San Marino. Lo “scherzetto” ai correntisti ex Cis arriva all’attenzione del Senato italiano

San Marino. Lo “scherzetto” ai correntisti ex Cis arriva all’attenzione del Senato italiano

L’Informazione di San Marino. Lo scherzetto ai correntisti ex Cis arriva all’attenzione del Senato italiano

ANTONIO FABBRI – È  dei giorni scorsi la notizia che il senatore Elio Lannutti ha presentato una interrogazione in Senato – strumento che rientra tra gli strumenti cosiddetti di “sindacato ispettivo” dei parlamentari – con il quale ha chiesto chiarezza sullo “scherzetto” fatto dal governo ai correntisti che, a luglio scorso, si sarebbero dovuti vedere rimborsare le obbligazioni che erano state emesse a loro favore per gli importi eccedenti i 100mila euro dei loro conti correnti. Quello che è stato definito un “bail-in” alla sammarinese. Definizione ancora più calzata ora che il loro soldi non li rivedranno che fra dieci anni.

Le rimostranze sul Titano Lo “scherzetto” della trasformazione delle obbligazioni in titoli di stato a dieci anni con rendimento all’1% ha sollevato le proteste di diversi correntisti, in particolare anziani. “Nessuno ha mai mandato una comunicazione ufficiale di questa trasformazione – disse all’epoca u correntista attempato – e non so se li rivedrò più, i miei soldi, dato che ho ottant’anni e chissà dove sarò tra dieci. È una vergogna e mi vergogno del mio Paese che fa figli e figliastri. È assurdo”.

Ma nella ex BancaCis non c’erano solo correntisti sammarinesi interessati dall’operazione delle obbligazioni. C’erano anche correntisti italiani che a loro volta si sono visti slittare il termine di restituzione dei loro soldi di 10 anni con una decisione unilaterale del governo, che ha trasformato le obbligazioni che dovevano essere rimborsate dopo avere atteso tre anni, in titoli di Stato che saranno, salvo altre sorprese, rimborsati nel 2032 e renderanno 1%. Circostanza, anche questa che ha fatto storcere il naso ai correntisti, se si pensa che i titoli di stato piazzati sul mercato internazionale all’emissione fruttavano il 3,25%.

L’interrogazione in Senato La modifica unilaterale delle obbligazioni degli ex correntisti BancaCis rimasti ancora a bocca asciutta dopo tre anni al termine dei quali si sarebbero attesi la restituzione dei loro soldi, arriva dunque in senato con l’atto n.4- 07424, pubblicato il 13 settembre 2022, nella seduta n. 464. Si tratta dell’iniziativa con la quale il Senatore Elio Lanutti chiede informazioni al governo italiano e al contempo biasima quello sammarinese per l’operazione posta in essere.

Il testo dell’atto ispettivo Scrive Lanutti nell’interrogazione-atto ispettivo: “Ai Ministri dell’economia e delle finanze e degli affari esteri e della cooperazione internazionale – si legge nell’atto di Lanutti – Premesso che: l’Italia è il principale partner commerciale della Repubblica di San Marino, e per ragioni geografiche, storiche e culturali è il Paese con il quale vi è un più ampio e articolato piano di rapporti. Le relazioni fra i due Stati sono caratterizzati da numerosi accordi in diverse materie, dall’ambito economico-finanziario a quello culturale, dell’istruzione, della sicurezza; l’accordo fra il Governo della Repubblica di San Marino e il Governo della Repubblica italiana in materia di collaborazione finanziaria è stato sottoscritto a San Marino il 26 novembre 2009 ed è entrato in vigore il 26 gennaio 2015. La nuova intesa rafforza la collaborazione fra i due Paesi in materia finanziaria, con particolare riferimento alla vigilanza sui settori bancario, finanziario ed assicurativo, prevedendo le forme di cooperazione fra autorità competenti; considerato che a seguito della liquidazione dell’istituto sammarinese “Banca CIS”, lo Stato enclave si era impegnato a tutelare i risparmiatori, garantendo la restituzione delle somme per importi superiori a 100.000 euro, nel frattempo convertite in obbligazioni emesse da “BNS” Banca Nazionale Sammarinese, entro il 22 luglio del 2022. Con l’assestamento di bilancio approvato con la legge n. 94 del 2022 gli ex correntisti CIS, dopo oltre 3 anni di paziente e responsabile attesa, si sono visti sfumare la possibilità di recuperare i loro risparmi, in molti casi frutto di una vita di lavoro e sacrifici; le obbligazioni BNS sono state trasformate in debito pubblico a 10 anni, con un tasso all’1 per cento, senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei creditori Sammarinesi o i molti correntisti italiani. Dopo 3 anni di attesa, si obbliga così chi chiede solo di rientrare in possesso dei propri risparmi di attendere ulteriori 10 anni, compromettendo in questo modo progetti, aspettative e serenità familiare;

l’iniziativa normativa è stata da più parti presentata come funzionale, proprio a tutelare gli interessi dei risparmiatori, che potrebbero utilizzare uno strumento più agile e più snello, in quanto potenzialmente oggetto di cessione nel mercato secondario, e più remunerativo, avendo un tasso di interesse maggiore di quello previsto per le obbligazioni BNS. Giustificazioni che però non convincono gli ex correntisti CIS, né nel metodo, non essendo in alcun modo state coinvolte le “vittime” che a parole si dice di voler tutelare, né nel merito, considerato che spostare di ben 10 anni il rientro delle disponibilità ad un tasso dell’1 per cento quando l’inflazione galoppa verso le due cifre, garantisce senza dubbio il bilancio dello Stato Sammarinese, ma non certo i risparmiatori incolpevoli, molti dei quali sono italiani;

il timore da parte dei risparmiatori sammarinesi e italiani ora è che tutto ciò potrebbe riproporsi in qualsiasi banca locale, senza più alcuna garanzia sui risparmi degli investitori;

si chiede di sapere, visti gli accordi tra lo Stato italiano e quello di San Marino, quali misure urgenti il Governo intenda attivare per fare piena luce su quanto esposto, e per fare in modo che possa esserci la possibilità di chiarire le ricadute di questo decreto d’imperio e, quindi, di poter contestare il modus operandi, che di fatto sta avendo gravi ricadute anche sui contribuenti onesti italiani, che in questo modo si vedono involontariamente costretti a pagare per scelte incomprensibili di una banca di questo Stato enclave”, conclude la richiesta del Senatore.

Passate iniziative del Senatore Il Senatore Lannutti non è nuovo a porre l’attenzione sulle vicende e i crac bancari di San Marino. Tra l’altro tutte questioni che si sono rivelate un impiccio per i rapporti bilaterali, come rischia di esserlo pure questa. Già nel 2009 si rese protagonista di una interrogazione all’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti, sul Gruppo Delta partecipato da Cassa di Risparmio. Nel 2012 si interessò della vicenda Tercas e dei collegamenti con San Marino, Smib ed ex Banca del Titano.

Tutte questioni che non hanno certo contribuito a rendere distesi i rapporti tra i due paesi e anche alla questione del rimborso delle obbligazioni Ex BancaCis rimandato di 10 anni, potrebbe rivelarsi una spina fastidiosa nel fianco dei buoni rapporti.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy