Rassegna stampa – L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Ancora sul Collegio Garante”
MARINO CECCHETTI – Vent’anni fa esperti scelti nel contesto politico-giuridico italiano hanno accettato di occuparsi delle nostre istituzioni dando vita al Collegio Garante per la Costituzionalità delle Norme, pur non avendo noi un testo costituzionale.
In precedenza quando si era avuto necessità di introdurre innovazioni imposte dalla evoluzione dei tempi, si era sempre fatto di tutto per ancorarle alle fondamenta della comunità-Stato. Questa volta?
A cavallo dell’anno 1900 i sammarinesi per introdurre la democrazia rappresentativa non si sono messi nelle mani di esperti italiani magari del campo più progressista, quello dell’area socialista. Pietro Franciosi, socialista, non ha guidato e portato a compimento la innovazione sulla base dei principi che avevano smosso l’Europa dopo la rivoluzione francese. Si è richiamato alla nostra epoca comunale. Gli è bastato far approvare il 25 marzo 1906 alla assemblea dei capifamiglia (Arengo) una modifica dello Statuto del 1600. Così facendo, Franciosi ha scandalizzato i socialisti italiani che lo avevano considerato – vantandosene pure – uno dei loro. Per cui dovette prendere carta e penna per difendere la scelta fatta dal suo Paese e anche se stesso, su riviste italiane anche di grande prestigio come «Riforma Sociale».
Franciosi non ebbe remore ad andare avanti per la sua strada. Mantenne un istituto di democrazia diretta antichissimo, quello della Istanza d’Arengo, e ne propose uno nuovo, il Referendum, con le modalità in uso in Svizzera. Citò la Svizzera.
Referendum che invece Collegio Garante e politici -sprovveduti- di fatto hanno distrutto. Perché non riproporlo – snello, sburocratizzato cioè – alla Franciosi? Ci aiuterebbero, a rimodularlo, le nuove tecnologie informatiche.
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 21
