San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di lunedì 15 gennaio 2024

San Marino. Consiglio Grande e Generale, seduta pomeridiana di lunedì 15 gennaio 2024

Nel pomeriggio i lavori del Consiglio grande e generale riprendono dal comma Comunicazioni.

A specificarlo, il report di San Marino News Agency, che aggiunge: “Tengono ancora banco nei diversi interventi dei consiglieri la situazione politica, con l’analisi sul bilancio dell’attività del Congresso di Stato e sui possibili scenari e alleanze in vista del prossimo appuntamento elettorale. Così come le questioni internazionali a partire dal conflitto tra Israele e Palestina, su cui Libera ha presentato un odg, e dall’accordo di associazione con l’Unione europea, con il dibattito in programma venerdì. Vengono toccati anche temi già affrontati in mattinata quali energia, welfare e sanità, aviosuperficie di Torraccia, per una serie di interventi che occupa anche quasi tutta la seduta pomeridiana.

Domani-Motus liberi a nome della maggioranza presenta un odg in materia di space ecomomy per l’istituzione il 16 dicembre della giornata nazionale sullo spazio. E una volta terminati gli interventi si passa alla risposta a interpellanze e interrogazioni. Dopo di che il comma viene chiuso, la seduta consiliare viene interrotta e riprenderà alle 21.

Di seguito il riassunto dei vari interventi

Comma Comunicazioni

Pasquale Valentini, Partito democratico cristiano sammarinese: in un Paese dove il confronto tra forze politiche è difficile, nel comma Comunicazioni si mettono sul tavolo le problematiche e la popolazione si fa un’opinione. L’immagine è quella di una frammentazione e c’è difficoltà a capire  cosa succede veramente. C’è un primo dato, ogni particolare non può essere affrontato se non in rapporto alla totalità. Serve una direzione complessiva tenendo conto di tutto. Inoltre il Consiglio grande generale è il luogo di confronto reale se diventa luogo di sintesi. E normalmente non lo facciamo. Per motivi politici poi la sintesi si trova ma a scapito della natura del problema.

Nella relazione del magistrato dirigente quando parla dei Piccoli Stati si mette in guardia sulla contiguità tra i poteri e sugli interessi economici finanziari. Da qui la preoccupazione di sottrarre gli ordinamenti alla variabilità della politica perché svolga il ruolo di terzietà. La politica non è soggetta a vari poteri ma libera, e ha il problema di governarli, questo è il messaggio da dare alla cittadinanza, e ha il dovere di tutelare le parti più deboli della società. l’accordo di associazione all’Ue, assieme al contesto internazionale, chiede cambiamenti enormi a come conduciamo le cose. In particolare su come pensiamo la Pa. Serve una Pa all’altezza e in grado di accompagnare l’accordo, che è indispensabile.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: abbiamo all’ordine del giorno una proposta per attivarsi sulla questione legata alla Palestina e sarebbe opportuno che il Consiglio grande generale si esprima nonostante ci siano molti temi da affrontare in questa seduta. Così da dare un’indicazione precisa al governo perché anche noi possiamo fare qualcosa. Sul futuro della politica di cui si discute, le fide sono talmente complicate da non essere risolvibili con le questioni ordinarie. C’è bisogno di qualcosa di nuovo. Le scelte che effettueremo, come l’accordo di associazione, non sono semplici, ci sarà una rivoluzione nella Pa, e c’è il rischio che le cose positive diventino negative. Anche per imprese e lavoro. C’è la difficoltà di accedere ai fondi strutturali europei e la problematica del sistema finanziario.

Quanto fatto in passato dalla politica non va bene, la frammentarietà e l’incoerenza sui temi generali. Occorre ampia rappresentanza del nostro popolo e un’ampia maggioranza che ne colga lo spirito, quello conservatore e quello progressista devono dialogare per soluzioni che aprano il Paese al futuro. Noi cerchiamo di capire come sia possibile mettere insieme gli intendimenti di una sinistra ipotetica che possa parlare con un’altra voce e trovare una giusta dimensione di lavoro per dare risposte giuste a tutta la popolazione. Un ragionamento aperto per dare un segnale preciso a chi si riconosce nello spirito progressista. Un dialogo non sottostante.

