San Marino. Ccr allargato per soluzioni a problematiche correntisti ex Banca Cis, bocciato in Consiglio l’emendamento

San Marino. Ccr allargato per soluzioni a problematiche correntisti ex Banca Cis, bocciato in Consiglio l’emendamento

Anche ieri pomeriggio a Palazzo Pubblico i componenti del Consiglio Grande e Generale hanno affrontato l’esame dell’articolato della Legge di Bilancio 2023.

In Aula, spiega San Marino News Agency nel proprio dossier sui lavori consiliari di ieri pomeriggio del Consiglio Grande e Generale, si è tornati a parlare della vicenda dei correntisti ex Banca Cis all’emendamento articolo 5 vicies,  “Ccr allargato per soluzioni a problematiche correntisti ex Banca Cis.

“Le vicende della banca sono note come è emerso dalla relazione commissione di inchiesta – ha spiegato Michele Muratori (Libera) – si è capita la genesi di tutti i problemi di quella banca e gli unici che stanno pagando veramente sono tutti quei cittadini che hanno investito lì i loro soldi e oggi si ritrovano con il cerino in mano, con dei titoli a scadenza tra 20 anni”.
Muratori ha quindi esortato tutta la classe politica a “fare qualcosa” e “da qui nasce l’appello di dare mandato al segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, di convocare una seduta del Comitato credito risparmio anche per trovare una soluzione celere e per dare risposta a tutte quelle famiglie che si vedono bloccati i loro risparmi creando situazione anche molto complesse”.

Il segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, ha replicato ricordando che se lo Stato non fosse intervenuto “i correntisti  avrebbero perso tutti i loro soldi”.
E ha sollecitato piuttosto a convocare un’audizione in Commissione consiliare Finanze sul tema con i soggetti che si reputano più idonei.
L’emendamento, dunque, è stato respinto.

Esito diverso per l’ultimo emendamento della “batteria” di Libera, aggiuntivo articolo 5 vicies bis “Mutuo prima casa”, su cui è stato raggiunto un accordo con la maggioranza e, di conseguenza, il capogruppo di Libera, Matteo Ciacci, ha annunciato il ritiro della versione originaria, per dare lettura di una nuova versione, sottoscritta da tutte le forze presenti in Aula.
L’ha illustrato lo stesso Ciacci: “Alla luce dei rialzi dei tassi di interesse sui mutui e del caro vita, riteniamo opportuno alzare il tetto sui redditi previsti come requisito e alziamo i limiti da 35 a 45 mila euro per reddito familiare, e da 25 a 35 mila per il reddito pro capite del nucleo di almeno 2 persone”. Inoltre, “c’è la specifica per interpretare il terzo membro, in genere il figlio, di solito conteggiato 10 mila euro pro capite, per evitare le distorsioni, quella cifra deve essere intesa come massimale. Se ci sono poi redditi ulteriori non devono essere conteggiati”.

L’emendamento concordato è stato approvato infine all’unanimità con 39 voti favorevoli su 39 presenti.

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