San Marino. Testimonianza Ucci: sul Cis nessuna pressione da Buriani. “Con Celli non ho mai parlato”

San Marino. Testimonianza Ucci: sul Cis nessuna pressione da Buriani. “Con Celli non ho mai parlato”

Dall’interrogatorio dell’ex vice direttore di Bcsm interrogato su tre incontri con il Commissario, in due convocato come testimone e uno informale assieme alla Tomasetti, non è emerso alcun elemento a sostegno delle accuse …anzi.

ANTONIO FABBRIMentre ancora non si è proceduto, nonostante la sentenza del Giudice di terza istanza, alla restituzione dei files illegittimamente sequestrati da telefonino e Pc, né si è proceduto, poiché si attende la trasmissione del fascicolo, all’espunzione dal processo delle prove dichiarate inutilizzabili e non recuperabili, ieri è stato sentito il primo testimone nell’ambito dei processi riuniti contro il Commissario della legge Alberto Buriani, l’ex segretario Simone Celli e contro direttore caporedattore de L’Informazione di San Marino (questi ultimi di fatto non interessati dall’udienza di ieri). Il testimone ascoltato ieri è stato l’ex vice direttore facente funzione di direttore di Banca Centrale, Giuseppe Ucci. Doveva essere sentita anche la Presidente Catia Tomasetti, ma a causa di impegni pregressi la sua audizione è stata rinviata al 14 dicembre. Prima dell’audizione del testimone, il Commissario della Legge Adriano Saldarelli ha dato lettura dell’ordinanza con la quale ha ammesso o meno i testimoni richiesti dalle parti. Ammesse tutte le prove testimoniali a parte quelle ritenute dal giudice sovrabbondanti o quelle relative a fatti e circostanze che abbia valutato possano essere provate documentalmente. Già fissate le udienze fino a marzo 2023. La prossima sarà il 6 dicembre.

L’audizione di Ucci L’audizione di quello che potrebbe essere ritenuto uno dei principali testimoni di accusa ha in verità fatto emergere l’assenza pressoché totale, quanto meno nella testimonianza specifica, di qualsiasi elemento che possa configurarsi a sostegno di una responsabilità penale qualsiasi nei confronti di Buriani o Celli. Anzi. Il testimone è caduto in contraddizione varie volte, ha affermato prima di non ricordare, salvo poi rammentare. Ha ritrattato una dichiarazione che aveva reso in fase istruttoria e, più che elementi di accusa, sono semmai emersi riscontri di approssimazione circa la conduzione delle fasi di indagine ed elementi che lasciano parecchi dubbi sulla genuinità dell’audizione davanti alla Commissione consiliare di inchiesta

Gli incontri di Ucci con Buriani All’ex vice direttore è stato chiesto di tre incontri avuti con il Commissario della legge nell’ufficio dello stesso, in tribunale. In due di questi la convocazione, da solo, era in qualità di testimone per un procedimento aperto; in un altro incontro richiesto aveva preso parte assieme alla presidente Catia Tomasetti. Ora, l’insinuazione, perché di questo al momento si tratta, è che questi incontri sarebbero stati una pressione perché in quel periodo Banca Centrale stava trattando la questione BancaCis e l’ipotesi di risoluzione bancaria o quella di vendita ad un soggetto che poi è risultato non avere i requisiti. Una coincidenza temporale sulla quale, a quanto pare, anche le parti civili puntano molto per costruire un castello che per il momento non sta in piedi. Infatti a domande precise fatte dal Giudice e dalle difese è emerso che tutti gli incontri, sia quelli di convocazione formale come testimone sia quello, diciamo informale, furono cordiali, ha detto Ucci in udienza, confermando inoltre che mai il Commissario Buriani parlò con gli esponenti di Bcsm della vicenda Cis o della ipotesi di vendita al gruppo Stratos o fece qualsiasi pressione. Nulla, insomma, è emerso dal testimone sentito ieri a sostegno dell’accusa. Quanto a Simone Celli, poi, Ucci ha detto, a domanda specifica dell’avvocato Enrico Carattoni, di non averci mai parlato, né di persona né per telefono, salvo un saluto una volta in un incontro occasionale in Città. Fatti zero, insomma. Impressioni, opinioni sulla opportunità o meno di convocare ad un incontro la Tomasetti che in quel periodo era indagata, illazioni sulle coincidenze temporali sono stati suscitati dalle domande delle parti civili, ma sono tutti elementi sui quali imbastire una imputazione penale appare a dir poco forzato.