Andrea Zafferani, Repubblica futura: è un comma di analisi sulla prossima legislatura e la campagna elettorale. Che dovrebbe essere propositiva. C’è una serie di problemi aperti e le risposte fin qui mancano. Il ragionamento dovrebbe essere non su alleanze e alchimie ma su temi concreti, a partire dalle risposte mancate in questi anni: le difficoltà sociali riguardano molti sammarinesi, anche chi ha un posto di lavoro. E non è stato nemmeno introdotto l’Ice, parlare di politiche sociali senza un indicatore come l’Ice crea distorsioni. Solo con l’Ice si possono fare interventi mirati. Devono poi aumentare le retribuzioni, per esempio tramite il welfare sociale. Altra priorità è ricreare una sanità funzionante. Ci sono situazioni vecchie, c’è da ristrutturare in profondità delle dinamiche organizzative che non sono più al passo. E poi ci sono temi centrali su cui facciamo proposte: occorre modificare il paradigma di funzionamento di alcuni servizi pubblici per rispondere alle emergenze natalità e terza età. C’è un crollo delle nascite e serve un ragionamento ampio e una riforma dei servizi pubblici è essenziale. La popolazione invecchia e le pensioni si abbassano, pensare di reggere con le badanti è utopia. Occorre ripensare i servizi pubblici per garantire maggiore assistenza. Energia e acqua sono centrali, dobbiamo essere più autonomi, le politiche per la casa stanno diventano una priorità. Infine il tema della riduzione del debito pubblico, Non siamo attratti dagli schemi ideologici, ci sono priorità su cui mettere le carte sul tavole per costruire alleanze e dare risposte al Paese.

Gian Matteo Zeppa, Rete: percepisco un clima di dismissione generale. Qualcuno ha cercato di fare il punto della situazione della politica. Ma nessuno è in grado di capire cosa succederà nel giro di breve tempo. A parte la conferenza di fine anno del Congresso di Stato, qui in Aula di riferimenti non ci sono stati. Veniamo a sapre che a maggio si chiude la legislatura, qualcuno vuole arrivare a settembre. Sarebbe meglio non fare interventi spot da parte di maggioranza e governo, si deve essere coerenti. Il passaggio di consegne è un’esperienza nuova quasi per tutti. Poi manca il segretario di Stato per il Lavoro e non risponde a un a nostra interpellanza. Ci sono dei problemi, grandi ditte hanno difficoltà a pagare le tredicesime dopo il boom post covid. La radice del problema è che la politica e il Congresso di Stato sono concentrati sulle prossime alleanze. E c’è la questione del negoziato europeo. Sull’aviosuperficie di Torraccia il governo è latitante, non si parla del fondo saudita, in Aula c’è disincanto. Benissimo la convenzione studente-atleta, ma vale solo qui e in Italia vengono discriminati.

Alessandro Bevitori, Libera: c’è un giudizio negativo verso il governo che non ha dato le risposte che tutti auspicavano. Le soluzioni alternative all’era del debito non sono state individuate. E noi avevamo avvertito: i buoni dati erano dovuti a un’economia generale in ripresa dopo il covid. Dobbiamo preoccuparci per il sistema produttivo, anche per il perdurare dei conflitti. Si deve correre ai ripari e mettere in campo soluzioni per contenere le problematiche. Si è tenuta ordinaria amministrazione nel settore economico, senza grosse idee e proposte. Dietro questo immobilismo è cresciuto il carovita. C’è un problema di denatalità molto serio, gli affitti sono sempre più cari, è difficile accedere ai mutui. L’aumento dell’assegno familiare è troppo poco, l’Ice è lo strumento per gestire le risorse. Siamo a fine legislatura dobbiamo pensare al futuro, non di un partito ma della Repubblica. La prossima legislatura sarà decisiva, dopo l’apertura al debito estero, e si devono mettere sul tavolo il bilancio dello Stato e la sostenibilità del debito.

Matteo Rossi, Noi per la Repubblica: la fine legislatura scorsa rispetto a questa il clima era diverso. Dalla grande contrapposizione ora c’è un governo che arriva a fine mandato in maniera ordinata. Fa sorridere lo stupore di chi afferma che qui si fa politica, è il luogo della politica e della condivisione. Il giudizio non è negativo sulla legislatura, si è posta una certa linea, non sono saltate per aia banche e non ci sono stati crack aziendali, al di là della situazione delle tredicesime,il Paese ha risposto e non si può stravolgere l’andamento. Il problema dell’Iss non è di un segretario di Stato. Servono equilibrio e visione, urlare alla pancia del paese non fa il gioco della politica. La prospettiva va incanalata sulle direttrici impostate dal governo. Si vuole dialogare con la Dc ed essere chiari sui macro temi: accordo associazione all’Ue, occorre dare vigore al percorso; si deve poi gestire il debito. Infine la partita dello sviluppo: sono sensibile al tema casa. La partita delle residenze va proseguita e agire sulla prima casa. Lo sviluppo non si basa sui no. Ho anche appoggiato il Des. È un problema anche la ricezione alberghiera. In prospettiva si deve ragionare su non porre veti su ogni politica di sviluppo. Servono una politica matura e un governo stabile capace di tradurre le idee in pratica.

Michele Muratori, Libera: con questo clima da ultimo giorno di scuola c’è il tempo per fare bilanci e pensare a cosa fare nella prossima legislatura. Sulle telecomunicazioni il governo ha interrotto il progetto in corso e non ha messo in campo alternative. Ci sono materiali per oltre 10 milioni di euro nei magazzini e rimane il problema delle telecomunicazioni con i telefoni che non funzionano. Un’altra questione incompiuta è lo smaltimento rifiuti. Il problema va risolto, non possiamo smaltire all’interno ma sono favorevole a ragionarci. La prima cosa da fare è estendere il porta a porta, nella parte bassa della Repubblica non c’è. Con la situazione interconnessa della sicurezza stradale: i cassonetti sono logorati e collocati sui marciapiedi. Quando ci saranno le elezioni ancora non si sa, ma dobbiamo impegnarci a stilare una road map su cosa fare e serve l’apporto di tutti.

Paolo Rondelli, Rete: il clima è di dismissione ma dovremmo sempre lavorare per il bene del Paese. In questa fase serve un forte contributo da parte di tutti ma anche una marcia in più da parte della politica. Siamo di fronte ad alcuni passaggi forti. A partire dall’Ue, è un cambio di registro totale all’interno della comunità. Non giudico negativamente l’attrazione della Pa per i giovani, se ci sono alternative qualificanti. Per molti di loro c’è la possibilità di dare un forte contributo alla Repubblica. C’è anche una contingenza di età, nei prossimi anni molti funzionari andranno in pensione. È una possibilità da tenere curata. Nella sanità molti specializzandi vedono nel settore pubblico allargato una possibilità di lavoro. Tra amoreggiamenti e tradimenti verso le nuove elezioni occorre dare poi spazio ai diritti civili. Non si può fermare il processo di maturazione della società, serve una riflessione seria su queste tematiche, anche nell’ambito del rapporto con l’Ue.

Francesco Mussoni, Partito democratico cristiano sammarinese: gli interventi si concentrano sul futuro come se la legislatura fosse finita. E infatti ci avviciniamo al termine, è stata una legislatura particolarmente difficile, nata in una situazione drammatica. E i risultati vanno dalla piena occupazione al pareggio di bilancio, dalla riforma della giustizia alla ritrovata credibilità internazionale, fino alla alla gestione della pandemia. Sono i frutti del governo e della maggioranza, poi da maggio c’è stato un distinguo, Rete aveva contribuito ai risultati. C’è stata una nuova maggioranza per traghettare il Paese al termine della legislatura. Non ci sarà interruzione drammatica ma ordinaria ed è un risultato politico. Ma sono state le forze residuali che hanno accompagnato il Paese alla chiusura bilancio e dei contratti, e all’accordo con l’Ue. Guardando al futuro mi piacerebbe trovare ragioni tra l’attuale maggioranza, una sintesi sui contenuti futuri, sarebbe la lettura politica di logica conseguenza di quanto accaduto. Qualcuno ha richiamato il bipolarismo, l’unità della sinistra, la Dc ha una storia chiara, non ha preclusioni ma la storia insegna che negli ultimi 20 anni le forze di sinistra hanno solo litigato e fatto personalismi e distinguo. Non cadiamo nell’errore dei grandi teoremi e poi si litiga perché i percorsi non sono omogenei e costruiti su contenuti. I sentori ci sono. Serve uno sforzo di programmazione, su Europa, sanità, pubblico impiego. C’è un tema di equità e valutazione economica. Un tema delle finanze e del debito, che non si chiude con il pareggio di bilancio. Delle riforme istituzionali, di efficientare i lavori del Consiglio grande generale e che il governo lavori bene. Iniziamo il percorso di confronto sui contenuti rifuggendo i teoremi politici che ci hanno portati alla divisione e alla conflittualità.

Carlotta Andruccioli, Domani-Motus liberi: le alleanze si misureranno su progetti e contenuti. Mi scandalizzo di più a vedere uffici che non funzionano piuttosto che giovani laureati a disposizione della Pa. Certo si deve vigilare che la scelta non sia obbligata. La sfida energetica è strategica e si deve puntare alla maggiore indipendenza; l’obiettivo è creare la prima comunità energetica nazionale. Sui servizi sanitari le risorse economiche e umane non sono quelle di 20 anni fa. Daranno una mano i fondi dell’Europa e la telemedicina. Tecnologia e innovazione sono un’opportunità nell’energia, nella sanità e per lo sviluppo. E possono contribuire a una nuova immagine di San Marino. Una delle filiere innovative su cui investire è la space economy, la strada va percorsa con serietà. E come maggioranza intendiamo presentare un ordine del giorno per la giornata nazionale dello spazio il 16 dicembre, come già fatto dall’Italia.

Vladimiro Selva, Libera: alcuni esponenti dicono che vogliono ripartire da questa maggioranza e non siamo perplessi di fronte ai risultati che sono arrivati. Sulla piena occupazione non credo possa assumersi tutto il merito. La crescita è frutto di quanto fatto dal 2012 al 2016. Sul debito estero e altre iniziative chiedevano ci fosse ampia condivisione, sono scelte che vanno avanti nel tempo. Non a caso abbiamo cercato un dialogo sull’Europa con la Dc. L’emendamento poteva essere un momento di confronto ma ci sarà il dibattito più avanti. Se le forze più conservatrici possono dire che i risultati sono buoni, quelle riformiste di maggioranza citino qualcosa di sinistra, fatta a favore di chi è più debole. Per esempio su ambiente e carovita.

La sinistra spesso si è unita contro, come questo governo che aveva poco in comune a parte la giustizia. Ma poi escono le diversità. Ci sono tanti obiettivi da raggiungere e su quelli dobbiamo ragionare per costruire qualcosa di durevole che fa bene alla democrazia del Paese. Non è una critica alla Dc ma a un modo di governare: sulle decisioni strategiche serve un’ossatura comune. E mi auguro a sinistra ci sia buon senso.

Manuel Ciavatta, Partito democratico cristiano sammarinese: la Dc è al centro e la struttura valoriale tiene presente la sussidiarietà e lo sviluppo delle potenzialità personali; il supporto e il criterio della giustizia sociale per cui nessuno può rimanere indietro, in particolare i più deboli. Qualcosa di estremamente diverso da centrodestra e centrosinistra italiani, è progressista per quello che serve e conservatrice per quello che non conviene cambiare. Per questo dialoga con tutti e siamo un interlocutore importante.

Sosteniamo di ripartire da questa maggioranza perché ha fatto molte cose che hanno permesso al Paese di essere rimesso sui binari giusti. Nel percorso c’è stato il dispiacere dell’uscita di Rete, ma deve continuare e serve una maggioranza non risicata per tutta una serie di interventi. La scelta delle infrastrutture strategiche che non cambino con il governo è un punto di partenza. Se poi le condizioni saranno differenti si valuterà, ma questa è la linea. La Dc ha saputo esprimere delle capacità e una lungimiranza che hanno portato il Paese dov’è. Il resto della maggioranza si è speso e mi auguro ci sia chiarezza che si possono ancora esprimere quelle capacità e competenze per continuare questo percorso di riforma e crescita. Fatte le basi possiamo costruire il Paese. Ci sono grandi opere da fare. L’auspicio è in confronto con tutte le forze capire quali sono le convergenze a partire dagli alleati.

Andrea Belluzzi, segretario di Stato per l’Istruzione: dieci giorni fa in commissione abbiamo approvato la legge sulle associazioni. Nel 2014 San Marino stava percorrendo una strada tortuosa e costosa di accreditamento e ora giriamo pagina. L’accreditamento non è finito con il negoziato con l’Ue, la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’orazione del ministro Cartabia, servono continuità e sviluppo. La strada per i prossimi anni parte da queste azioni e sono il punto di partenza per un nuovo sviluppo per i giovani. Anche la Pa ha bisogno di un diverso standard di qualifiche, così come l’economia. Con l’Emilia-Romagna parliamo di accreditamento professionale per la formazione dei giovani. Ci sono tante criticità da affrontare, il calo demografico, la salute, occorre ripensare lo sviluppo dei Castelli alla luce delle nuove esigenze. Le sfide sono tanti e le fondamenta sono nell’agenda di questi anni.

Roberto Ciavatta, Rete: sono interventi da fase pre-elettorale ed è legittimo se non doveroso. Manca però un’analisi di quello che succede dal punto di vista geopolitico: i venti di guerra, gli ammiccamenti Usa a Taiwan. La Repubblica deve interrogarsi su come porre il Paese in un ambito in cui le grandi potenze hanno un ruolo negli scontri in nuce. Il contesto economico è di inizio recessione, stiamo andando incontro a un’assenza di domanda. Dovremmo capire se la politica sammarinese vuole continuare a essere un’amministrazione dell’ordinario, come da imprinting della Dc, o tornare a dare impostazioni politiche, anche dimostrative. Forse dovremmo riconoscere la Palestina e abbiamo portato un odg in tal senso. Così da rivendicare anche autonomia politica.

L’attuale è l’esempio di una legislatura mancata, le riforme sono mancate e il governo ha alzato bandiera bianca un anno e mezzo fa. Ora siamo in un contesto per cui ci sono gli ammiccamenti e il tentativo di emendamento congiunto in Finanziaria di Dc-Libera. Su cui segretario e capogruppo Dc sono stati smentiti dal gruppo. Normalmente avrebbero dovuto darne conto. Perché la Dc dovrebbe cambiare? È per natura conservatore e dialoga con Libera che sgomita per appoggiare qualsiasi segnalazione posta dalla cittadinanza. La politica non deve fare da megafono alla scontentezza, deve essere parte critica e tentativo di soluzione. Altrimenti fallisce l’appuntamento con riforme indispensabili. Occorre ragionare seriamente su un governo tecnico.

Alessandro Mancini, Noi per la Repubblica: Alleanza riformista intende superare le barriere ideologiche e non ci interessa la politica del pallottoliere. Ci si muove sui nuovi schieramenti ma per logiche di potere, per mantenere o arrivare alla poltrona. Serve una politica diversa, più attenta alle necessità, lucida, che dialoga a 360 gradi e che traccia una prospettiva. Abbiamo il dibattito sull’accordo di associazione, importante per capire come nei prossimi anni, indipendentemente da chi governa, si traccia il percorso. Non mi dispiacerebbe che l’Aula potesse raggiungere obiettivi il più condivisi possibili. A dicembre Noi per la repubblica e Motus liberi abbiamo contrastato il famoso emendamento Dc-Libera non per interrompere un ragionamento politico ma perché quei temi andavano condivisi ampiamente. Alcuni interventi questa mattina non li ho capiti, è difficile sostenere che si parte da questa maggioranza quando i fatti parlano della costruzione di qualcosa che a questa maggioranza non appartiene. Tatticismo o confusione lo scopriremo, le risultanze dal dibattito sull’Ue daranno una cornice più precisa.

Marica Montemaggi, Libera: c’è un grande ventaglio di retorica e campagna elettorale oggi. Tutti cercano di fare le analisi agli altri. Anche Rete ha la sua quota parte: cerca di riacquistare consenso popolare accusando gli altri di montarlo. Le basi poste non si concludono con questa legislatura, l’obiettivo non è la firma dell’accordo con l’Ue ma come verrà applicato. E il dibattito sarà molto importante. La maggioranza poco ha fatto per portare il Paese a evolversi: ha fatto un debito, non ha fatto nulla in tema di territorio, ha portato il segretario di Stato per la Sanità a lasciare con una situazione difficilissima. Come dicevamo il governo era finito e si doveva andare a elezioni. Libera ha costruito consenso popolare che nasce dalle idee e cercheremo di attirare tutti coloro che vogliono partecipare a questa visione. Non per esserci a ogni costo, ma per fare qualcosa. Si sente un elenco della spesa che si poteva fare in questi anni. Avere una politica di respiro, smettere di ragionare per settori, manca ragionare per insieme e si rimane, se va bene, nello status quo. Così la Dc vince sempre, Libera vuole evolvere e ragionare con tutti. Questo era l’intento dell’emendamento che portiamo avanti.

Luca Boschi, Libera: sull’emendamento ci sono ricostruzioni contrastanti e ci accostano prima alla Dc e poi il Psd. Importa come gli elettori giudicheranno la legislatura. Pochi cittadini stanno meglio rispetto a quattro anni e mezzo fa e la stragrande maggioranza sta peggio. La sensazione sull0’operato del governo è che è mancata la spinta riformista, è stata un’occasione mancata con una maggioranza di 44 consiglieri. Libera ritiene che il prossimo governo deve avere una dose di riformismo e attenzione alle dinamiche sociali molto maggiore. E da mesi chiediamo chi ci sta a un esecutivo riformista che faccia le scelte che proponiamo. La prossima legislatura dovrà impegnarsi a migliorare le condizioni della comunità nel suo insieme, si potrà avere un atteggiamento conservatore che tutelerà pochi, o illuminato, di prospettiva, più coraggioso. A prescindere dagli accordi di palazzo siamo convinti che i prossimi cinque anno saranno decisivi, con una forte matrice riformista.

Fernando Bindi, Repubblica futura: a causa del regolamento totalmente inadeguato non è facile discutere sui grandi temi. Sull’accordo di associazione ci siamo ritrovati su una linea gestita con concordanza di vedute e di sostegno, ritenendola tra le cose più importanti. Nel discorso sulle ideologie dobbiamo avere chiara una scaletta: il micro Stato in un mondo sottosopra deve mettere al primo posto la difesa e il consolidamento di identità e sovranità. Il resto viene dopo. Ogni cambiamento va ancorato a punti fermi. Due sono gli obiettivi: la giustizia sociale e rafforzare lo stato di diritto. Meno siamo divisi e meglio è in questi tempi. La lotta politica deve esserci, ma nel rispetto delle realtà più svantaggiate e dello stato di diritto. Una visione di fine legislatura deve avvenire a carte scoperte senza correre dietro ad alchimie interessate.

Luca Beccari, segretario di Stato per gli Affari esteri: in quest’Aula la storia la scrive l’opposizione, ma alla fine a scriverla sono gli elettori e dobbiamo prepararci con l’animo in pace. Siamo nel quinto anno di legislatura e di interventi su chi ha fatto cosa prima ne abbiamo fatti un’infinità. Il grande assente nella discussione sono i contenuti, le alleanze dovrebbero basarsi sui contenuti. Nel 2008 si è creata un’alleanza improbabile tra Dc e Alleanza popolare contro il Psd unito; nel 2012 si ritornò a dialogo tra Dc e il Psd sul tema della collaborazione internazionale; nel 2019 si crea una chimica particolare, un’alleanza tra Dc e Rete in contrapposizione alla gestione del Paese. Talvolta di fanno alleanze per contenuti talvolta per convenienza politica, sta a noi decidere cosa vogliamo fare. Per la Dc il tema è che le convergenze partono dai contenuti e la maggioranza ha condiviso una serie di biettivi e linee strategiche. Vogliamo rivedere il tema delle residenze, dell’accesso alle imprese, della Pa e queste riflessioni sono un banco di prova per i partiti. A San Marino siamo tutti conservativi, la resistenza al cambiamento è fortissima e dobbiamo pensare che non è un problema di sinistra o centrodestra, ma di spiegare che la metamorfosi di cui il Paese ha bisogno serve. Invece si parla alla pancia. O proviamo a fare sintesi o lasciamo la palla agli elettori e ci diranno a chi credono. Un confronto sulle idee è più produttivo di uno sui numeri.

Sara Conti, Repubblica futura: noi abbiamo parlato di contributi, gli altri sono concentrati sulle zattere con cui superare lo sbarramento. Quante volte abbiamo fatto proposte e sostenuto la necessità di guardare a un futuro a lungo termine. È fondamentale trovare un punto di equilibrio per salvaguardare il Paese, riequilibrare la finanza pubblica e tutelare la nostra sovranità. Siamo aperti a una interlocuzione con tutte le forze politiche, quando sentiremo dichiarazioni non pertinenti lo faremo notare, esercitando il nostro ruolo di opposizione.

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