San Marino. Marco Gatti: “Titoli Demeter, la BCSM cedette liquidità in cambio di rischio”

San Marino. Marco Gatti: “Titoli Demeter, la BCSM cedette liquidità in cambio di rischio”

Rassegna Stampa – Il Segretario alle finanze, ascoltato come testimone nel “500”, ha ripercorso le vicende di BancaCis, Carisp e Asset

ANTONIO FABBRI. Nuova udienza nel pomeriggio di ieri per il processo cosiddetto “500, quello cioè incentrato su tre filoni legati alle vicende che ruotano attorno a BancaCis: il caso dei Titoli Demeter, la vicenda del cosiddetto prestito Leighton relativo a Cassa di risparmio e la vicende della liquidazione coatta di Asset Banca. Processo che vede imputati, tra gli altri, gli ex vertici di Bcsm e gli ex vertici di BancaCis.

Centrale, nell’udienza di ieri davanti al Commissario della Legge Vico Valentini, l’audizione in qualità di testimone del Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti.

Ripercorsa dal Segretario di Stato l’azione sua, in quanto esponente del Pdcs, e dell’opposizione nella precedente legislatura. Riferimento anche alla legislatura ancora precedente quando venne nominato alla presidenza di Bcsm Wafik Grais.

“All’epoca il mio partito era in maggioranza, ma io non ero in Congresso di Stato ed ero Segretario del partito – ha ricordato Marco Gatti – ma da subito ci furono delle difficoltà per il modo di porsi del presidente”. La cose peggiorarono con l’arrivo di Lorenzo Savorelli, ha aggiunto Gatti. “In particolare ci fu l’abbandono del progetto della centrale rischi, che nel cammino di normalizzazione dei rapporti con l’Italia era indispensabile anche per arrivare ad un memorandum”. Proprio la centrale rischi fu uno degli elementi di scontro di allora. Quindi Gatti ha ripercorso le motivazioni che portarono successivamente all’esposto dell’11 aprile 2017 fatto alla Reggenza nel quale si parlava di “golpe finanziario” e “controllo eversivo di funzioni dello stato”.

“C’erano una serie di fatti particolari e una serie di personaggi che si vedevano legati a una certa sfera e trovavano collegamento a San Marino. Era abbastanza chiaro che ci fosse un disegno”, ha detto Gatti richiamando i legami degli allora vertici di Banca Centrale con Francesco Confuorti, citando le nomine “sospette” che vennero fatte in Banca centrale come ad esempio quella di Filippo Siotto e il fatto che la moglie fosse una manager della Advantage Financial di Confuorti.

“Poi è emreso che Confuorti era uno dei grandi debitori della BancaCis ed emersero le relazioni che aveva con Grais e Savorelli. Oggi abbiamo le prove – ha aggiunto Gatti – che ci fosse una forte correlazione, e che ogni decisione passava per un soggetto che non aveva alcun tipo di contratto con la Segrete- ria. Nelle carte, agli atti non ho trovato contratti di collaborazione”, ha detto Gatti che ha aggiunto, a domanda della difesa Confuorti, di non sapere nulla di un accordo risalente al 2014, né di averne trovata traccia agli atti.

Quanto a BancaCis Gatti ha riferito che “per gli addetti ai lavori aveva forte deficit di liquidità, a causa crediti dubbi portati avanti tempo per tempo senza le necessarie svalutazioni. Mentre per la Bcsm di allora era la banca migliore di San Marino”.

Quindi sull’operazione dei Titoli Demeter, a domanda del Procuratore del fisco Roberto Cesarini, se vi sia o meno stato un danno nell’operazione, Gatti ha risposto: “Non so se c’è stato un danno o meno in questo. Di certo cambiare soldi con rischio è una operazione che non deve fare una Banca Centrale”, ha affermato.

Sulla vendita dei crediti Delta e sulla svalutazione del bilancio di Carisp “l’impressione – ha detto Gatti – è che fosse una operazione che qualcuno avesse interesse a fare. Una svalutazione dei crediti così importante aveva messo Carisp in condizione di perdere liquidità perché era scemata la fiducia dei correntisti.

Quindi Carisp aveva a quel punto necessità di liquidità e l’unico modo era cedere i crediti Delta”, ha detto Gatti sottolineando di non condividere, ritenendole lacunose e con molti errori, le relazioni tecniche di Boston Consulting e Grant Thornton su cui si basarono le deliberazioni della Commissione finanze dell’epoca di cessione dei crediti Delta.

Quanto alla liquidazione Asset Banca, afferma che potevano esserci delle criticità, ma non tali da giustificare un intervento liquidatorio. “C’era probabilmente un lavoro da fare sul conto economico – ha detto Gatti – ma, mi sembra che sia negli atti, non si è dato modo di tenere l’assemblea e quindi non è stata data la possibilità ai soci di ricapitalizzare”.

Nel pomeriggio testimonianze anche di Alessandro Sberlati di Aif; Renato Nibbio, del Comitato amministratore di Fondiss e Sara Pelliccioni, del collegio sindacale di Carisp.

Il processo è stato aggiornato al 19 marzo

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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