frantumazione? E’ la realizzazione, non più di pochi Stati-Nazione, ma di tanti piccoli territori senza tassazione progressiva, senza welfare, senza regole, senza democrazia. E’ il dominio delle zone economiche a statuto speciale, che ha come esempi Hong Kong, Singapore, Londra, Leichtenstein, Somalia, Emirati Arabi, l’Isola di Hainan in Cina ed altri territori. I teorizzatori di questi paradisi hanno il nome di Milton Fiedman, Federich von Hayek, Ludwig von Mises, Peter Thiel ed inoltre dobbiamo annoverare il sostegno politico della Thatcher, Reagan e lo stesso Trump. In sostanza è il prevalere dell’ anarco-capitalismo, in cui “la sicurezza, i servizi pubblici, le infrastrutture, la sanità: tutto dovrebbe essere acquistati sul mercato, senza lacuna rete di salvataggio per chi non fosse in grado di pagare. I contratti avrebbero sostituito le costituzioni e le persone avrebbero cessato di essere cittadini di qualsiasi luogo, diventando solo clienti di una serie di fornitori di servizi. Sarebbero le antirepubbliche, con la proprietà privata e lo scambio a rimpiazzare ogni traccia di sovranità popolare”.(pag. 121).
Questo è lo scenario da importare, in modo acritico, che partiti ed esponenti politici della maggioranza propongono agli elettori sammarinesi in questi ultimi mesi di legislatura. Il tema in discussione è il modello di democrazia, in particolare della democrazia rappresentativa e della sopravvivenza dello Stato Repubblicano. Il problema è serio, ma viene affrontato con grande semplicità e leggerezza.
Mi ricordo che la strategia politica di Federico Bigi, nei primi anni della mia residenza a San Marino, era basata sull’esclusione dei grandi gruppi economici all’interno della Repubblica, piccola entità statuale, perché avrebbero condizionato l’azione del potere politico. Questa attenzione non viene più seguita. Sentiamo di continuo, in modo diretto o indiretto, che i nostri mali, le nostre criticità  li possiamo risolvere con l’inserimento di grandi gruppi economici/finanziari, le multinazionali. Il messaggio è: dobbiamo trovare un cavaliere bianco che ci salverà”. Lo stesso accordo di associazione all’Europa viene valutato in questa direzione.  La realtà da prospettare non sarebbe  proprio questa.
L’ulteriore e più recente novità è l’esaltazione dell’ennesimo prestito da parte della finanza islamica ad un basso tasso d’interesse. Alcuni dicono:” E’ un affare e non possiamo perdere questa opportunità”. Quindi in analogia al PRNN, secondo lo stile sammarinese, si tirano fuori i progetti dell’aeroporto di Torraccia, il Trenino Bianco e Azzurro e il nuovo ospedale. Nessuno fa osservare che il debito pubblico aumenta. All’originario debito estero, si è di recente aggiunta la quota del debito interno, ed ora del debito con la finanza islamica?
A nessuno viene in mente che il debito pubblico dovrebbe avere un tetto e che il bilancio pubblico dovrebbe seguire la regole del pareggio o del disavanzo, secondo la teoria keynesiana,dell’utilizzo per gli investimenti. Investimenti che dovrebbero servire per lo sviluppo economico e sociale e non per investimenti senza finalizzazione programmata, perché ci vengono offerti soldi a basso tasso d’interesse.
Ecco perché parlo di sopravvivenza dello Stato sovrano, senza ancora entrare nell’analisi dei tre pilastri dello stesso Stato, il popolo, il territorio e la sovranità.
Una parte della cittadinanza chiede che le forze partitiche democratiche riflettano sulle criticità in cui è emersa la Repubblica, e nello stesso tempo organizzino e seguino momenti di formazione economica e politica  e momenti di coordinamento o cabine di regia per dare prospettive di equilibrio all’azione di governo.
A questo punto diventa sempre più importante prospettare il modello di DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA”.
Orietta Ceccoli
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