San Marino. Commissione Finanze, resoconto seduta 25 ottobre 2022 pomeriggio

San Marino. Commissione Finanze, resoconto seduta 25 ottobre 2022 pomeriggio

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE, BILANCIO E PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO; TURISMO,  SERVIZI, TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI, LAVORO E COOPERAZIONE

– MARTEDÌ 25 OTTOBRE – Seduta del pomeriggio

Nel pomeriggio la Commissione consiliare prosegue con l’esame del Progetto di legge “Riforma delle norme relative all’occupazione”, dall’Articolo 7 “Requisiti per l’iscrizione” , in riferimento alle liste di avviamento al lavoro. Nel corso della prima parte dei lavori del pomeriggio sono numerosi gli emendamenti presentati da governo, Rf e Libera. Quelli del governo vengono accolti senza intoppi e non mancano anche alcuni emendamenti dell’opposizione di natura formale che sono ritenuti accoglibili, anche se per larga parte vengono respinti.

in dettaglio: all’Articolo 8 “Lista speciale”, Libera presenta un emendamento per estendere l’iscrizione alla lista speciale anche ai lavoratori frontalieri che godano di ammortizzatori sociali erogati dall’istituzione previdenziale straniera. Per il Sds Lonfenini l’emendamento non è accoglibile perché può creare turbativa con la convenzione in essere con l’Italia. L’emendamento viene respinto.  All’Articolo 9 l’emendamento aggiuntivo “comma 3 bis” di Rf viene respinto. La proposta di Repubblica futura mirava a mantenere l’iscrizione alle liste di avviamento al lavoro per chi non si dichiarava immediatamente disponibile. Per il Sds Lonfernini questa possibilità risulta già prevista nel sistema attuale.  All’articolo 10, “Divieto di indagini e accertamenti preliminari”, su proposta del commissario Michela Pelliccioni di Dml, viene inserito e approvato un emendamento comma 2 rafforzativo, per specificare che la violazione viene considerata motivo di discriminazione ed è penalmente perseguibile. All’Articolo 11 “Procedure ordinarie per l’avvio al lavoro”, Libera presenta un emendamento aggiuntivo “comma 2”, per rinviare la regolamentazione delle procedure per la comunicazione nominativa e la richiesta numerica per l’avvio di personale non residente a Decreto Delegato, con la  specifica “da emanarsi entro e non oltre il 31 Marzo 2023”. Per il Segretario di Stato Lonfernini la norma prevede una delega aperta. “Abbiamo un decreto che va a regolare questi aspetti, è in vigore e ha efficacia- motiva- ci siamo tenuti la delega aperta perché non siamo scoperti”. Quindi l’emendamento di Libera è respinto.  L’articolo 12 –“Disposizioni speciali per l’assunzione di personale non iscritto e non iscrivibile alle liste di avviamento al lavoro”- tutela il mercato del lavoro interno, introducendo la sospensione dell’assunzione nominativa dei lavoratori non iscritti alle liste “sulla base del tasso di disoccupazione interno in senso stretto e/o del rapporto tra gli iscritti alla specifiche liste di avviamento al lavoro e gli occupati appartenenti alla medesima area/profilo professionale”. Rf presenta due emendamenti, il primo precisa la deroga della sospensione “limitatamente a nuove assunzioni di carattere stagionale”.  Il secondo emendamento invece elimina la deroga “nei casi individuati da specifici accordi occupazionali stipulati con la Segreteria di Stato per il Lavoro”.  Il Sds Lonfernini ritiene che il primo emendamento sia accoglibile. All’ Articolo 15,  “Passaggio di lavoratori subordinati tra operatori economici sammarinesi” sono accolti tre emendamenti di natura linguistico-formale di Libera.

Il dibattito entra nel vivo all’articolo 17 “Contratto di lavoro a tempo determinato”, il primo dei tre articoli su cui il governo presenta emendamenti sostanzialmente modificativi-abrogativi dal testo presentato in prima lettura.  In particolare, negli emendamenti proposti dal governo viene abrogata larga parte dell’articolo, tra cui quella che specifica la durata massima a 12 mesi del tempo determinato (lasciando di fatto gli attuali 18 mesi). Si stabilisce poi che “le modalità e i limiti del contratto a tempo determinato, il diritto di precedenza e le condizioni ostative per l’avvio di nuovi lavoratori subordinati siano “definiti da apposito decreto delegato da emettersi entro il 30 giugno 2023”. Si prevede quindi nell’emendamento che il contenuto del decreto “sarà stabilito da accordo tripartito tra Segreteria di Stato per il Lavoro, organizzazioni datoriali  e sindacali giuridicamente riconosciute”. Infine “qualora non si arrivi alla definizione dell’accordo istituzionale tripartito, il decreto potrà essere emesso anche in assenza di accordo”. Oltre all’emendamento modificativo del governo, anche Libera ha 4 emendamenti, Repubblica futura ne ha due, ma si riservano di decidere o meno la presentazione a seconda se il governo mantenga la formulazione ripresentata nell’emendamento.

