San Marino. Psd: “La crisi di RTV richiede azione, non resa”

San Marino. Psd: “La crisi di RTV richiede azione, non resa”

Anche il PSD, con una nota, interviene sulla difficile situazione di San Marino RTV.

Spiega il PSD: “Uno dei fulcri della nostra identità, San Marino RTV, si trova a navigare in acque turbolente. Il salto improvviso da perdite di 90mila euro a 1,9 milioni rappresenta non solo una preoccupazione finanziaria ma anche un grido di allarme per il patrimonio culturale e informativo della Repubblica di San Marino. Il nostro impegno, come PSD, è indiscutibile: difendere questa istituzione non è un’opzione, ma un dovere. RTV non è solo un servizio; è un baluardo di sovranità, un fiume di cultura, un archivio della memoria, un ponte verso il mondo che porta la nostra voce e i nostri valori oltre i confini. La crisi di RTV ha messo a nudo un problema allarmante all’interno del suo CdA. Il rispettato direttore Vianello, con un passato onorato nella RAI, ha rifiutato di aderire a politiche di tagli e ristrutturazioni. La decisione del CdA ha creato una frattura profonda, che un membro sammarinese ha aggravato scegliendo di allearsi con coloro che non vedono oltre i bilanci. Il nostro messaggio è chiaro e diretto: non possiamo permetterci di abbandonare la nostra TV di Stato per un guadagno immediato e freddo”.

Aggiunge il PSD: “La riduzione del personale da 80 a 67 unità dal 2021 al 2024 dimostra l’esigenza di una riforma consapevole e graduale, non di tagli brutali. A livello di CdA la situazione sembra essere in stallo, con dinamiche che svelano tensioni e difficoltà nel trovare soluzioni concordate. Ma questo non è il momento di stare a guardare mentre l’indifferenza del socio italiano minaccia l’esistenza stessa della nostra RTV. La strada da percorrere, dunque, non può che essere politica. Guardiamo all’Assemblea dei Soci, dove è essenziale che la nomina del prossimo direttore, pur essendo prerogativa della RAI, sia il risultato di un consenso che salvaguardi l’equilibrio degli interessi in gioco. Occorre individuare un profilo che non solo gestisca, ma che rinnovi e vivifichi la nostra RTV nel rispetto dei valori che rappresenta. Ma il dialogo non deve fermarsi qui. Anche il livello più alto, quello dei governi, deve essere messo in funzione. L’accordo radiotelevisivo bilaterale del 2008, rivisto nel 2021, è il terreno su cui ripristinare un equilibrio di reciproco rispetto e cooperazione. La generosa concessione di frequenze per il 5G fatta dal nostro piccolo Stato all’Italia è una chiara dimostrazione di apertura e buona volontà che merita riconoscimento e contraccambio”.

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