Processo Gatti-Galassi a San Marino, il diretto dell’Aif: ““I libretti al portatore non erano mezzi di pagamento”

Processo Gatti-Galassi a San Marino, il diretto dell’Aif: ““I libretti al portatore non erano mezzi di pagamento”

“I libretti al portatore non erano mezzi di pagamento”. Così nel processo Gatti-Galassi il direttore di Aif, che ha affermato come anche all’epoca vi fosse un regolamento che imponeva, per la tracciabilità, di registrare i passaggi di mano del titolo.

ANTONIO FABBRI – Nuova udienza, ieri, del processo a carico degli ex segretari di Stato Gabriele Gatti e Clelio Galassi. Il caso, come noto, è quello cosiddetto del “Centro uffici”, relativo all’accusa di riciclaggio legata a tre contestate, dall’accusa, dazioni corruttive: Centro uffici dei Tavolucci, appunto; concessione della licenza di EuroCommercialBank e operazione della nuova sede Wonderfood.

Quattro erano i testimoni in programma ieri, ma due hanno comunicato il proprio impedimento. Sono stati dunque calendarizzati per la prossima udienza del 13 giugno. Ascoltati, invece, il Direttore dell’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Muccioli, e Roberto Ragini, socio dello Studio Antao, studio che seguì i lavori sia dell’operazione Wonderfood sia del Centro uffici. Al direttore di Aif il procuratore del Fisco, Giorgia Ugolini, ha chiesto come all’epoca fossero regolamentati i libretti al portatore e se potessero essere utilizzati come mezzo di pagamento.

Il direttore dell’Aif, all’epoca delle indagini vicedirettore e ancor prima all’epoca dei fatti operatore di sportello in banca, ha chiarito, di fatto contestando le dichiarazioni di altri testimoni in particolare imprenditori, che a suo avviso anche all’epoca il libretto al portatore non poteva essere considerato un mezzo di pagamento. “Era un titolo nel quale poteva soltanto essere versato e prelevato contante dal titolare del libretto”. Poi ha anche spiegato che già all’epoca c’era un regolamento che specificava l’uso dei libretti al portatone e prescriveva la tracciabilità che doveva registrare gli eventuali trasferimenti.

C’era una norma che vietava l’utilizzo del libretto al portatore come mezzo di pagamento?”, ha chiesto la difesa di Gabriele Gatti.

“Non ho detto che c’era una norma che lo vietava – ha specificato Muccioli – e se veniva utilizzato ne prendo atto, seppure non ritengo che fosse corretto; ho specificato che c’era tuttavia una norma che imponeva che il trasferimento del libretto, proprio per attestare la tracciabilità dei passaggi di denaro, venisse registrato dalla banca. Chi lo cedeva e chi lo riceveva, cioè, dovevano entrambi recarsi in banca e registrare il passaggio del libretto al portatore”. Cosa che nella sostanza non avveniva, e che in ogni caso non certificava gli eventuali passaggi intermedi del libretto tra più persone e, ha spiegato Muccioli, “in questo modo poteva realizzarsi il riciclaggio. E’ questo uno dei motivi, assieme alle società anonime, per cui ci fu la procedura rafforzata Moneyval e per cui gli organismi internazionali ci dissero di mettere al bando i libretti al portatore”.

C’era una norma che vietava l’utilizzo del libretto al portatore come mezzo di pagamento?”, ha chiesto la difesa di Gabriele Gatti.

“Non ho detto che c’era una norma che lo vietava – ha specificato Muccioli – e se veniva utilizzato ne prendo atto, seppure non ritengo che fosse corretto; ho specificato che c’era tuttavia una norma che imponeva che il trasferimento del libretto, proprio per attestare la tracciabilità dei passaggi di denaro, venisse registrato dalla banca. Chi lo cedeva e chi lo riceveva, cioè, dovevano entrambi recarsi in banca e registrare il passaggio del libretto al portatore”. Cosa che nella sostanza non avveniva, e che in ogni caso non certificava gli eventuali passaggi intermedi del libretto tra più persone e, ha spiegato Muccioli, “in questo modo poteva realizzarsi il riciclaggio. E’ questo uno dei motivi, assieme alle società anonime, per cui ci fu la procedura rafforzata Moneyval e per cui gli organismi internazionali ci dissero di mettere al bando i libretti al portatore”.

Per la difesa Gatti gli avvocati Gian Nicola Berti e Filippo Cocco hanno chiesto anche le modalità con cui sono state svolte le verifiche e se Aif non dovesse segnalare eventuali irregolarità. “A noi è stata delegata una analisi finanziaria dal magistrato. Non necessariamente quando Aif svolge una analisi di questo tipo segnala le criticità, che peraltro sono di spettanza del magistrato che già sta indagando. Aif si limita a ottemperare alla delega del magistrato che, in questo caso specifico, richiedeva una analisi finanziaria. All’epoca – ha precisato Muccioli – io firmai solo una comunicazione, ma sono qui con me anche i due funzionari che svolsero materialmente l’analisi”. Nessuno tuttavia, a richiesta del giudice, ha ravvisato la necessità di ascoltarli. Di seguito è stato sentito Roberto Ragini.

Domande dalla sola difesa Gatti sull’uso dei libretti al portatore come mezzo di pagamento e sull’operazione Wonderfood. Come gli altri imprenditori Ragini ha affermato che, assieme agli assegni, anche il libretto al portatore poteva essere usato come mezzo di pagamento. “Poteva capitare, non lo escluderei – ha detto – penso fosse prassi questa modalità”.

Sulla Wonderfood, Ragini ha spiegato che lo studio Antao di cui faceva parte seguiva da tempo i lavori tecnici delle sedi della Wonderfood, a Valdragone, prima, e alla sede ex Polichem – quella oggetto dell’operazione all’attenzione del processo – poi.

Il processo è stato aggiornato al 13 giugno

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

 

Sulla Wonderfood, Ragini ha spiegato che lo studio Antao di cui faceva parte seguiva da tempo i lavori tecnici delle sedi della Wonderfood, a Valdragone, prima, e alla sede ex Polichem – quella oggetto dell’operazione all’attenzione del processo – poi.

 

Il processo è stato aggiornato al 13 giugno

 

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino

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