San Marino. Consulente di parte: “I Demeter fecero guadagnare a BCSM oltre due milioni”

San Marino. Consulente di parte: “I Demeter fecero guadagnare a BCSM oltre due milioni”

RASSEGNA STAMPA – Il dottor Nicola Stabile perito della difesa Confuorti: “Il valore e la rendita del titolo vanno valutati nel complesso comprese le cedole erogate. L’esito è che ha avuto un rendimento del 5%”

ANTONIO FABBRI – Prosegue il processo “500” sul cosiddetto “caso titoli” davanti al giudice Vico Valentini. Il processo, che vede 12 imputati tra cui gli ex vertici di Bcsm, contesta i fatti legati all’operazione dei titoli Demeter, al commissariamento di Asset Banca e alla vicenda del prestito Leighton. Le accuse mosse sono, a vario titolo, di amministrazione infedele, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso di autorità e bancarotta. Se nell’ultima udienza del dicembre scorso era stato ascoltato il Collegio peritale consulente tecnico d’ufficio, ieri mattina è stata la volta del consulente tecnico di parte, segnatamente della difesa di Francesco Confuorti. I consulenti tecnici d’ufficio avevano affermano nella scorsa udienza che, una volta rivenduti, i titoli Demeter avessero determinato una perdita in conto capitale per Banca centrale pari a 1,8 milioni circa, sostenendo che la rischiosità dell’acquisto di quei titoli fosse elevata. Entrambe le affermazioni sono state contestate ieri mattina dal perito di parte sulla base di quanto già adombrato dalle difese nella scorsa udienza. A deporre il dottor Nicola Stabile, per anni in Banca d’Italia di cui gli ultimi 25 anni nell’ispettorato di vigilanza.

Il perito ha esaminato l’operazione da un lato sotto l’aspetto della cessione da parte di Advantage financial e singoli soggetti legati a Confuorti ai quali il titolo apparteneva. “Questi non hanno tratto vantaggio dalla vendita del titolo, nel senso che stava guadagnando a livello di cedole staccate. La vendita ha tuttavia consentito, a fronte di un minor guadagno, di monetizzarlo senza dover attendere la scadenza, perdendo qualcosa rispetto a quanto avrebbe guadagnato se portato a scadenza, ma allo stesso tempo consentendogli di estinguere il finanziamento che avevano con BancaCis”, ha spiegato il perito.

Quanto all’ipotetico danno a Banca centrale il perito ha sostenuto non esserci stata alcuna perdita per Via del Voltone. Al contrario. “Conteggiando le cedole che non sono state considerate dal Consulente tecnico d’ufficio, ma che a mio modo di vedere vanno conteggiate per valutare complessivamente se il titolo ha guadagnato o meno, questo tenendo conto della spesa per l’acquisto, il titolo ha fatto guadagnare a Banca Centrale la cifra di oltre 2 milioni”, 2.295.000 euro è stato poi specificato. “Il che significa un rendimento superiore al 5%, triplo rispetto al portafoglio di Bcsm”, ha aggiunto il dottor Stabile.

Resta il tema della rischiosità. “Questo va valutato in base alla disponibilità che Banca centrale ha per le operazioni in titoli”, ha spiegato il perito facendo un esempio. “Se per ipotesi avesse una disponibilità di 50 milioni, investirne oltre 40 in titoli come questi potrebbe essere reputato rischioso. Ma se avesse una disponibilità di 250milioni da investire in titoli, no”, starebbe in una logica di diversificazione del portafoglio fatto di titoli meno rischiosi da un lato e più rischiosi, per un 20% della disponibilità, dall’altro.

Questa dunque la spiegazione del consulente di parte che non è entrato nel merito dei regolamenti, non dovendo rispondere di questo la posizione della difesa Confuorti per la quale è stata redatta la perizia.

Oggi è prevista l’audizione del perito della difesa Savorelli che, con tutta probabilità, toccherà anche questo aspetto.

E’ stata poi la volta degli esponenti politici. Sentiti Giuseppe Morganti, all’epoca capogruppo di Ssd; Franco Santi, ex Segretario di Stato alla Sanità; Guerrino Zanotti, ex Segretario agli Interni.

A tutti è stato chiesto della situazione del sistema bancario dell’epoca, della crisi di liquidità e dei rapporti istituzionali con gli allora vertici di Bcsm, in particolare con Savorelli. Tutti hanno riferito che la questione di liquidità del sistema era nota e se ne parlava nel dibattito politico e nei consessi deputati come il Ccr, senza riferimenti specifici a BancaCis. Anzi più in particolare c’era attenzione sulla situazione di liquidità di Cassa di Risparmio, in quel periodo alle prese con l’assorbimento di Asset. Linea comune dell’esecutivo e della politica era quella di salvaguardare Carisp, ha specificato Guerrino Zanotti.

Quanto alla situazione di Asset, lo stesso ex Segretario agli Interni, che era anche membro del Ccr, ha riferito che lui stesso e l’allora Segretario agli Esteri Nicola Renzi avevano fatto verbalizzare la richiesta, visto che era stata manifestata la disponibilità, di convocare l’assemblea dei soci Asset per proporre la ricapitalizzazione dell’istituto. Richiesta condivisa anche dagli altri membri di governo. Proposta sulla quale, tuttavia, l’allora direttore Lorenzo Savorelli aveva manifestato delle difficoltà.

Nel pomeriggio di ieri ascoltato anche il precedente Segretario di Stato Pasquale Valentini. Oggi nuova udienza saranno sentiti altri esponenti politici oltre ad un altro perito delle difese.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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