Associazione all’Ue, frena una lettera critica dell’autorità regolatore alla commissione
Il lavoro diplomatico per l’accordo di associazione all’Ue incontra un forte ostacolo che rischia di compromettere il lavoro fatto finora e l’accordo entro l’anno.
Questo almeno è quanto riporta il sito di informazione politica.eu, che in un articolo a firma di Hannah Brenton, giornalista finanziaria del media a Bruxelles e Londra, parla di una lettera durissima inviata alla Commissione Europea che sta negoziando l’accordo di associazione con San Marino, Andorra e Monaco, da parte dei presidenti di tre autorità di vigilanza in ambito finanziario. “I presidenti di tre autorità di regolamentazione dell’UE, che vigilano sulle banche europee, sui mercati finanziari e sui settori assicurativo e pensionistico, hanno avvertito che i tre “storicamente hanno mantenuto regolamentazioni finanziarie meno rigorose” e “potrebbero essere inclini al riciclaggio di denaro e ad altre attività illecite”, si legge nell’articolo. L’articolo riporta che dichiarazioni di un parlamentare europeo, l’olandese Paul Tang. “Un controllo adeguato e tutele sono essenziali per garantire che non lasciamo passare alcun cavallo di Troia attraverso i nostri cancelli”, ha affermato Paul Tang, un eurodeputato olandese dei Socialisti e Democratici, che ha lavorato sul riciclaggio di denaro e sulla legislazione fiscale. “Quando gli organi di vigilanza europei emetteranno un avvertimento congiunto, faremmo meglio ad ascoltarli”.
Parole che, al di là della lettera lasciano intendere come la posi zione non sia monolitica nell’Ue circa l’opportunità dell’accordo di associazione con i piccoli stati. L’articolo esordisce infatti: “Un piano dell’UE per stringere legami più stretti con tre piccoli paesi che si trovano all’interno dei suoi confini rischia di causare danni finanziari significativi ai consumatori europei, hanno avvertito gli stessi osservatori del blocco. In un intervento drammatico che minaccia di far saltare i colloqui commerciali con Andorra, Monaco e San Marino pochi mesi prima della loro conclusione, i principali regolatori finanziari europei hanno affermato che un rapporto più profondo con i tre potrebbe aprire la porta di servizio al denaro illegale e rendere più facile per società finanziarie predatorie che prendono di mira i cittadini dell’UE”.
Un quadro non proprio tranquillizzante per San Marino, Andorra e Monaco.
L’articolo di politica.eu, inoltre cita anche quanto dichiarato dal vicepresidente della commissione Ue. “A gennaio, Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, ha descritto un accordo con i tre entro il 2024 come “un obiettivo ambizioso ma raggiungibile e la priorità della Commissione”. Il mancato raggiungimento di un accordo prima delle elezioni europee del prossimo giugno rischierebbe di far fallire i piani”.
Non solo. Cita anche dichiarazioni del governo del Titano. “Il governo sammarinese – si legge – ha letto gli avvertimenti “con stupore”, ha detto un portavoce del Ministero degli Affari Esteri del Paese. I problemi del passato “non hanno nulla a che vedere co n il processo virtuoso intrapreso dai tre Stati che da anni recepiscono le norme europee e che rispettano i principali meccanismi di promozione della cooperazione fiscale e finanziaria tra Stati con uno sforzo pari a quello degli Stati membri dell’Ue”.
E il Segretario agli Esteri, Luca Beccari è intervenuto ieri alla San Marino Rtv, dichiarando: “Sicuramente questa notizia di stampa, ci ha lasciato abbastanza stupiti, nel senso che il percorso che stiamo facendo, compreso il tema dei servizi finanziari, per quanto non sia ancora stato discusso sulla base di una bozza di proposta della Commissione, si basa su presupposti completamente differenti. Chi scrive questo, probabilmente, non è consapevole dell’inquadramento che già oggi San Marino, Monaco e Andorra hanno, nel quadro europeo, a livello di servizi finanziari. San Marino, per quanto ci riguarda, non rappresenta un elemento di vulnerabilità oggi e non vedo come potrebbe esserlo domani, in un quadro di vigilanza europea integrata”
Il segretario Beccari ritiene che questa lettera non sia di ostacolo al percorso negoziale che vedrà il 18 settembre un’altra tornata, “ma occorre sempre puntualizzare gli sforzi che ha fatto San Marino negli ultimi anni e non è più accettabile essere etichettati sulla base di paure che forse trovano ancoraggio in fenomeni del passato che oggi non si verificano più. San Marino ha pagato un dazio molto importante in termini di conformità agli standard negli anni e non ha ricevuto niente in cambio. Oggi siamo una piazza finanziaria ed economica competitiva ma trasparente. Ce ne deve essere dato atto e un chiarimento su questo punto sarà assolutamente necessario”.
Vero è che la lettera, ma ancor più le parole riportate dell’eurodeputato olandese, sono un sintomo che non ci sia una uniformità di vedute nell’Ue. Divergenze che potrebbero ostacolare, se non la conclusione e firma dell’accordo, la sua successiva ratifica ed entrata in vigore. Si vedrà.
Di certo quello lanciato da questo articolo non è un bel segnale che potrebbe avere un riverbero non trascurabile anche sulla politica interna.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo