Con l’Accordo di Associazione si tornerà a “stare bene”?
MARINO CECCHETTI – A San Marino l’Accordo di Associazione alla Unione Europea è dato per “perfezionato” già “entro i primi sei mesi del 2023”.
Così ha scritto mercoledì scorso Anna De Martino su Corriere Romagna.
La giornalista ha cominciato a prefigurare anche il dopo. “Cambieranno ad esempio le regole in materia di residenze agli stranieri. Oggi concesse dal Governo e commissione Esteri, l’iter per le residenze potrà seguire una norma stabilita e senza più discrezionalità. I lavoratori italiani, in quanto europei, potranno partecipare a bandi e concorsi pubblici a San Marino”.
Ci saranno “cambiamenti”, definiti “epocali”, anche nei rapporti con “i vicini territori romagnoli e marchigiani”. Ad esempio l’aeroporto di Rimini, grazie alla internazionalizzazione apportata da San Marino, avrà modo di accedere a “nuove opportunità di finanziamento nei bandi europei”.
Quanto ai sammarinesi, potranno – finalmente – “vendere i propri prodotti finanziari in Italia, aprire sedi bancarie a Rimini o in qualsiasi altra città europea, fare raccolta di denaro su un bacino di 500 milioni di cittadini europei”.
Insomma in Repubblica si tornerà almeno a 12 banche e 60 finanziarie come prima delle cannonate sparateci da Strasburgo (Moneyval) e da Roma (Ministro dell’Economia Giulio Tremonti)? E senza che il Titano sia additato come la caverna di Alì Babà? Questa volta la piazza finanziaria, che si è cercato invano di realizzare per vie oblique, ci arriverà come un regalo alla luce del sole?
E non è finita. San Marino – continua la De Martino – avrà modo di riscattare prerogative della sovranità, quali “casinò” ed “emittenti televisive”, perse in trattative con Roma in periodi molto difficili, ad esempio – aggiungiamo noi – nel 1953.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23