L’incontro di Buriani con Ucci e la Tomasetti L’incontro che Buriani chiese a Ucci e Tomasetti era motivato da una richiesta di collaborazione ben precisa. Escluso, come ha escluso il testimone Ucci, che siano state fatte pressioni circa le vicende di BancaCis, prima l’ex vicedirettore ha affermato di non ricordare bene di cosa avessero parlato, affermando fumosamente che non aveva capito perché fossero stati convocati, che parlarono del più e del meno e che Buriani si sarebbe vantato di seguire indagini antiriciclaggio importanti e di conoscere anche fascicoli seguiti da colleghi. Poi, incalzato a ricordare dalla difesa, ha invece rammentato che quell’incontro era stato richiesto per un motivo ben preciso e che la conoscenza dei fascicoli dei colleghi era tale perché trattavano vicende di dominio già ampiamente pubblico, già oggetto di trasmissioni di Report, ha ricordato l’avvocato Michela Vecchi.

Il caso di cui parlava era il famigerato “caso Siri”, per cui Bcsm aveva già in corso una ispezione della vigilanza nella banca sammarinese interessata. Poiché Buriani aveva in carico una indagine antiriciclaggio mastodontica per un giro di denaro da 200 miliardi di euro su cui indagavano procure di mezzo mondo, era interessato il Consiglio d’Europa e vedevano una parte di quel giro di riciclaggio passare per San Marino, per un ragguardevole importo di 30 milioni, aveva chiesto – e questo era lo scopo dell’incontro – a Ucci e Tomasetti, considerato che già la vigilanza era in ispezione in quella stessa banca, collaborazione per monitorare i flussi di denaro provenienti in particolare dall’Azerbaijan. Questa la motivazione dell’incontro, emersa ieri, che Buriani cercò di spiegare anche in Commissione di inchiesta, ma venne fermato dal Presidente, il quale sostenne che non era pertinente. Invece lo era e ieri è emerso il perché.

L’appunto in Commissione E’ emerso un particolare, nell’udienza di ieri, apparentemente marginale, in realtà non di poco conto. Il testimone Ucci, che non ricordava le date precise degli incontri con Buriani, ha affermato che, anche in altre circostanze quando è stato convocato da Commissari della legge, in prima battuta, ha sempre ritenuto di presentarsi e riferire quello che ricordava, non conoscendo il motivo della convocazione. L’avvocato Vecchi, però, ha rilevato che quando si è presentato davanti alla Commissione di inchiesta aveva con sé un foglietto con appuntate le date degli incontri con il commissario Buriani. “Qualcuno l’aveva avvisata dell’argomento di audizione?”, ha chiesto il legale. Alzata di scudi delle parti civili… e Ucci non ha risposto.

Gli incontri nel Ccr Dalla parte civile Banca Centrale l’avvocato Tania Ercolani ha chiesto se Ucci avesse incontrato in quel periodo il Comitato per il credito e il risparmio. Ucci ha confermato gli incontri e che in quella sede in quel periodo, quando si riferiva del caso Cis, la linea del governo era quella di premere per la vendita piuttosto che per la risoluzione bancaria, e che ad esprimere questa linea era in particolare il segretario Nicola Renzi. Ucci si è detto stupito perché sembrava quasi il capo del governo. Il fatto è che a San Marino il Segretario che ha la delega agli Affari esteri e politici, come aveva Renzi all’epoca, è effettivamente di prassi una sorta di primo ministro inter pares.

“Ma al di là delle sedi istituzionali dove è normale che ciascuno abbia le proprie idee e le esprima e le porti avanti, ha avuto altre pressioni in altre sedi, incontri per la vendita di BancaCis”, ha chiesto il procuratore del fisco Roberto Cesarini. Risposta di Ucci: “No”.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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