San Marino. Approvata la legge a sostegno della famiglia. Respinte in Consiglio tutte e 4 le Istanze d’Arengo

San Marino. Approvata la legge a sostegno della famiglia. Respinte in Consiglio tutte e 4 le Istanze d’Arengo

Il Consiglio di agosto termina con l’approvazione all’unanimità del progetto di legge “Interventi a sostegno della famiglia” e la bocciatura di tutte e 4 le Istanze d’Arengo all’odg.

La prima, l’Istanza n. 12 “affinché siano resi pubblici gli atti che “definiscono le modalità di fusione, l’accorpamento delle attività e l’assorbimento dei debiti” di Banca del Titano, Credito Sammarinese, Credito Sammarinese, Banca Commerciale Sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca è stata respinta con 21 voti contrari e 8 a favore. Lo riporta San Marino News Agency nel proprio dossier sui lavori consiliari di ieri pomeriggio.

Il segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, ha motivato il parere negativo della segreteria per le Finanze e del Congresso di Stato: “Stiamo parlando di atti che non sono nella disponibilità del governo, sono atti fra privati, non avremmo modo alcuno di poterli pubblicare da un punto di vista legale, mentre da punto di vista sostanziale ricordo che le istanze citate in questa erano antecedenti al lavoro importate delle Commissioni di inchiesta su tutto il tema crisi bancarie, oggetto di dibattito e di una relazione”.
Pertanto, “reiterare questa richiesta è qualcosa non più aderente alle esigenze del 2018 e del 2020”. In più, “sappiamo che poi sono coinvolti in questi fatti dei procedenti penali. Lasciamo lavorare la magistratura e vediamo cosa ne scaturirà”.

Per Emanuale Santi (Rete), l’Istanza “chiede trasparenza e poter avere atti di fusione delle banche andata in default e noi stessi, come movimento abbiamo da sempre chiesto chiarezza su questi atti”. Però, la richiesta è in qualche modo superata perché “dal 2020 ad oggi qualcosa è cambiato: nel mezzo c’è stata una Commissione di Inchiesta che ha avuto modo di avere accesso alla documentazione cospicua su tutte le crisi bancarie che l’ha tradotta in una relazione e in tutta una serie di dati e informazioni”.

Più partecipato è stato il dibattito sull’Istanza d’Arengo n. 7, relativa al vincolo di mandato, volta a “richiedere la modifica del Regolamento Consiliare prevedendo, per i consiglieri che si distaccano dalla lista di appartenenza, il solo compenso per la partecipazione alle sedute consiliari e, per il gruppo misto, la partecipazione alle Commissioni consiliari permanenti solo in veste di uditore”.

Il segretario di Stato per gli Affari Interni, Elena Tonnini, ha comunicato di demandare la decisione, inerente al regolamento consiliare, al Consiglio Grande e Generale, nel rispetto del principio di separazione dei poteri ed è stata data lettura del parere della Segreteria istituzionale che sottolinea come l’ordinamento sammarinese non contempli il vincolo di mandato.

È stata unanime la contrarietà alla proposta degli istanti da parte dei consiglieri.