Quindi il dibattito: Rossano Fabbri, Mis punta il dito su un emendamento che giudica “giuridicamente inaccettabile” perchéinserisce  in una legge che i contenuti del decreto verranno concordati al di fuori da canali istituzionali”, ovvero al tavolo tripartito, “svilendo il ruolo del Parlamento”. Suggerisce quindi di modificare l’emendamento specificando il ruolo consultivo del tavolo tripartito. Matteo Ciacci, Libera, ricorda l’apprezzamento del suo gruppo per la posizione del Segretario Lonfernini sul tempo determinato, punta perciò il dito su quello che definisce un “dietrofront clamoroso”, per la scelta di “demandare le decisioni a un tavolo tripartito”. Al contrario “la disciplina del contratto a tempo determinato deve essere appannaggio del Consiglio grande e generale”. Pollice verso sulla norma che “tra prima e seconda lettura è stata peggiorata”. Dalla maggioranza interviene  Emanuele Santi, Rete: “I tre articoli tolti sono demandati  a decreto, ma la legge non è snaturata” manda a dire. Santi ritiene però “pertinenti” le osservazioni avanzate da Fabbri: “Mettendo nella legge che si demanda al tavolo tripartito, che di fatto esautora il Consiglio, forse siamo andati oltre”.  Nicola Renzi, Rf, suggerisce piuttosto di redigere un Ordine del giorno che impegni il governo a mantenere viva la concertazione con sindacati e categorie. Mentre giudica l’intervento non una riforma ma “un aggiustamento complessivo delle norme esistenti”, per cui “il governo ha mancato gli obiettivi che si era dato”.

“Questa riforma- sostiene Luca Boschi, Libera- viene svuotata dei suoi interventi cardine e la motivazione è del tutto politica”. Ovvero, “si manda allo sfascio il Segretario Ciavatta che conferma la riforma previdenziale- spiega- ma nella riforma del Segretario Lonfernini viene rimandato tutto a giugno, per far esporre un altro movimento della maggioranza”.  All’opposto Stefano Giulianelli, Pdcs difende l’intervento: “Questa riforma trova esplicitazione in diversi interventi normativi, poi successivamente ci appresteremo alla riforma degli ammortizzatori, dobbiamo parlare quindi di un percorso riformatore”. In particolare, sugli argomenti trattati dagli articoli 17, 20 e 25, ammette che non si sia raggiunta una condivisione con associazioni datoriali e con i sindacati. “Ma abbiamo detto che le riforme devono essere condivise e il lavoro di questa maggioranza non deve essere autoreferenziale- manda a dire- perciò non trovo un passo indietro, bensì un passo in avanti nel percorso riformatore in cui diamo la possibilità di trovare una condivisione entro il 30 giugno”.  Pasquale Valentini, Pdcs concorda con l’aver mantenuto aperto il confronto e il rinvio a un accordo, ma richiama i commissari sulla necessità che si abbia una “forma compatibile con lo strumento legislativo”. E suggerisce di cambiare il testo in “il contenuto del Dl sarà definito dal Sds per il  Lavoro previo confronto al tavolo tripartito”.  Andrea Zafferani, Rf evidenzia quella che è per lui “una clamorosa marcia indietro” della Segreteria di Stato e  anche della maggioranza. “A parte il lavoro dei pensionati e degli amministratori – osserva- in termini di novità in questa norma così c’è pochino, l’interinale non ci sarà più, questo non c’è più, i distacchi non ci saranno più, e non si capisce cosa serva questa legge dopo questi interventi.”  

William Casali, Pdcs, evidenzia piuttosto la sensibilità avuta nel portare avanti il provvedimento: “E’ un approccio di buon senso e una modalità che permette di mantenere il clima sociale in un momento complesso”. In definitiva, si è portato avanti il percorso riformatore “in un modo che non crea tensioni e, in questa fase delicata, se si possono evitare- conclude- penso sia intelligente farlo,è una questione di responsabilità”.  Michela Pelliccioni, Dml è dello stesso parere:”E’ un momento storico in cui vanno evitate le tensioni sociali- conferma-  voler procedere per step e coordinare le misure sugli effetti della vita reale non sono passi indietro ma responsabilità”.   Infine, “non devo continuare a rispondere a superficiali e banali strumentalizzazioni di natura politica- replica il Sds Lonfernini- non credo di essere in difetto di coraggio nella mia attività istituzionale”.  Quindi annuncia la proposta di una nuova formulazione dell’articolo 17 che “dia dignità anche alla parte prevalentemente legislativa, perché è corretto e giusto, senza distogliere la fiducia conquistata nel prendere tempo con la realtà datoriale e sindacale”.  

Sono quindi ritirati tutti gli emendamenti presentati dal governo, da Libera e Rf e ne sono presentati  due nuovi, entrambi sottoscritti dalla Segreteria, dai gruppi di maggioranza e dal consigliere Rossano Fabbri, Mis. Il primo è abrogativo dell’articolo 17, il secondo “aggiuntivo 17 bis” recita “..fermo restando quanto previsto, al contratto subordinato può essere apposto un termine; le modalità e i limiti, il diritto di precedenza e le condizioni ostative sono definite da un decreto da emettersi entro il 30 giugno 2023, il contenuto sarò definito previo confronto delle associazioni datoriali e sindacali riconosciuti, avente l’obiettivo di trovare accordo sociale tripartito in materia. L’accordo dovrà prevedere l’utilizzo di tale contratto di lavoro, favorendo la stabilizzazione dello stesso”. Rispetto alla nuova riformulazione, Fabbri la definisce “ottima” perché “toglie questi aspetti che destavano perplessità a livello giuridico”, per cui annuncia voto favorevole.   Libera e Rf invece si ritengono non pienamente soddisfatti dalla nuova formulazione. Per Ciacci, Libera, “è un articolo che non dice niente, pleonastico, il tempo determinato c’è già, si poteva anche non presentare”.  Mentre Nicola Renzi, Rf, ribadisce che “l’indirizzo politico del governo per un confronto con sindacati e categorie, per la stesura del decreto, andava messo in un ordine del giorno”.   

I due nuovi emendamenti di governo, maggioranza e Fabbri sono infine approvati. La seduta viene sospesa e l’esame dell’articolato continuerà in seduta notturna.

 

San Marino News Agency

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