Per Filippo Tamagnini (Pdcs), l’assenza del vincolo di mandato va assolutamente difeso:  “È qualcosa a garanzia della cittadinanza e della libertà politica di chi partecipa al lavoro di quest’Aula. Non è possibile menomare i diritti di un consigliere solo per distacco dal proprio gruppo di appartenenza che può avvenire per tanti motivi diversi”.
“È imbarazzante come arrivino queste proposte – si è lamentato Rossano Fabbri (Mis) -. Poi non partono da un cittadino che può non conoscere le norme, ma da un ex segretario di partito, nonché attuale funzionario, unico firmatario dell’istanza, per fare perdere tempo alla Segreteria istituzionale e agli uffici”.
“Il mandato consiliare è personale, ognuno di noi fa un giuramento che impegna sé stesso e non c’è nessuna giustificazione del tipo ‘l’ho fatto perché lo dice il partito’”, ha osservato Pasquale Valentini (Pdcs), che successivamente ha aggiunto: “Se viene meno questo principio, la democrazia se ne va”.
Per Giuseppe Maria Morganti (Libera), chiedere di impedire a un consigliere di partecipare a una Commissione significa “togliere il potere di essere un consigliere”.  In definitiva, “è un’assurdità grande: questa Istanza non doveva neppure essere ammessa, fa i pugni con la nostra Costituzione”.
Gerardo Giovagnoli (Npr) ha fatto notare che non solo non esiste a San Marino vincolo di mandato, ma “come principio è inapplicabile”. Differente è la questione economica su cui invita a discutere: “Qui si può riflettere, se quando si esce da un gruppo ci si porta dietro una certa porzione di valore che incide sul partito”.
A riguardo ha espresso parere contrario Iro Belluzzi (Libera) perchè “alla lista rimane il contributo che spetta alle liste e ai consiglieri il contributo che spetta ad ogni consigliere”.
Contraria anche Michela Pelliccioni (Domani-Motus Liberi): “Non può essere accettabile in alcun caso limitare l’attività e la libertà di decisione di un consigliere”.
Più soft è stato l’approccio di Emanuele Santi (Rete), che ha ricordato come le Istanze possano essere presentate anche da una sola persona e “abbiamo dovere di rispondergli”. E ancora: “Qui si parla di venire meno del contributo economico e potrebbe essere un deterrente affinché non si lasci il gruppo”.
Quindi sulla parte economica “si può aprire un ragionamento”, mentre “diverso è mettere in dubbio il diritto di esprimere un voto”, per cui il movimento Rete ha annunciato di respingere l’Istanza, che infatti ha ottenuto 34 voti contrari e un non votante.

Respinta anche l’Istanza n. 11 “affinché sia approntato un studio sulla tecnologia di rete satellitare Starlink e sia predisposta una normativa in materia”, con 23 voti contrari, 2 favorevoli e 2 non votanti.

Stessa sorte per l’Istanza n. 24, “affinché la Repubblica di San Marino esprima una chiara e inequivocabile neutralità in merito al conflitto russo-ucraino e siano revocate le sanzioni economiche nei confronti della Russia”, con 22 voti contrari e 8 astenuti.
Parere contrario all’Istanza è stato espresso dal governo da parte di Beccari: “La neutralità è aspetto sacrosanto e ha diverse declinazioni. San Marino non partecipa al conflitto, non supporta nessuna delle parti in causa, non fornisce armi”.
Il Titano “deve seguire un percorso di estraneità al conflitto e di promozione delle misure di ritorno al dialogo e cessazione delle ostilità, ma non può non prevedere sanzioni ed  esporsi al rischio di essere visto come uno stato che va a favorire transazioni non ammesse nei paesi che ci circondano”.
Diversamente, per Alessandro Bevitori (Libera), di fatto le sanzioni non hanno contribuito alla conclusione del conflitto e anzi, “si sta andando in direzione opposta”.
È preoccupante, inoltre, l’interruzione dei visti turistici ai Russi da parte dell’Ue: “Privandoci di turisti russi, che sicuramente ripudiano la guerra, non facciamo altro che alimentare il senso di astio, inoltre l’impoverimento dell’area euro dovrebbe portare a riflettere tutti i Paesi europei”.
Di qui l’invito “a fare un ragionamento coma Aula e governo, perché sicuramente si sta andando dalla parte sbagliata”.
”Noi non abbiamo preso la decisione di limitare l’accesso a turisti russi – ha replicato Gerardo Giovagnoli (Npr) – e non mi sembra che queste sanzioni, se andiamo a guardare l’aspetto economico, abbiano portato a tutti questi effetti nefasti, a dimostrazione del fatto che i nostri riferimenti sono altrove”.
Infine, Giuseppe Maria Morganti (Libera) ha sottolineato che che “il mondo intero si sta accorgendo che la strategia politica cui abbiamo aderito non produce la pace, il conflitto si è sclerotizzato, la popolazione sta soffrendo, possono essere messe a rischio strutture civili che producono energia con il nucleare. E poi è eclatante la crisi energetica che produrrà su tutta l’Europa”.

Concluso l’esame delle Istanze d’Arengo, l’Aula è passata alla presentazione in prima lettura del progetto di legge di iniziativa popolare “Tutela della quiete pubblica nei centri storici e nei centri abitati della Repubblica di San Marino”, di cui ha dato lettura della relazione illustrativa Simona Capicchioni e della discussione dell’ordine del giorno di Libera per la presentazione, entro settembre 2022, alla competente Commissione consiliare di un piano di interventi per mitigare i costi degli approvvigionamenti. Odg poi respinto.

 

Leggi il resoconto integrale della seduta.

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